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Coronavirus. La proposta Fimmg per riformare l’assistenza territoriale: “Fino ad ora adottate strategie insostenibili. Ora serve un Piano nazionale e un nuovo approccio per le cure”

di Luciano Fassari

Il sindacato ha consegnato un corposo documento al Ministro della Salute, Roberto Speranza con una serie articolata di proposte per “rivedere gli attuali modelli di contenimento/controllo dell’epidemia da Coronavirus e della loro gestione, recuperando ora, gli elementi costitutivi della Cure Primarie e della Medicina Generale: prossimità e pro-attività per modificare l’attuale paradigma assistenziale, troppo centrato su una prospettiva specialistica e ospedalo-centrica”. IL DOCUMENTO

20 APR - “Le strategie utilizzate fino ad ora per gestire l’emergenza rischiano di diventare insostenibili” e per questo “occorre un forte e urgente richiamo all’ impellente necessità di rivedere gli attuali modelli di contenimento/controllo dell’epidemia da Coronavirus e della loro gestione, recuperando ora, gli elementi costitutivi della Cure Primarie e della Medicina Generale”. È quanto scrive la Fimmg in un corposo documento consegnato al Ministro della Salute, Roberto Speranza con cui si definiscono una serie di azioni da adottare per potenziare l’assistenza sul territorio, sia per affrontare il Covid 19 e sia per il futuro.
 
Le parole d’ordine di questa nuova visione per la Fimmg sono “prossimità e pro-attività per modificare l’attuale paradigma assistenziale, troppo centrato su una prospettiva specialistica e ospedalo-centrica e rendendolo più sostenibile”.
 
Per il sindacato occorre “un uso ragionato delle recenti evidenze in ambito terapeutico anche con farmaci già patrimonio del bagaglio terapeutico dei MMG (es.: idrossiclorochina) e di quelli più innovativi che consentono una gestione docmiciliare dei casi”. Inoltre va messo in campo “un innovativo processo di presa in carico e monitoraggio anche da remoto con l’uso del digitale e della ITC “e poi serve una “ri-organizzazione della Medicina generale (visite su appuntamento, associazionismo, formazione, preparazione e riqualificazione del personale di studio, USCA, ecc.)”.
 
Farmaci e tamponi. Riguardo ai farmaci la Fimmg sottolinea che “per la realizzazione di questo obiettivo sarà fondamentale avere a disposizione un protocollo terapeutico con disponibilità di farmaci appropriati anche sul territorio da dispensare ai soggetti posti in isolamento domiciliare, tenuto conto delle indicazioni dell’ AIFA, unitamente alla creazione di un sistema di Sorveglianza e Segnalazione dei casi sospetti di Covid- 19 e una appropriata gestione della esecuzione dei tamponi, che se correttamente utilizzato potrà essere un potente strumento di prevenzione collettiva e di controllo della diffusione della malattia, che ci accompagnerà probabilmente per lungo tempo o almeno fino alla introduzione di uno specifico vaccino”.
 
Il ruolo delle USCA e le nuove tecnologie. Per il sindacato “nel percorso gestionale del trattamento dei pazienti domiciliari sarà inoltre strategico e rilevante sviluppare il ruolo delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), o di altre Unità Professionali della medicina generale, ove territorialmente previste, fortemente integrate con il MMG sul versante della visita domiciliare e il monitoraggio nonché di prolungamento/rafforzamento della funzione assistenziale territoriale della Medicina Generale, anche con la introduzione e l’utilizzo degli strumenti digitali e della ICT (telefono, APP, applicazione web, video sorveglianza, PHD, ecc.) che consentano di attuare un modello di “reperibilità a distanza” per potenziale le funzioni di MMG e USCA”.
 
Un Piano nazionale. Ma per la Fimmg è fondamentale “che una organizzazione così complessa e capillare non può essere improvvisata o lasciata ad una eccessiva variabilità. Certamente andrà creato un meccanismo che sappia raccogliere le esigenze territoriali e tenere conto delle differenze geografiche, ma una situazione di questo tipo, con questo andamento nelle sue dinamiche epidemiologiche, richiede un robusto Piano Nazionale che sappia coordinare gli interventi in maniera efficace, evitando che iniziative eccessivamente localistiche e non coordinate, possano compromettere i grandi sforzi e sacrifici che tutta la Comunità Nazionale ai vari livelli sta compiendo”.
 
L’emergenza come volano per costruire medicina generale di domani. Per i medici di famiglia “l’implementazione di un modello di gestione territoriale indotto dalla emergenza del SARS-CoV-2, consente di definire lo sviluppo di una nuova strategia assistenziale. Si possono creare le condizioni per produrre effetti positivi anche nella gestione complessiva della salute dei cittadini, superata la pandemia che attualmente stiamo affrontando, ed in particolare della cronicità. Non dovranno essere disperse le modalità assistenziali e le progettualità individuate in questo periodo, ne’ la tecnologia che verrà utilizzata, pensando ad un loro utilizzo virtuoso anche nella fase post- emergenziale”.
 
“Dopo gli errori di una prima fase – afferma la Fimmg - che ha trascurato di potenziare e rafforzare il primo livello di cure, che come prima nefasta conseguenza non ha saputo gestire una adeguata protezione dei Medici di Famiglia, ci consegna una nuova modalità di assistenza alla persona che va a rafforzare il rapporto medico-paziente e il ciclo di fiducia tipico della medicina generale e suo potente strumento di conoscenza e continuità della cura delle persone. Superata la fase emergenziale e utilizzando il bagaglio tecnologico e di esperienze professionali accumulato in questo periodo, si può aprire nuova fase dove il contatto ordinario può essere svolto anche attraverso l’utilizzo della ITC, in grado di consentire un salto di qualità nella erogazione della assistenza territoriale. In tale ottica, come abbiamo visto, la disponibilità del MMG si amplia e rafforza:
 
- attraverso la capacità di organizzare la propria attività professionale e percorsi assistenziali innovativi con l’utilizzo di tecnologie digitali nella pratica quotidiana, APP, Piattaforme, Video-consulto, in parte già testati nella fase della emergenza Covid-19 in grado di consentire un constante contatto, anche a distanza di pazienti fragili e affetti da patologia cronica;
 
- dotandosi di personale di studio appositamente formato;
 
- utilizzando tecnologia di primo livello nella pratica quotidiana con device in grado di monitorare le principali patologie che si presentano nello studio del MMG e che si interfacciano con gli strumenti della ITC.
 
Luciano Fassari

20 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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