“Il futuro degli infermieri è roseo: protagonisti sul territorio, nei team multidisciplinari e nella ricerca”. Intervista a Beatrice Lorenzin
“La trasformazione delle pratiche mediche e dell’approccio al paziente ma, soprattutto, la necessità di potenziare la medicina del territorio, ci guidano verso nuovi modelli di assistenza e di presa in carico del paziente o della persona non autosufficiente in cui l’infermiere di famiglia (o del quartiere che dir si voglia), può davvero esaltare la sua professionalità”.
13 MAG - È quanto sottolinea Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute nella XVII Legislatura, all’indomani della giornata internazionale dedicata a questa professione. L’approfondimento sul futuro della professione infermieristica che Quotidiano Sanità sta conducendo con il sostegno non condizionato di Roche si chiude a Montecitorio dove l’ex Ministro, oggi membro della V Commissione Bilancio della camera dei Deputati, ha voluto tracciare il futuro “roseo” di una componente così importante del sistema sanitario.
“La sempre maggior professionalizzazione della figura infermieristica da un lato e i diversi modelli organizzativi di assistenza che si stanno delineando come necessari dall’altro – ha sottolineato - comportano un diverso e più alto fabbisogno di infermieri specializzati. Ma questo non solo in Italia bensì in tutto il contesto europeo.”
Peraltro, ha aggiunto “la demografia del futuro vedrà un’Italia composta da persone sempre più anziane e sole che non possono essere affidate a persone non professionalizzate. La figura dell’infermiere che lavora in un team multidisciplinare diventerà quindi fondamentale sia in termini di prevenzione sia nella prospettiva di un maggiore sviluppo dell’Home Care. È questo, sul territorio, con l’ausilio della telemedicina (pensiamo solo alle potenzialità del 5G nelle aree più rurali) diventerà davvero il regno dell’infermiere e del suo operare in team con i clinici del territorio”.
“Questa categoria” ha quindi aggiunto Lorenzin “sempre più professionalizzata e specializzata, potrà inoltre essere molto utile nell’individuazione di ausili e device che molto spesso è chiamata non soltanto ad utilizzare ma anche ad insegnarne il funzionamento ai pazienti a cui presta assistenza”.