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Liste d’attesa. Cgil Lazio lancia campagna per l’accesso alle prestazioni sanitarie

Le strutture del sindacato saranno a disposizione dei cittadini che si vedranno fissato l’appuntamento in tempi difformi da quanto previsto, per aiutarlo a ottenere la prestazione di cui ha bisogno. “Gli smaltimenti periodici delle prestazioni inevase non costituiscono la soluzione dei tempi di attesa, si deve porre mano ad una vera programmazione”, evidenzia la Cgil che chiede all’assessorato alla Salute di farsi “garante di una maggiore equità e di maggiore uniformità tra Asl e Asl nell’accesso alle prestazioni”.

13 APR - A partire dai prossimi giorni, in tutto il territorio del Lazio, le strutture della Cgil saranno impegnate in una informazione diffusa e nell’affiancamento concreto ai cittadini per ottenere, nei tempi previsti, l’erogazione delle prestazioni sanitarie da parte del Servizio Sanitario Regionale. Lo annunciano la Cgil Roma e Lazio in una nota.

“Le strutture del sindacato - spiega il segretario generale della Cgil Michele Azzola- sono aperte a tutti i cittadini che vi si potranno rivolgere ogni volta che si vedranno fissato l’appuntamento in tempi difformi da quanto previsto. Le strutture della CGIL intendono farsi carico della domanda di prestazione inevasa del cittadino che ne chiede l’attuazione ma che non riesce a ottenerla dal servizio sanitario regionale.   Intendiamo farlo segnalando il caso al referente Asl per le liste di attesa e affiancando il cittadino- utente del SSR fino all’ottenimento del suo diritto ad avere erogata la prestazione”.

La CGIL nei mesi che hanno preceduto la pandemia aveva già portato avanti una diffusa campagna per l’abbattimento delle liste di attesa impostata sul rafforzamento delle strutture pubbliche per l’erogazione diretta da parte delle ASL e per l’accesso , previsto dalla legge, in ultima istanza, tramite il canale intra moenia con il solo pagamento del ticket.

“Oggi – osserva Azzola- non si tratta solo di ridurre con periodiche campagne le prestazioni in attesa quanto di mettere la struttura sanitaria pubblica in grado di erogare correntemente e nel rispetto dei tempi di attesa le prestazioni dovute. Vogliamo che l’assessorato alla Salute su faccia garante, a livello regionale, di una maggiore equità e di maggiore uniformità tra Asl e Asl nell’accesso alle prestazioni”.

Vanno superate, sottolinea il sindacato, “per una migliore qualità del sistema erogativo le differenze territoriali strutturali e la qualità delle relazioni fra tutti i nodi: cittadini, infrastrutture di prenotazione (cup) medici di famiglia, specialistica territoriale e ospedaliera”. Se un cittadino di una Asl fuori Roma ha bisogno di una prestazione di primo livello, ad esempio di una visita cardiologica o di un elettrocardiogramma, “non deve andare a Roma ma la prestazione gli deve essere offerta in prossimità”.

“La Cgil – sottolinea ancora Azzola- ritiene che gli smaltimenti periodici delle prestazioni inevase non costituiscono la soluzione dei tempi di attesa e che si deve porre mano ad una vera programmazione. Un accesso indifferenziato e non pianificato non risolverà il problema delle liste di attesa e amplificherà le diseguaglianze già presenti fra le persone”.

La CGIL segue negli osservatori regionale e aziendali per la riduzione delle liste di attesa l’ultimo Piano Operativo della Regione Lazio, in corso di attuazione, con il quale a fine gennaio 2023 dovrebbero essere abbattute le liste di attesa di alcune importanti prestazioni specialistiche. In questo contesto, il sindacato esprime la volontà di continuare a richiedere, come da Piano regionale riduzione liste di attesa, “la prioritaria ottimizzazione di tutte le risorse interne alle ASL (personale e attrezzature) che concorrono alla produzione delle prestazioni specialistiche”. A tal fine, spiega, “occorrono investimenti mirati che rafforzino l’efficienza delle apparecchiature dedicate, l’impegno e la propensione dei professionisti sanitari a collaborare fra loro, la qualità del lavoro di tutti gli operatori impegnati”.

Obiettivo a breve-medio periodo è per la CGIL il recupero del differenziale fra volumi di prestazioni erogate nel 2019 e volumi erogati attualmente. La CGIL è impegnata a monitorare nelle sue diverse fasi questo processo avviato, in attuazione della legge di stabilità 2021, dalla R. Lazio a partire da marzo 2022. “Con la scelta del Governo di porre fine allo stato di emergenza - sostiene il sindacato - non è più rinviabile una forte azione da parte della Regione Lazio per far ripartire la sanità "No Covid" , abbattere le lunghe liste di attesa e aumentare la quantità e la qualità dei servizi sanitari pubblici della regione Lazio. Per recuperare le diverse centinaia di migliaia di prestazioni perse in questi mesi e garantire a tutti l'accesso alle cure bisogna procedere immediatamente con nuove assunzioni mirate e abbattere tutte quelle barriere che in troppi casi costringono le cittadine e i cittadini, in particolare i fragili e gli anziani, ad una vera e propria corsa ad ostacoli per poter usufruire dei servizi pubblici del SSR”.

La mobilitazione dei cittadini per il diritto all’erogazione delle prestazioni è un punto centrale dell’iniziativa della CGIL che sarà sviluppata e intensificata nei prossimi mesi. "La cura non può attendere”, ribadisce il sindacato.

13 aprile 2022
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