Due misure cautelari con obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Queste le misure emesse dal Gip del Tribunale di Cassino a conclusione di una indagine condotta dal Nas Carabinieri di Latina con la collaborazione dei militari della Compagnia CC di Formia (LT) e finalizzata al contrasto dei reati di ricettazione, falso materiale in certificazioni mediche e truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale.
L’attività investigativa - convenzionalmente denominata “Love for drug” - avviata dal NAS Carabinieri di Latina all’inizio del 2023, è stata coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Cassino ed è scaturita dalle verifiche sulla corretta dispensazione di medicinali presso diverse farmacie della provincia pontina e di quella frusinate, approfondendo in particolare i casi di eccessivo e non giustificato volume di prescrizioni di un farmaco ad azione stupefacente, oppioide semisintetico (il cui principio attivo è l’”ossicodone” caratterizzato da una molecola strutturalmente correlata a morfina e codeina).
Gli accertamenti conseguentemente svolti, spiega una nota del Nas, tutti compiuti attraverso un’intensa attività investigativa (che ha trovato il proprio punto di forza nei tradizionali metodi di ricognizione fotografiche, servizi di osservazione e pedinamento ed acquisizioni documentali), hanno permesso di chiarire il modus operandi dei due soggetti destinatari delle misure cautelari, legati da un rapporto sentimentale e residenti nel comune di Formia ed entrambi gravati da precedenti penali specifici.
Il contesto investigativo consentiva di censire numerosi episodi nei quali i due si erano recati presso farmacie delle province di Latina e di Frosinone per effettuare la spendita di ricette mediche, falsificate nei contenuto, poi risultate anche provento di pregressi furti perpetrati ai danni di aziende ospedaliere, studi medici e di medicina generale. La falsità materiale delle ricette, compilate e firmate dai medesimi indagati, risultava facilitata dall’apposizione dei timbri, sottratti in precedenza ad ignari medici.
Gli indagati, attraverso il surrettizio procacciamento del citato farmaco a base stupefacente, inducevano anche in errore I’Asl di Latina che, di conseguenza, corrispondeva alle farmacie circa 100mila euro, quale corrispettivo per il rimborso delle ricette.