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Legge Gelli. Oltre 200 partecipanti al Convegno promosso ieri dalla Asl di Rieti

La Dg D’Innocenzo ha evidenziato come “l'elemento maggiormente innovativo del provvedimento” sia “lla gestione del rischio sanitario con l’introduzione di un’attività di risk management obbligatoria”. D'accordo il relatore della legge, Federico Gelli: “Nel corso degli ultimi vent’anni - ha detto - c'è stato un graduale allontanamento tra medico e paziente e un pericoloso sgretolamento del rapporto di alleanza terapeutica. Oggi finalmente siamo tornati a parlare di sicurezza delle cure”. 

09 NOV - A sette mesi dall’entrata in vigore della legge 24/2017 (la cosiddetta “Legge Gelli”), la Asl di Rieti ha organizzato, con il supporto di Cassa Galeno, un Convegno per fare il punto su che cosa è cambiato in tema di sicurezza delle cure e responsabilità professionale. Il provvedimento ha infatti cambiato i profili della responsabilità civile e professionale degli esercenti le professioni sanitarie, con un forte impatto sia sulle strutture che su gli operatori. Che l’interesse per la nuova normativa sia alto lo testimonia la partecipazione al convegno: 230 tra medici, operatori sanitari e avvocati.

“Negli ultimi anni l’assenza di un chiaro inquadramento legislativo su questa materia – ha detto il Direttore Generale della Asl di Rieti Marinella D’Innocenzo - aveva tolto serenità a medici e professionisti, con ricadute in termini di medicina difensiva. Finalmente con la legge 24/2017 abbiamo un provvedimento organico a favore dei sanitari, delle strutture e dei pazienti che coinvolge non solo il mondo della sanità, ma anche quello del diritto e delle assicurazioni. L’elemento maggiormente innovativo è a mio avviso quello relativo alla gestione del rischio sanitario con l’introduzione di un’attività di risk management obbligatoria: una funzione strategica per la tutela dei pazienti, operatori e la prevenzione dei rischi. Posso testimoniare in prima persona come l’impiego sul campo di competenze medico legali e di risk management nell’Azienda Asl di Rieti abbiano portato a significativi risultati nella gestione dei sinistri”.

“Nel corso degli ultimi vent’anni abbiamo notato un graduale allontanamento tra medico e paziente e un pericoloso sgretolamento del rapporto di alleanza terapeutica. Oggi finalmente siamo tornati a parlare di sicurezza delle cure”, ha concordato l’on. Federico Gelli nel corso del convegno. “Bisogna tener presente – ha proseguito - che la legge 24/2017 nasce da un’iniziativa parlamentare, frutto di una campagna di ascolto importante, che ha raccolto suggerimenti e proposte provenienti da tutti gli attori coinvolti. L’aspetto centrale è che la sicurezza delle cure diventa con questa legge parte costitutiva del diritto alla salute”.

La legge 24/2018 consente all’Italia di adeguarsi alle direttive europee: “Pensiamo che nel Regno Unito, in Francia, in Belgio e in altri Stati della Ue un sistema di gestione del rischio clinico è già attivo da molti anni – ha sottolineato l’avv. Vania Cirese. Quindi possiamo dire che finalmente il nostro Paese si è messo al passo con l’Europa. Un obiettivo importante della legge è quello di assicurare una uniformità rispetto alla gestione dei rischi su tutto il territorio nazionale”.

La legge concilia interessi diversi: da una parte la sicurezza dei pazienti, dall’altra una maggiore tranquillità per i medici. La legge rafforza il ruolo degli esperti di cui si avvale il giudice, prevedendo il coinvolgimento di specialisti della branca coinvolta. La speranza è che, grazie all’accertamento tecnico preventivo, si possa arrivare a una riduzione dei procedimenti giudiziari a carico dei medici, evitando che venga dato un seguito a richieste palesemente infondate o pretestuose.

“Abbiamo rivisitato la responsabilità dei professionisti in una chiave preventiva - ha spiegato l’on. Federico Gelli -. La giurisprudenza che nel corso degli anni è andata affermandosi nel nostro Paese metteva sullo stesso piano strutture sanitarie e medici, ponendoli ugualmente responsabile nei confronti del paziente. Con questa legge abbiamo voluto cambiare questa impostazione. La legge definisce una via privilegiata nella richiesta di risarcimento nei confronti della struttura, che ha un rapporto contrattuale con il paziente. Inoltre abbiamo due importanti strumenti deflattivi dei procedimenti giudiziari: la conciliazione obbligatoria attraverso lo strumento dell’accertamento tecnico preventivo con presenza obbligatoria dell’impresa di assicurazione e la possibilità di ottenere un risarcimento diretto del danno come per la rc auto”.

Tra i sostenitori dell’iniziativa voluta dalla Asl di Rieti, Cassa Galeno, una realtà che da venticinque anni si occupa di tutela dei medici. “Galeno sta promuovendo numerose iniziative a favore di una maggiore conoscenza della legge Gelli – ha detto Aristide Missiroli presidente di Cassa Galeno. Riteniamo infatti che sia importante aiutare i medici a orientarsi rispetto una tematica che può risultare complessa, ma che ha un impatto rilevante sulla vita quotidiana dei professionisti. La prevenzione non può che partire dalla conoscenza della normativa e dal confronto con i vari soggetti coinvolti”.

Tra i relatori del convegno anche Andrea Minarini, risk manager Ausl di Bologna; Stefano Maria Mezzopera, responsabile risk manager di Federsanità, Primiano Iannone, Istituto Superiore di Sanità, Francesco Ripa di Meana, presidente FIASO, Quinto Tozzi, responsabile rischio clinico Agenas; Franco Vimercati, presidente FISM; Rodolfo Lena, presidente Commissione politiche sociali e salute Regione Lazio, Giuseppe Saieva, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Rieti, Manuela Serva, responsabile risk manager e qualità ASL Rieti, Gennaro D’Agostino, medico legale Asl Rieti, Leonardo Bugiolacchi, avvocato civilista esperto di responsabilità sanitaria.

09 novembre 2017
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