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Bartoletti (Fimmg) all’attacco: “Sulla sanità Governo e Regioni versano in uno stato confusionale”


Il vice segretario del sindacato dei medici di famiglia critica duramente le Istituzioni e rilancia i motivi della protesta:  “Si dovrebbe andare verso una più capillare medicina del territorio, in realtà si va verso il suo restringimento con ritardi nei bandi per la specializzazione, nella umiliazione dei medici di medicina generale con la mancata firma di un contratto atteso da 10 anni, con la mancata definizione di un modello di medicina generale unico capace di garantire lo stesso accesso alle cure ad ogni cittadino”

16 LUG - Sulla sanità Governo e Regioni versano in uno stato confusionale. Sembra vogliano aprire nuove opportunità e offrire più opzioni, in realtà marciano in senso opposto e contrario. “ cosi Pier Luigi Bartoletti vice segretario vicario della Fimmg “Si dovrebbe andare verso una più capillare medicina del territorio, in realtà si va verso il suo restringimento con ritardi nei bandi per la specializzazione, nella umiliazione dei medici di medicina generale con la mancata firma di un contratto nazionale atteso da 10 anni, con la mancata definizione di un modello di medicina generale unico capace di garantire lo stesso accesso alle cure di ogni cittadini a prescindere dal luogo di residenza. Da anni si indica questo come percorso obbligato ma poi si varano atti che vanno in senso opposto e contrario. Non c'è un progetto in campo ma solo a volontà di dare soddisfazione a singole categorie. I diritti dei cittadini cosi sembrano tutelati in realtà sono calpestati”.

“E' per svelare questo grande inganno che protestiamo e protesteremo ancora di più a settembre” continua Bartoletti “Mentre in tutto il mondo, anche nei liberisti Stati Uniti, compaiono evidenze circa l’utilità della medicina generale come fattore legato al benessere della popolazione, con l’esplicita richiesta di riformulare il questa direzione il sistema assistenziale, mentre il rapporto OCSE auspica un potenziamento della cosiddetta “primary care”, in Italia facciamo il contrario quindi, glebalizziamo la classe media, drenando liquidità necessaria per pagare una crisi che non passa mai.”

“I medici di medicina generale, una volta, erano la piccola, media borghesia Italiana,” ribadisce Bartoletti “ oggi dopo 10 anni di blocco contrattuale fanno parte della nuova gleba. Nessuno si lamenta per la perdita di uno “status”, ma si cerca di ragionare se cio’ per il nostro Paese sia un bene oppure un male.”

ma il segretario fa anche alcune riflessioni: “ le tarantelle sulla necessità di aumentare le borse di studio per la medicina generale, le politiche alla “todos caballeros” per far entrare negli Ospedali medici non specializzati, la proposizione di nuove figure professionali, psicologi ed infermieri, in un sistema che oramai è quasi al collasso, soprattutto nelle Regioni del sud, l'intramoenia generalizzata che favorisce , oggettivamente, chi è più ricco, sono fatti che innescano pensieri legati alla volontà di dequalificare il sistema, creandone uno di serie A e uno di serie B , cronicizzando la diseguaglianza nell'accesso alle cure invece di curarla.”
 
“Insieme ai camici bianchi ora entrano in scena i camici grigi, ma che significa? Criceti bianchi che corrono nei reparti con scarsità di personale, senza straordinari pagati, vessati da cause, minacce e pure aggrediti, e criceti grigi che corrono, invece, sulla ruota perché dopo essersi laureati non trovano un posto per la necessaria specializzazione. Chi sta meglio? E' questo lo scenario a cui dobbiamo arrenderci? Ed i cittadini ridotti a spettatori? La risposta è che nessuno sta meglio.” conclude Bartoletti “Anzi stanno peggio tutti e soprattutto i cittadini che sono immersi a loro insaputa in una controriforma. In questo medioevo del terzo millennio, le recenti scelte del Governo allargano il fossato delle diseguaglianze, creando un solco sempre più profondo tra feudatari e servi della gleba. E' questo che vogliamo evitare”.

16 luglio 2019
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