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Sanità italiana nel mondo, “Cardiologia in Mauritania”: il buon esempio del San Camillo

Si rinnova la collaborazione tra l'Ospedale San Camillo e il Centro Nazionale di Cardiologia della capitale mauritana. ll reparto di cardiologia in Mauritania è stato creato proprio grazie all’ospedale romano. Il progetto, per i professionisti coinvolti, è la prova della capacità del Paese di esportare competenze e professionalità di altissimo profilo.

04 APR - L'Ospedale San Camilllo-Forlanini è stato il primo a creare la cardiologia in Mauritania contribuendo alla formazione costante dei medici locali. Per questo, l'Ambasciatrice della Mauritania, Mariem Aouffa, oggi ha incontrato e ringraziato i vertici aziendali dell'Ospedale San Camillo - Forlanini per l'eccellente collaborazione fra i due Paesi e i due Governi.

“Quello che noi abbiamo fatto - ha spiegato Roberto Violini, Direttore dell'Unità Operativa di Cardiologia Interventistica - è stato creare un ponte di comunicazione continua con i professionisti che hanno nel loro Paese una solida base ai quali abbiamo dato una spinta, aiutandoli ad esprimere le loro potenzialità, professionalità e capacita organizzative”.

Oggi è stata rinnovata pubblicamente la convenzione già attiva che ha portato all'esistenza dell'unico centro cardiologico della Mauritania, un Paese dove vivono quattro milioni di persone. “Una collaborazione fondamentale – ha aggiunto Marco Stefano Nazzaro della Cardiologia Interventistica e coordinatore del progetto - avviata dal 2011 su iniziativa del Governo italiano che ha coinvolto le equipe specialistiche cardiologiche, cardiochirurgiche e della chirurgia vascolare dell'Ospedale San Camillo”.

Tanti i problemi affrontati durante questa esperienza: “c'è stata l'emergenza Ebola – ha ricordato Mariano Feccia, responsabile dell'equipe Cardiochirurgica del progetto - che ha spinto molti professionisti a rinunciare alla missione, cosi come c'è stata la problematica legata al terrorismo. Siamo andati avanti rafforzati dalla sicurezza con cui i nostri colleghi in Mauritania ci hanno guidato ed anche "coccolati" riuscendo a fare li una cardiochirurgia che cammina da sola ed è in grado di dare una risposta integrale secondo il concetto moderno di trattamento delle patologie cardiovascolare”.

“Il progetto - ha concluso il Direttore generale Fabrizio d'Alba - è un buon esempio di sanità italiana esportata nel mondo. La prova della capacità del nostro Paese di esportare competenze e professionalità di altissimo profilo, grazie anche ai medici del nostro Ospedale che, nonostante la complessità del momento sotto il profilo lavorativo ed organizzativo, hanno voglia di impegnarsi a sostegno della sanità pubblica anche in Paesi distanti dal nostro”. 

04 aprile 2017
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