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Anziani. Dopo la denuncia dell’Iss sulla difficoltà di raggiungere lo studio del medico la Fimmg invita a non centralizzare l’assistenza


Il sindacato commenta l’ultimo aggiornamento del sistema di sorveglianza Passi d’Argento dov’è stato evidenziato che “un over 65 su tre ha difficoltà a recarsi dal proprio medico di famiglia”. Scotti: “Da tempo chiediamo un’inversione di rotta rispetto a politiche che cercano di centralizzare la Medicina di Famiglia in aggregazioni che non hanno prossimità con gli assistiti. Cambiamo strada o si determinerà una catastrofe assistenziale”

28 GIU - “I dati emersi dall’ultimo aggiornamento del sistema di sorveglianza Passi d’Argento, curato dall’Istituto superiore di sanità, sono preoccupanti ma non certo inattesi. Se è vero che un over 65 su tre ha difficoltà a recarsi dal proprio medico di famiglia, altrettanto lo è - come evidenzia anche lo studio – che le difficoltà aumentano con l’età e con l’andar del tempo. Quello che oggi è un serio problema, e che riguarda almeno due persone su tre dopo gli 85 anni, domani sarà una catastrofe assistenziale. Non facciamo sì che serva una “Greta” anche in questo ambito per capire che stiamo andando nella direzione sbagliata”. Silvestro Scotti, Segretario Generale della FIMMG lancia ancora una volta un monito alle Istituzioni affinché non sottovalutino i dati emersi, e prendano invece coscienza dell’esigenza di un chiaro indirizzo politico nell’ottica di una Medicina di Famiglia che valorizzi il rapporto fiduciario, di prossimità e la domiciliarità.
 
“La FIMMG – spiega Scotti – ha da sempre ben chiara la strada giusta da seguire per fare in modo che l’attività svolta sul territorio continui ad essere una risorsa preziosa nell’ottica di una assistenza equa, flessibile e accessibile. Un sistema che punti ad essere capillare sul territorio, con un Medico di Famiglia valutato per chilometro quadrato oltre che per volume di assistiti, e che possa esprimere al meglio una dimensione multidisciplinare attraverso cellule snelle quali i micro-team”.
 
Nella visione della FIMMG “i micro-team delle cure primarie sono infatti delle unità fondamentali, che ruotano attorno alla figura del Medico di Medicina Generale, affiancato da un fisioterapista riabilitatore, personale infermieristico, amministrativo e operatori socio-sanitari”.
 
“Solo in questo modo – prosegue il Segretario Generale FIMMG – sarà possibile vincere la sfida della cronicità, che è quella che già oggi conta più di tutte e che sempre più ci spingerà a fare i conti con le carenze del sistema. Adottare queste misure significa per la politica mostrare una capacità di analisi che va ben oltre gli interessi di parte e che si muove invece nell’unica direzione della salute dei cittadini”.
 
Proprio di questo tema si discuterà nel prossimo Consiglio Nazionale FIMMG in programma per il prossimo 6 luglio, Consiglio che per la Medicina Generale, “in attesa di risposte concrete dalla politica, si preannuncia come uno dei più “caldi” degli ultimi anni e non per le temperature del periodo”.

28 giugno 2019
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