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Dipendenze giovanili. Omceo Roma, medici, istituzioni e campioni dello sport uniti contro droga, alcol e ludopatia

Un convegno a Roma per valutare i disturbi, spesso gravi, che determinano sulla salute mentale degli adolescenti, divulgando le conseguenze che ne derivano sia per loro che per le loro famiglie, per l’ambiente sociale che li circonda e prendendo in considerazione anche le dipendenze dai social e da internet, in sensibile e progressivo aumento.

05 GIU - ‘Dipendenze giovanili: dimensioni del fenomeno e strategie di prevenzione per un corretto stile di vita. L’Ordine dei medici di Roma scende in campo’. È il titolo del convegno organizzato dall’Omceo della Capitale presso l’Aula ‘Roberto Lala’. L’evento, che ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha riunito in una sala gremita fino all’ultimo posto medici, istituzioni, campioni dello sport, giovani, familiari ed esponenti della Diocesi di Roma. Promosso dall’Ordine capitolino l’incontro è nato con l’obiettivo di analizzare le dimensioni attuali del fenomeno delle dipendenze da sostanze d’abuso e non solo, come alcol, droga e ludopatia, evidenziando il loro impatto sul Sistema sanitario nazionale. Allo stesso tempo il convegno ha voluto valutare i disturbi, spesso gravi, che determinano sulla salute mentale degli adolescenti, divulgando le conseguenze che ne derivano sia per loro che per le loro famiglie, per l’ambiente sociale che li circonda e prendendo in considerazione anche le dipendenze dai social e da internet, in sensibile e progressivo aumento.
A fare gli onori di casa, dopo la proiezione di un video emozionale, il presidente dell’Omceo Roma, Antonio Magi. “Quello di oggi- ha spiegato- è il primo passo che riguarda tutte le dipendenze. Abbiamo cominciato con le droghe cosiddette ‘leggere’ che, come abbiamo visto durante il convegno, leggere non sono, ma oltre a questo metteremo in moto ogni volta un’attività analoga riguardo l’uso dell’alcol, del fumo, per le ludopatie, fino all’utilizzo da parte dei ragazzi dei device in maniera abnorme. Sono quelle dipendenze che mettono a rischio la salute dei ragazzi e noi dobbiamo mettere in evidenza come Ordine dei medici in quanto organo sussidiario dello Stato. In questo momento- ha proseguito- ci sono dati allarmanti relativi all’utilizzo di droghe come la cannabis anche da parte di bambini di nove, dieci anni. È un numero drammatico che ci preoccupa. Oggi il 25% dei nostri figli fa uso di droghe. Ecco, dunque, che l’Ordine dei medici scende in campo proprio per cercare di evitare che si arrivi a una situazione fuori controllo. Prevenire è sempre meglio che curare”.

A prendere la parola è stato poi il presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Chi fa sport- ha detto- contraddice chi pensa si debba fare uso o abuso di sostanze stupefacenti. Siamo consci che qualcuno trasgredisce questa regola che non è solo valoriale, ma culturale, psicologica e fisica. Non a caso, quando uno svolge attività ad alti livelli, l’uso di cannabis o sostanze stupefacenti è considerato doping. Noi, come mondo dello sport, dobbiamo prevenire, perché chi lo fa rischia sanzioni e a livello prestazionale inficia le qualità dell’atleta”.

Il convegno dell’Omceo Roma è stato arricchito dalla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Contro le dipendenze giovanili- ha evidenziato l’esponente del governo- serve una grande alleanza tra il mondo della medicina, lo sport e un nuovo modello di scuola. Tra alcuni giorni usciranno le nuove linee guida sull’educazione civica e saranno trattati tutti questi temi approfonditamente”.

Ha invece inviato un messaggio ai numerosi partecipanti il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ponendo l’attenzione su quella che ha definito “una problematica a cui prestiamo la massima attenzione, perché la dipendenza da sostanze riguarda soprattutto li benessere e la salute psicofisica dei nostri ragazzi”. Schillaci ha poi ricordato che “il ministero della Salute porta avanti con costanza e grande impegno la sua azione di contrasto alle dipendenze, di promozione della salute e di corretti stili di vita attraverso il Piano nazionale della Prevenzione”.

“Quella di oggi- le parole del prefetto Ugo Taucer, consigliere del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla cybersicurezza e alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano– è l’occasione per ribadire una necessità di uno sforzo sinergico, una collaborazione tra le varie componenti sociali per la prevenzione rispetto al consumo di droga, soprattutto tra i giovani. L’obiettivo del Dipartimento e del Governo è quello di ritrovare un’attività di coordinamento tra tutte le componenti che si occupano di questi temi: Salute, Interno, Regioni e ministero dell’Istruzione. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa tra tutti questi enti per la divulgazione di un’informazione corretta e la sensibilizzazione dei giovani e delle famiglie”.

Al convegno ha preso parte anche il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Robert Giovanni Nisticò. “Certamente- ha tenuto a precisare- le dipendenze sono un fenomeno molto complesso, perché sono disturbi categorizzati dal Dsm, il manuale diagnostico e statistico sui disturbi mentali, e hanno due componenti fondamentali: quella genetica, la vulnerabilità genetica, e la componente ambientale. È molto importante contrastare questi fenomeni soprattutto in fasi molto precoci”. Le parole del numero uno dell’Aifa hanno traghettato i partecipanti alla parte scientifica del convegno. Altro padrone di casa il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Stefano De Lillo, coordinatore della Commissione per lo studio e e la prevenzione delle dipendenze dell’Omceo della Capitale.

