“Assurdo vietare ai medici di famiglia di visitare a casa i pazienti Covid. La sentenza del Tar Lazio è un attentato alla nostra autonomia”. Intervista a Pierluigi Bartoletti (Fimmg)
di Luciano Fassari
Il vicesegretario della Fimmg e vice presidente dell’Ordine dei medici di Roma critica la sentenza del Tar Lazio che ieri ha stabilito che solo le Usca possono visitare a domicilio i pazienti Covid. “Il medico per codice deontologico è libero di in scienza e coscienza di visitare i suoi pazienti”. E poi non condivide le parole della Fnomceo: “Sono rimasto molto sorpreso”. E boccia le Usca: “Concepite solo per fare occupazione”.
18 NOV - “Un attentato all’autonomia del medico”. È lapidario il commento del vicesegretario della Fimmg e vice presidente dell’Ordine dei medici di Roma,
Pierluigi Bartoletti sulla sentenza del Tar Lazio che ieri ha stabilito che solo le Usca possono visitare a domicilio i pazienti Covid.
“Siamo all’assurdo -dice in quest’intervista e per giunta in un momento di emergenza dove tutti dobbiamo rimboccarci le maniche”. E poi boccia le Usca: “Così come sono state concepite sono solo un sistema per fare micro assunzioni. Hanno fatto nascere il germe per il futuro servizio di medicina generale dipendente e i risultati non mi sembra lascino ben sperare.”
Dottore come commenta la Sentenza Tar che ha detto che i medici di famiglia non devono visitare a casa i pazienti Covid?
La ritengo un attentato all’autonomia del medico.
Parole forti…
Ma è la verità il medico per codice deontologico è libero di in scienza e coscienza di visitare i suoi pazienti. E poi mi faccia dire che la sentenza dice che i medici di famiglia non possono visitare i pazienti Covid, ma invece quelli che hanno la febbre e magari anche qualche patologia cronica come il diabete e non hanno fatto il tampone, possiamo visitarli. Siamo all’assurdo e per giunta in un momento di emergenza dove tutti dobbiamo rimboccarci le maniche. La Regione ha dichiarato che farà ricorso al Consiglio di Stato, vediamo.
Certo è che la medicina generale non ne esce bene. Sembra un po’ come se al pompiere quando c’è un incendio gli si chieda di restare in caserma perché il fuoco è pericoloso…
Purtroppo è così e il sindacato che ha proposto il ricorso a mio avviso ha fatto un autogol, o forse la sua idea è quella di rendere i medici di medicina generale dipendenti. Mi è sembrata una difesa di chi in questi mesi ha detto no a tutto, dai sierologici ai tamponi e ora trova giustificazione da parte di un tribunale. Una parte della categoria deve capire che non può stare fuori dalla storia altrimenti si certifica la sua assoluta inutilità.
Senta ma anche il presidente della Fnomceo Anelli si è detto d’accordo con la sentenza…
Sono rimasto molto sorpreso dalle sue parole soprattutto in un momento dove negli ospedali i medici stanno lottando ogni secondo per curare le persone, non si può dire ad una parte della categoria statevene a casa.
È chiaro però che le Usca non funzionano. A parte il medico di famiglia e il 118 i cittadini non sanno che fare…
Le Usca così come sono state concepite sono solo un sistema per fare micro assunzioni di personale poco formato che dipende dai Distretti Asl senza essere in raccordo con i medici di famiglia e gli ospedali. Insomma hanno fatto nascere il germe per il futuro servizio di medicina generale dipendente e i risultati non mi sembra lascino ben sperare.
Ma perché non c’è un numero per chiamare queste Usca?
Tutto è in mano alle Asl che dovrebbero raccogliere le segnalazioni dei medici e inviarle a casa dei pazienti ma il problema è alcune Aziende fanno bene questo lavoro altre purtroppo molto meno. Ma la questione dirimente è che ogni Regione ha preso la sua strada quando invece serve omogeneità.
Lei guida l’Uscar della Regione Lazio, che differenza c’è con le Usca?
Noi siamo un gruppo di 300 medici e 450 infermieri che hanno aderito volontariamente e siamo in diretto collegamento con lo Spallanzani e il 118. Inoltre nel team sono presenti medici più esperti e più giovani, perché il Covid è una malattia seria e complessa, e siamo in grado di fare 1.200 domiciliari a settimana. Insomma il nostro sistema prevede una rete opedale-territorio che funziona e così dovrebbero essere organizzate in tutta Italia. Ma è chiaro che tutto ciò non basta ed ecco perché sentenze come quella del Tar non aiutano. Ma sia chiaro, noi non ci fermiamo.
Luciano Fassari
18 novembre 2020
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