Liberalizzazioni farmacie. Conasfa: “Parlamento non stravolga decreto”
L'associazione di farmacisti non titolari confida "un Parlamento responsabile" e ribadisce come il concorso per esami e per titoli sia "la più alta garanzia che le nuove farmacie saranno gestite dai professionisti più preparati e meritevoli, in grado di garantire il miglior servizio al cittadino”.
16 FEB - “Le proposte che abbiamo presentato da oltre un anno ed in tutte le sedi rispecchiano, in una buona parte, il DL Cresci Italia del Governo Monti”. Per questo il Conasfa, associazione dei farmacisti non titolari, confida in un “Parlamento responsabile” che non “stravolga lo spirito di modernizzatore del decreto originario”. “Confidiamo – aggiunge l’associazione - che i principi qualità del servizio al cittadini ed equità per la stragrande maggioranza dei farmacisti non siano dimenticati nel corso dei lavori parlamentari e soprattutto nella stesura del testo di legge da approvare. Se così non fosse, si perderebbe un’occasione per dimostrare veramente che si è cambiato pagina e qualcun altro, dopo domani potrebbero bussare alla porta del Governo di turno e chiedere il riconoscimento del loro interesse contingente”.
Conasfa cita in particolare cinque emendamenti all’articolo 11 all’esame del Parlamento:
- l’innalzamento del quorum farmacia-abitanti, stabilito dal decreto legge (3000 abitanti), fissandolo invece a 3500 estensibile sino a 3.800 abitanti;
- che il concorso straordinario venga effettuato sulla base della sola valutazione dei titoli e non anche per esami;
- la previsione di una riserva di sedi farmaceutiche per i farmacisti titolari di esercizi di
vicinato e l’assegnazione delle sedi sulla base dello scorrimento alternato di tre distinte graduatorie, una per i farmacisti titolari di “parafarmacia”, una per i farmacisti titolari di farmacia rurale sussidiata e l’ultima per gli altri concorrenti;
- l’eliminazione del comma 12, relativo alla dotazione di personale delle farmacie, e di prevedere la dispensazione dei medicinali di fascia C al di fuori delle farmacie;
- la sanatoria delle “parafarmacie” di proprietà di farmacisti che abbiano avviato la loro attività prima del 24 gennaio 2012.
“Qualora gli emendamenti citati venissero accolti – commenta l’associazione dei farmacisti non titolari -, si determinerebbe uno stravolgimento dello spirito di modernizzatore del decreto originario, che andrebbe invece a favorire, esclusivamente ed in maniera palese, gli interessi delle farmacie e quelli degli esercizi di vicinato i quali, potenzialmente, in futuro sarebbero trasformati in nuove farmacie. Il tutto ha il sapore di una sanatoria che, paradossalmente, sino a poche settimane fa era rifiutata da tutte le parti in causa. Così facendo verrebbero anteposti gli interessi di parte a quelli dell’attenzione nei confronti della collettività alla quale verrebbe precluso di potersi avvalere di un servizio di qualità che si può ottenere solo fissando dei capisaldi come la trasparenza ed il merito professionale”.
“Riaffermiamo – conclude il Conasfa - che solo il concorso per esami e per titolari è la più alta garanzia che le nuove farmacie saranno gestite dai professionisti più preparati e meritevoli, in grado di garantire il miglior servizio al cittadino”.
16 febbraio 2012
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