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Fnomceo e Aris a Papa Francesco: “Grazie per aver valorizzato relazione di cura”


"Apprezziamo in particolare la sensibilità con cui ha saputo valorizzare l’importanza e la peculiarità della relazione di cura: unica per ogni paziente, più intima per accogliere le fragilità, ma offerta a tutti senza discriminazione alcuna”, ha commentato il presidente Fnomceo Filippo Anelli. Per il presidente Aris, Padre Virginio Bebber è necessario "salvare le strutture che servono gratuitamente i malati". 

12 LUG - “Ringraziamo Papa Francesco per aver avuto, in questo momento, un pensiero per tutti i medici e gli operatori sanitari. Apprezziamo in particolare la sensibilità con cui ha saputo valorizzare l’importanza e la peculiarità della relazione di cura: unica per ogni paziente, più intima per accogliere le fragilità, ma offerta a tutti senza discriminazione alcuna”.

Così il Presidente dell’Ordine nazionale dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, risponde alle parole che il Santo Padre ha voluto dedicare ai curanti, dopo aver sperimentato, durante il ricovero al Gemelli, “l’umana dedizione del personale medico-sanitario”.
 
Sullo stesso intervento del Pontefice è intervenuta anche l'associazione che riunisce le istituzioni socio-sanitarie della Chiesa, sottolineando come “l'appello del Papa per la salvaguardia della gratuità dell'accesso alle cure uguali per tutti non poteva giungere in un momento più indicato di quello attuale”, ha commentato  il presidente Padre Virginio Bebber.
 
“Come non poteva essere più attuale – prosegue Bebber – il richiamo alle istituzioni sanitarie della Chiesa a non cedere le armi davanti a problemi economici, scegliendo la via della vendita piuttosto che quella del sacrificio e della solidarietà”. Non devono fare quattrini ma rendere un servizio all'uomo che soffre, ha ricordato Francesco. “Sono parole molto forti – riprende Bebber - che non si possono che condividere”.

Ma altrettanta riflessione “bisogna farla sul suo appello a salvare le strutture che servono gratuitamente i malati. E ciò vale soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui molte istituzioni no profit, cioè non dedite al guadagno, finiscono per essere inghiottite dalle multinazionali della sanità for profit che, in un mondo sanitario in cui sembrano prevalere le logiche di mercato, riescono a fare il bello e il cattivo tempo”.

“Hanno i mezzi e comprano chi è costretto a cedere – continua il Presidente dell’Aris - e non sempre per una cattiva gestione. Non basta, infatti, mantenere lo stile della gestione del buon padre di famiglia, o non voler ottenere guadagni, per assicurarsi la possibilità di prendersi cura del malato nel modo migliore possibile. Serve attenzione da parte delle autorità competenti ed una rete di solidarietà tra le stesse opere della Chiesa. A questo noi dell’ARIS stiamo lavorando in stretto contatto con l'Ufficio per la Pastorale della Salute della CEI. Certo, le Istituzioni Associate sono di proprietà di Congregazioni, Enti e Ordini religiosi, autonomi e indipendenti nelle loro decisioni, dunque noi non possiamo che esortare tutti a fare quadrato e a testimoniare la forza di una comunità cristiana, e quindi fraterna”.

“Per questo – conclude - accogliamo le parole di Papa Francesco con gioia, nella speranza che siano di stimolo per aiutarci ad andare avanti insieme”. 

12 luglio 2021
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