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Congresso Fimmg. Modificato lo statuto: si favorisce la partecipazione dei giovani medici


Si gettano le fondamenta per una medicina pronta a risopndere alle sfide della cronicità. Il segretario generale, Silvestro Scotti: "Un risultato storico. Diamo avvio ad una nuova stagione che valorizzerà ancor più la Medicina Generale, mettendo al centro la salute dei cittadini e le capacità innovative dei giovani medici”. 

12 OTT - Si è chiuso oggi il Congresso Nazionale Fimmg che quest’anno ha guardato in modo particolare ai temi della prossimità e dell’organizzazione delle cure, delineando il quadro della “Medicina Generale di domani tra demografia e cronicità". Ancora una volta, il Congresso Nazionale è stato occasione di dibattito e confronto, grazie al quale è stato possibile sottolineare le criticità, ma anche far nascere nuove proposte.

E mai come quest’anno la Fimmg ha scelto di plasmare il dibattito nell’ottica di un cambiamento concreto; il Congresso ha infatti modificato lo Statuto della Federazione dei Medici di Medicina Generale riservando una presenza fissa dei giovani medici (al di sotto dei 40 anni) che assumeranno così in maniera stabile posizioni di vertice all’interno dell’esecutivo nazionale, ma anche degli esecutivi regionali e provinciali. Tra i principali sostenitori di questo cambiamento c’è il Segretario Generale Silvestro Scotti, che ha definito questa ulteriore scelta in favore dei giovani medici “un risultato storico. Diamo avvio - ha aggiunto Scotti - ad una nuova stagione che valorizzerà ancor più la Medicina Generale, mettendo al centro la salute dei cittadini e le capacità innovative dei giovani medici”.

Nella scelta di favorire l’accesso a ruoli di vertice del sindacato ai giovani medici c’è anche una ferma volontà di dare sempre più spazio alle donne, che oggi costituiscono oltre il 60% delle nuove leve.

“Siamo fieri dell’esperienza che noi colleghi più “anziani” diamo ogni giorno alla Medicina di Famiglia - sottolinea il Segretario Generale - ma siamo anche ben consapevoli dell’apporto che può arrivare dal ricambio generazionale e di genere. Nel nostro Paese c’è l’abitudine a contrapporre giovani e meno giovani, generazioni vecchie e nuove. Tutto è visto nell’ottica dello scontro; noi ragioniamo in maniera differente. Credo fermamente che ciascun medico abbia molto da dare e la Medicina di Famiglia ha il compito di rispondere a sfide troppo importanti per lasciarsi impantanare dallo scontro generazionale. Oggi abbiamo piantato i semi per un sindacato sempre più solido e unito, un sindacato capace di far sentire la propria voce e di battersi con successo in difesa dei propri iscritti e conseguentemente dei propri assistiti e del Sistema Sanitario Nazionale. Le due cose vanno a braccetto, non può esserci un diritto alla Salute se non c’è una Medicina di Famiglia moderna, giovane nelle idee e negli uomini, dotata di opportuni strumenti e di risorse umane”. 

12 ottobre 2019
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