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Coronairus. Anche Cse, Cida, Codirp e Cosmed sottoscrivono protocollo per la sicurezza sul lavoro. Ma Cosmed avverte: “Testo generico, servono altri interventi”


Per Cosmed, il termine “protezioni adeguate” risulta "troppo generico va indicato per il settore sanitario che tratta pazienti Covid-19 l’utilizzo di maschere filtranti 'ffp2 e ffp3' secondo gli standard internazionali". Si chiede poi l'abrogazione delle norme che stabiliscono una deroga perfino al codice penale consentendo alle aziende sanitarie di utilizzare personale esposto senza protezioni a Covid-19. E ancora, chiesto lo stop alle proposte di 'scudo' per le aziende, indennizzo e riconoscimento economico per la dirigenza. IL PROTOCOLLO

08 APR - Le Confederazioni Cse, Cida, Codirp e Cosmed hanno sottoscritto un protocollo per la sicurezza sul lavoro del settore pubblico, distinto dal settore privato.
La firma del protocollo costituisce un riconoscimento reciproco tra le confederazioni firmatarie e il governo per il raggiungimento della massima sicurezza sul lavoro e sanitaria, nonché della necessaria riorganizzazione che dovrà avvenire nelle pubbliche Amministrazioni, coinvolgendo e valorizzando tutto il personale, sia dei comparti che della dirigenza, di tutti gli ambiti della PA.

È stato ribadito che questo protocollo costituisce "solo un primo passo" che dovrà necessariamente essere oggetto di una prosecuzione tecnica nelle prossime settimane con le categorie interessate. In tal senso il Ministro ha dato disponibilità all’approfondimento delle questioni sulla sicurezza di tutti i dipendenti e dirigenti dello Stato.
 
La confederazione Cosmed, pur ringraziando il Ministro della Pubblica Amministrazione per l’incontro odierno e per la disponibilità all’ascolto anche delle organizzazioni della Dirigenza pubblica sin qui escluse dalle consultazioni governative, ha ribadito che la "gravità della situazione richiede ulteriori interventi urgenti senza i quali il protocollo rischia di diventare un atto generico, intempestivo e inadeguato".
 
In particolare, per Cosmed, il termine “protezioni adeguate” risulta "troppo generico va indicato per il settore sanitario che tratta pazienti Covid-19 l’utilizzo di maschere filtranti 'ffp2 e ffp3' secondo gli standard internazionali".
 
"Vanno abrogate le norme che stabiliscono una deroga perfino al codice penale consentendo alle aziende sanitarie di utilizzare personale esposto senza protezioni a Covid-19, con gravi rischi per la cura degli operatori e per la diffusione del contagio agli utenti ( abrogazione art.7 del DL 9 marzo 2020 n.14). Parimenti è inaccettabile l’art.16 del DL 17 Marzo n.18 che considera DPI adeguati le mascherine chirurgiche in commercio senza ulteriori specificazioni e di cui si richiede l’immediata abrogazione", spiega la Cosmed in una nota.
 
"Devono essere respinte manovre emendative che da più parti tendono a sottrarre le Istituzioni dalla responsabilità penale e civile per le inadempienze nei confronti di operatori e utenti. La valorizzazione della dirigenza particolarmente esposta all’emergenza deve tradursi in atti concreti sia in termini di indennizzo che di riconoscimento economico del lavoro svolto (provvedimenti di detassazione e sollecito completa ed adeguata remunerazione del carico di lavoro straordinario). La sottoscrizione del presente protocollo pertanto rafforza la denuncia delle gravi inadempienze che si sono verificate in questi tragici giorni che segnaleremo tempestivamente anche al Ministero della funzione pubblica", conclude la Cosmed.

08 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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