“L’Ordine dei medici di Roma- ha precisato De Lillo- ha riaffermato l’importanza di una formazione e di una informazione specifica e scientifica nel campo delle droghe. Noi vogliamo formare innanzitutto i medici, i pediatri, i medici di base, gli psichiatri, i medici di Pronto soccorso, coloro che in prima linea affrontano queste nuove dipendenze, le droghe che l’industria della morte produce ogni giorno con novità sempre più pericolose. Vogliamo creare anche nel Paese una corretta informazione che parta dai centri sportivi, dalle scuole, dagli oratori e che coinvolga tutta l’Italia, non vedendo quello della droga come un tema di parte ma un tema condiviso. Noi- ha ribadito- riteniamo che la droga sia un problema veramente pericoloso per la nostra società su cui dobbiamo, dal punto di vista scientifico, essere tutti d’accordo, avere un unico consenso. Non esiste un infarto light, esiste l’infarto, non esiste un cancro light, esiste il cancro, non esiste una droga light, esiste la droga”.

Dopo gli interventi del direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 1, Giuseppe Ducci, di Giuseppe Bersani, professore ordinario Fondazione Sapienza Roma e del direttore sanitario e scientifico della Casa di cura psichiatrica Villa Von Siebenthal, Sergio De Filippis, è stata la volta del presidente dell’associazione Ets Osservatorio delle Dipendenze, Alessandro Vento: ‘La cannabis- ha ammonito lo psichiatra- viene considerata ancora una droga leggera pur avendo un altissimo concentrato di principi attivi come il Thc’. Soffermandosi sulla ‘peer education’, ovvero l’educazione tra pari, Vento ha poi acceso i riflettori sul ‘protocollo di intervento nelle scuole: facciamo delle campagne di ‘peer education’, ossia il trasferimento di informazioni su questi temi attraverso il messaggio che gli stessi studenti veicolano agli altri studenti nell’ambito di laboratori. Gli studenti preparano insieme a tutto il gruppo della classe dei laboratori che vengono presentati in una sessione plenaria che dà risalto, importanza e anche ritorno in termini di efficacia e di autostima ai ragazzi coinvolti’.

La parte scientifica ha poi lasciato spazio alle voci di chi ha toccato da vicino il problema delle dipendenze. Molto emozionanti alcune testimonianze di familiari di giovani con problemi da sostanze e di ragazzi che hanno concluso in modo favorevole il proprio percorso terapeutico. A commuovere i presenti un altro video, che ha introdotto le esperienze di ragazze e ragazze e la storia di Carlotta Mattiello, mamma di Vittorio Andrei, in arte ‘Cranio Randagio’, giovane rapper di 21 anni morto nel novembre 2016 per un arresto cardiocircolatorio dovuto a un mix di farmaci e psicofarmaci.

Il capo struttura della Comunità Incontro di Amelia, Giampaolo Nicolasi, ha dichiarato di ospitare giovani che “già dall’età di 16 anni hanno devastato la propria vita e le loro famiglie. Ragazzi giovanissimi che sono in carico ai servizi sanitari perché coinvolti nel tunnel della droga. Dopo le sostanze si iniziano ad usare i farmaci sostitutivi, di conseguenza la loro vita se non è curata, se non è seguita dai medici sotto l’aspetto clinico diventa devastante per loro e per le proprie famiglie”. I partecipanti hanno poi ascoltato le parole di alcuni esponenti della Diocesi di Roma, attivi nell’offrire aiuto ai giovani per superare i propri disagi. Tra loro il Vescovo Ausiliario di Roma, Delegato dal Consiglio Episcopale per i problemi dei giovani, Monsignor Michele Di Tolve. “Non esiste quartiere della città di Roma- ha reso noto- dove non ci siano una parrocchia, un oratorio, un gruppo sportivo, degli educatori. Questo è il primo modo, stare in mezzo alla gente attraverso tutte le condizioni di vita della gente, dai bambini ai giovani e ai ragazzi. La gente che soffre, gli ammalati, chi muore. La parrocchia, innanzitutto, è presente così ma poi è presente perché vuole proporsi proprio per aiutare”.

A far calare il sipario sul convegno è stato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Rocco Bellantone. “L’Istituto- ha ricordato- ha un impegno costante e continuo e di vecchia data sul problema delle dipendenze, sia da sostanze sia quelle comportamentali. In particolare segnalo la stretta collaborazione con la presidenza del Consiglio dei Ministri, con il Dipartimento antidroga, per uno studio che sta monitorando in maniera attenta le abitudini viziate soprattutto dei nostri adolescenti in questo campo. Poi- ha aggiunto- sottolineo la presenza del Telefono Verde che l’Istituto ha dedicato a queste problematiche e sottolineo l’importanza di tutta l’osservazione che l’Istituto dedica a questo argomento con importante segnale di allarme per le istituzioni che devono intervenire”.

Al termine della giornata di lavori la Commissione dell’Omceo Roma ha presentato le proposte per la convocazione di un tavolo tecnico istituzionale e multidisciplinare che veda coinvolti esponenti dei ministeri della Salute, dell’Istruzione e del Merito, dello Sport e della Giustizia.“I risultati ottenuti in questo anno e mezzo, quasi due, di lavoro- ha evidenziato il responsabile scientifico della Commissione per lo studio e la prevenzione delle dipendenze dell’Ordine dei Medici-chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma, Antonio Bolognese– sono la base per poter pensare di divulgare questa nostra iniziativa in campo nazionale, coinvolgendo gli Ordini dei medici della maggior parte delle città italiane. Credo che la possibilità di esportare un metodo che ha dato risultati così significativi possa essere un interesse da parte delle istituzioni”.

05 giugno 2024
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