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Fecondazione assistita eterologa. Il Lazio alza il limite di accesso a 46 anni

“Nell‘omologa si utilizzano i gameti della coppia mentre nell’eterologa si ricorre a ovociti o seme da donatore. E quando necessario è possibile optare per doppia donazione sia di ovociti che di seme. L’età di primo accesso alla Pma si è abbassato moltissimo, l’86% delle coppie che si rivolgono a noi hanno sotto i 37 anni. Raccomandiamo alle ragazze : crioconservate i vostri ovociti, mettete ‘in banca’ la vostra fertilità”.

14 NOV - Diventare mamma e papà non è per tutti una strada facile. Capita a volte per motivi biologici, d’età e sociali che questo evento felice venga procrastinato per poi accorgersi, al momento di volerlo realizzare, che non è così semplice da conseguire. Iniziano le prime corse, i primi consulti con lo specialista dell’infertilità, i check-up, e poi magari le stimolazioni ormonali, altri trattamenti medici e a volte, purtroppo, sopraggiungono anche le prime delusioni. Ma anche tanta felicità quando si raggiunge la maternità cercata. Spesso bisogna fare i conti non solo con l’orologio biologico ma anche con i limiti d’età che sono ben precisi nell’accesso, attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, a queste tecniche.

Una novità è arrivata dalla Regione Lazio: infatti le donne potranno accedere alla Procrezione Medicalmente Assistita (Pma) con donazione dei gameti femminili fino ai 46 anni, superando il limite precedente dei 43. Perchè è importante questo traguardo? Qual è la differenza tra omologa ed eterologa? L’agenzia Dire ne ha parlato con la dottoressa Annarita Pacchiarotti, responsabile del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) della Asl Roma 1.

“Nell‘omologa– ha spiegato l’esperta- si utilizzano i gameti della coppia mentre nel caso dell’eterologa si ricorre a ovociti o seme da donatore. E quando necessario è possibile optare per doppia donazione sia di ovociti che di seme”.

“La risposta è pratica e risiede nel fatto che le maglie si sono allargate perché questo tipo di trattamento di procreazione medicalmente assistita consente di ricorre a donazione di ovociti da donatrice giovane. Mentre rimane invariato, nella regione Lazio, il limite dei 43 anni per la donna che accede ad omologa o a eterologa con esclusiva donazione di seme maschile”.

“I dati in letteratura- ha sottolineato l’esperta in Pma- dimostrano infatti che la fertilità femminile cala drasticamente già dai 35 anni e si è visto che le tecniche di fecondazione assistita dopo i 42 anni hanno bassissime percentuali di successo. Per cui da un lato il rapporto tra rischio e beneficio, in termini di sicurezza della paziente, dall’altro l’aspetto economico, che ricadrebbero sulle tasche dei cittadini, non giustifica l’innalzamento del limite d’età per la donna oltre i 43 anni”.

“L’unico centro nella regione Lazio- ha aggiunto Pacchiarotti- che pratica la Pma eterologa è la Asl Roma 1, in particolare il San Filippo Neri come individuato dalla Regione Lazio nel DCA 00001/2019. Questo aumenterà per noi di sicuro il volume di lavoro ma ci porterà anche a migliorare i nostri risultati. Sarà possibile arrivare al nostro centro di Pma anche extra regione ma sarà necessario avere l’autorizzazione della regione di appartenenza. Da inizio anno abbiamo effettuato più di 50 trattamenti da inizio 2022, prevedo che il numero delle nostre pazienti aumenterà considerando che è l’unico Centro da Roma in giù e che l’eterologa al momento è praticata nel pubblico solo in Toscana Emilia e Friuli. Parallelamente dovremo adeguare la risposta alla domanda che ci verrà richiesto di sostenere”.

“Vorrei inviare un messaggio importante,- prosegue la dottoressa Pacchiarotti- che è anche oggetto di un nostro studio in corso: l’età del primo accesso alle tecniche di Pma si è abbassato moltissimo. Infatti dai dati che abbiamo raccolto nella Asl Roma 1 oggi l’86% delle coppie che si rivolgono a noi hanno sono sotto i 37 anni. L’insufficienza ovarica prematura sembra dovuta a danni della tiroide derivati da fattori ambientali. L’altro suggerimento, diretta conseguenza del precedente, è quello di pensare a fare figli in età giovane e a monitorare precocemente la propria riserva ovarica. Ultima raccomandazione da far arrivare alle ragazze è: crioconservate i vostri ovociti, mettete ‘in banca’ la vostra fertilità. È importante perché la donna biologicamente non ha tutti gli anni dell’uomo per conciliare carriera e famiglia e ad un certo punto è come se dovesse compiere scelta. L’uomo paradossalmente può concepire fino a tarda età mentre la donna non ha questa possibilità. A questo quadro va aggiunto il fenomeno sempre più crescente di donne che entrano in menopausa anticipata. Non è così inconsueto arrivare a questa fase all’età di 47 rispetto ai 50/52 anni di un tempo. Anche qui la risposta va ricercata nel fatto che spesso il momento del menarca si è anticipato agli 11 anni e mezzo d’età a cui vanno aggiunti i danni ambientali che incidono sulla fertilità come dicevo prima”.

“Credo sia davvero molto importante agire sulle cause del problema. Il mio appello alle Istituzioni è che si lavori presto ad una campagna di comunicazione e corretta informazione. Solo agendo sulle cause del problema si potrà ridurre la denatalità”, ha concluso la Pacchiarotti.

14 novembre 2022
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