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Covid. Snami: “No ai farmacisti vaccinatori”


Il sindacato autonomo boccia la misura contenuta nel Dl Sostegni: “La vaccinazione in tutti i suoi momenti - aggiunge Domenico Salvago, vice presidente nazionale Snami - è un atto medico e non possono essere sdoganate, neanche in momenti di emergenza nazionale, figure non Mediche, paventando così l’esercizio di abuso di professione”

22 MAR - In riferimento al decreto “Sostegni” che di fatto annulla la precedente norma che prevedeva le vaccinazioni in farmacia solo in presenza di un Medico, il sindacato autonomo dissente totalmente. ”Se lo Stato correttamente sente la necessità di allargare la platea dei vaccinatori - dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami - scorrettamente ha individuato la figura del farmacista e del parafarmacista che non possono garantire la sicurezza nella fase dell’anamnesi e in caso di reazione allergica da inoculazione del vaccino”.
 
“La vaccinazione in tutti i suoi momenti - aggiunge Domenico Salvago, vice presidente nazionale Snami - è un atto medico e non possono essere sdoganate, neanche in momenti di emergenza nazionale, figure non Mediche, paventando così l’esercizio di abuso di professione. E’ necessario moltiplicare il numero di chi vaccina per arrivare a quanto ha correttamente sottolineato il nuovo commissario generale Francesco Paolo Figliuolo, di 500.000 inoculazioni al giorno”.
 
“I Medici di Medicina Generale e Medici di altri comparti - sottolinea Salvatore Cauchi, addetto stampa nazionale - hanno dato la loro disponibilità per cui non corrisponde a verità che manchi chi dovrà vaccinare, ma manca l’organizzazione. Concentriamo le vaccinazioni in strutture specifiche destinate a queste attività con personale infermieristico, di segreteria, con la presenza del medico rianimatore e l’ambulanza per operare continuativamente e in sicurezza. Come Snami siamo stati i primi a denunciare il tentativo continuo delle regioni di “deviare” le vaccinazioni anticovid verso i nostri studi anche quando non abbiamo un’organizzazione logistica con infermiera e personale di segreteria”.
 
“Su questo aspetto non possiamo transigere - conclude Angelo Testa - abbiamo firmato un accordo nazionale ben preciso e i tentativi delle  regioni di declinare accordi che non privilegino il vaccinare nei centri vaccinali non possono essere accettati e vanno denunciati alla pubblica opinione”.

22 marzo 2021
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