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La legge Gelli alla prova dei fatti

Il difficile equilibrio tra tutela del danneggiato, serenità degli operatori e sostenibilità economica in ambito di med-mal. Il Forum Risk Management di Firenze quale occasione di dibattito, sintesi e alleanze di tutti i sistemi coinvolti

20 NOV - Il prossimo 28 novembre si aprirà a Firenze il Forum Risk Management in Sanità, il primo dopo l’approvazione della nuova legge sulla responsabilità professionale.
 
La legge ha innovativamente imposto, con grande coerenza, a tutto il mondo sanitario, pubblico e privato, per quanto compatibili, le stesse regole sulla prevenzione e gestione del rischio, facendo una chiara scelta di campo, quella di proteggere, per quanto possibile, i soggetti danneggiati e consentire ai professionisti il recupero della serenità necessaria per poter operare nel migliore dei modi; il peso maggiore, sia dal punto di vista economico che organizzativo, resta sulle strutture, ovvero, per quanto concerne il mondo delle strutture pubbliche,  su un Fondo Sanitario nazionale, della cui consistenza si sta discutendo in questi giorni, in occasione della legge di bilancio, ritenuto da tutti gli stakeholders insufficiente ad assicurare tutte le cure necessarie a fronteggiare il quadro demografico ed epidemiologico del Paese.
 
Ancor prima di procedere ad analisi tecniche, è importante capire chi siano i grandi soggetti dei sistemi coinvolti, perché è lecito ritenere che, senza una azione sinergica, i risultati di un grande sforzo corale politico, che ha portato all’approvazione della legge e ad una incredibile velocità nell’emanazione dei primi decreti attuativi (quello relativo alla costituzione dell’Osservatorio Nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità e quello per l’individuazione delle società scientifiche) risulterebbe depotenziato.
 
Cominciamo dai soggetti coinvolti.
Non c’è dubbio che la prima grande alleanza vada trovata tra cittadini, operatori e mondo sanitario in genere, per recuperare la grande frattura culturale prodottasi nell’ultimo ventennio e che sta dando il peggio di sé  su entrambi i versanti: medici sempre più disamorati della loro mission e molto preoccupati di porre in essere azioni  di medicina difensiva; organizzazioni sofferenti che offrono poca accoglienza a chi arriva in condizioni di fragilità, propria di tutti coloro che stanno male, nessuno escluso; scarsa capacità del mondo sanitario di comunicare le proprie difficoltà. Di contro, sfiducia dei cittadini verso il mondo sanitario, nonostante l’elevato standard offerto, gratuito per tutti, che ha portato la nostra aspettativa di vita ai più alti livelli mondiali, sino agli intollerabili episodi, sempre più frequenti, di violenza nei confronti degli operatori e alla costante crescita del contenzioso da med-mal, non sempre giustificato dalla scarsa qualità delle prestazioni rese. È auspicabile che  dalla sanità parta una riscossa etica e una grande alleanza che permei tutte le maglie della società civile, nella consapevolezza che il sistema sanitario universalistico italiano è un patrimonio irrinunciabile per tutti i cittadini. In questa prospettiva, perdere l’occasione offerta dalla nuova legge sulla responsabilità professionale sarebbe imperdonabile.
 
La seconda ineludibile alleanza, senza la quale la prima è impensabile, è quella tra mass media e mondo sanitario. Talora gli operatori si trovano coinvolti in operazioni che hanno poco a che fare con la trasparenza per il cittadino e molto più con atteggiamenti di tipo scandalistico che, certo, non aiutano il sistema sanitario e che, spesso,  distruggono ingiustamente la reputazione delle strutture e degli operatori sanitari. Tutto il management è consapevole della necessità di trovare nuove modalità organizzative, a fronte di un quadro demografico problematico. Si pensi ai grandi temi dell’invecchiamento, dell’impoverimento del tessuto sociale, dell’immigrazione. Ma il dito puntato non serve. Serve un confronto corretto, senza scandalismi e senza strumentalizzazioni. Serve spiegare come stiano realmente le cose, offrire al cittadino le chiavi di lettura di un sistema complesso, non limitarsi a parlare di mala sanità al primo problema gestionale.
 
La terza grande alleanza va trovata tra mondo sanitario pubblico e mondo sanitario privato, che, in realtà, alla vigilia dell’emanazione dei 4 decreti attuativi in materia assicurativa, in maniera consapevole e responsabile, sta dialogando per affrontare le problematiche comuni in materia di obblighi assicurativi e di “misure analoghe” con i grandi stakeholders coinvolti: compagnie assicurative,  brokers, professioni medico-legali. Le problematiche da affrontare e risolvere per ottenere premi assicurativi sostenibili, fondi rischio e riserve, in linea con la garanzia per il danneggiato, ma congrui con gli equilibri di mercato,  contenziosi gestiti da professionisti adeguatamente formati, costituiscono la grande sfida degli emanandi decreti attuativi e una prima risposta alla sostenibilità del sistema med-mal.
 
La quarta alleanza, senza la quale la sostenibilità del sistema è fortemente ridotta, è con la giustizia civile, soprattutto sotto il profilo del danno non patrimoniale. Siamo il paese che paga i più alti risarcimenti in materia di danno alla persona non patrimoniale. Occorre tornare a sottolineare che, in ambito sanitario, oggi sistema obbligatoriamente assicurato, al pari di quello della circolazione su strade, non può non tenersi conto che, per garantire alle strutture   un premio assicurativo sostenibile, bisogna governare l’assetto risarcitorio. Anzi, ogni giudice che dispone un risarcimento deve avere la consapevolezza di dover contemperare l’equità nei confronti della vittima e del suo mondo di affetti e il fatto che quel risarcimento è pagato dal FSN, sul quale insistono le cure per la collettività. Ed è fondamentale aprire questo dibattito, in vista della formulazione delle tabelle risarcitorie del codice delle assicurazioni private, al quale rimanda l’articolo 7 della legge Gelli.
 
È evidente che tutto il mondo sanitario può procedere a queste alleanze solo in presenza di alcuni presupposti e impegni da parte di tutto il management sanitario:
· Investimento imponente sulla prevenzione del rischio e forte commitment agli organismi che devono gestirlo
· Investimento nella comunicazione con i professionisti e tra professionisti, pazienti e loro famiglie
· Investimento nella formazione di figure professionali adeguate a gestire il rischio e i conflitti che derivano da responsabilità professionale sanitaria
· Investimento nell’innovazione organizzativa per la sostenibiltà dell’intero sistema
 
Il Forum risk di Firenze rappresenta una grande occasione di incontro degli stakeholders coinvolti. L’augurio è che le discussioni avvengano in un clima di grande tensione etica che queste tematiche meritano.
 
Tiziana Frittelli
Vice presidente vicario di Federsanità

20 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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