Roma. Tornano a casa le due gemelline siamesi ‘separate’ a ottobre al Bambino Gesù
Le due bambine algerine avevano in comune la gabbia toracica e la cavità addominale, il pericardio con due cuori dentro e il fegato, ma con una rete vascolare speculare e distinta che ne permetteva la separazione. L’intervento era durato 10 ore e impegnato 5 équipe chirurgiche che si erano avvicendate nelle diverse fasi dell’operazione
10 MAG - Torneranno lunedì 14 maggio a casa loro, a Oum El Bouaghi, nel nord-est dell’Algeria, Rayenne e Djihene le due gemelline siamesi operate lo scorso 7 ottobre al Bambino Gesù di Roma.
Le sorelline, che erano unite per il torace e l’addome e sono arrivate a Roma un anno e mezzo fa, hanno eseguito oggi gli ultimi accertamenti di base (radiografia del torace, valutazione broncopneumologica, esami del sangue) per avere un quadro finale della situazione clinica prima della dimissione e per aggiornare la documentazione da fornire alla famiglia in occasione della partenza.
Nel reparto dove hanno vissuto tanti mesi quando erano ancora unite, è stata organizzata una festa: a salutarle la presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù,
Mariella Enoc, il direttore del Dipartimento Chirurgico,
Alessandro Inserra (alla guida del team multidisciplinare di 40 persone che ha operato le piccole lo scorso ottobre) e lo staff di medici e infermieri al gran completo.
“Dal giorno del nostro arrivo ad oggi sono cambiate tante cose”, ha raccontato emozionato
Athmane Mebarki, il papà delle bimbe algerine. “Ora le bambine si alzano addirittura in piedi da sole, sono aumentate di peso e stanno bene. Molto meglio rispetto a prima. Fino a poco tempo fa io e mia moglie proprio non immaginavamo cosa ci potesse riservare il futuro, ma ora - ha concluso Mebarki - è arrivato il momento di tornare a casa”.
Alcune settimane dopo l’intervento di separazione le gemelline erano state trasferite nella sede del Bambino Gesù a Palidoro per seguire le sedute di fisioterapia e riabilitazione neuromotoria. Genitori e bambine sono stati ospitati a Casa Ronald, una delle strutture che accolgono le famiglie dei pazienti ricoverati presso l’Ospedale della Santa Sede.
Le piccole, che oggi compiono 2 anni, ora muovono i primi passi e pronunciano alcune parole in italiano (‘mamma’, ‘papà’, ‘ciao’, ‘acqua’). Il loro cammino riabilitativo, tuttavia, sarà piuttosto articolato: nei prossimi anni, infatti, dovranno essere sottoposte ad altri interventi correttivi.
“Ci mancheranno un bel po’”, ha commentato Alessandro Inserra. “Rimandiamo a casa le bambine in una condizione clinica stabile. In futuro dovranno essere controllate di nuovo perché hanno un’importante asimmetria della gabbia toracica: il loro problema più grande. Prevediamo che torneranno al Bambino Gesù fra un anno circa. Per quanto riguarda la capacità di camminare, l’essere state costrette al letto fino a poco tempo fa ha comportato un certo ritardo. Oggi riescono a mantenere la posizione eretta e camminano un po’ disordinatamente, ma il lavoro riabilitativo portato avanti nella sede di Palidoro ha dato grandi risultati. Con il tempo - ha concluso - potranno recuperare”.
Rayenne e Djihene avevano in comune la gabbia toracica e la cavità addominale, il pericardio (la membrana che riveste il muscolo cardiaco) con due cuori dentro e il fegato, ma con una rete vascolare speculare e distinta che ne permetteva la separazione. Nel corso dell’intervento sono state divise le costole e il fegato; ricostruiti lo sterno (prima inesistente) e il diaframma; è stato diviso e ricreato il pericardio con sostanze biologicamente compatibili; sono stati ricostruiti addome e parete toracica. La quantità di pelle necessaria per concludere l’operazione è stata ottenuta inserendo ai lati del tronco delle gemelline, nei mesi precedenti l’intervento di separazione, due espansori cutanei in silicone.
L’operazione è stata eseguita sabato 7 ottobre 2017 ed è durata circa 10 ore, 2 delle quali dedicate alla preparazione anestesiologica, le restanti alla separazione delle gemelle e alla ricostruzione di addome e torace. Al tavolo operatorio si sono avvicendate 5 équipe chirurgiche a cui era stata assegnata una precisa fase dell’intervento.
10 maggio 2018
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