Finalmente i master specialistici per le professioni sanitarie
di Saverio Proia
Passo fondamentale, dopo quanto previsto dal contratto, per l’attribuzione degli incarichi di “professionista specialista”. Ma la strada è ancora lunga perché stiamo solo alla prima tappa del processo di istituzione e di attuazione degli incarichi anche se questa prima fase costituisce un positivo avanzamento del processo stesso
22 DIC - Altra buona notizia per le professioni sanitarie sotto l’albero di Natale (
dopo quella del protocollo Regioni-Fnopi), un altro effetto positivo della nuova carriera professionale prevista dal contratto nazionale del comparto sanità: il MIUR ed il Ministero della Salute, dopo anni di riunioni l’Osservatorio delle professioni sanitarie hanno finalmente definito
l’elenco dei master specialistici che, in attuazione dell’articolo 6 della legge 43/06, costituiscono il requisito per il conferimento dell’incarico di professionista specialista, così come, appunto, il recente CCNL del comparto sanità dispone.
Ritengo con fondatezza di opinione che proprio la concretizzazione reale di una carriera anche professionale e non solo organizzativa, così come delineata dal contratto nazionale del comparto sanità, dopo decenni di attesa, ha svolto un ruolo determinante perché si chiudesse questa prima fase di definizione quanti qualitativa dei master, così come ha contribuito l’immissione tangibile e qualificata di rappresentanti delle Regioni nell’Osservatorio stesso per il varo di un “catalogo di master” funzionale al SSN e non autoreferenziale per le professioni.
Professioni che, con i propri rappresentanti istituzionali hanno fornito un elevato contributo di contenuti e di saperi per la definizione della casistica di master specialistici ad iniziare dallo storico ed ottimo segretario della conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie
Angelo Mastrillo e dalla referente del gruppo 2 dell’Osservatorio stesso
Tiziana Rossetto.
E’ certamente una fase importante e storica, nonostante il troppo tempo che è stato necessario per arrivare a questo risultato: il Consiglio d’Europa lo aveva indicato come obiettivo nel 1983 (!!!) , i decreti ministeriali di istituzione dei profili professionali ex terzo comma dell’art.6 del dlgs 502/92, prevedeva sin dal 1994 che fosse normata la formazione complementare post-diploma(colpevolmente disattesa dal Ministero della Salute), l’art.6 della legge 43/06 aveva previsto l’istituzione del professionista specialista a cui si accedeva con il relativo master (buio totale nella normativa e nei contratti) sino al recente CCNL del comparto sanità che, dopo decenni, finalmente prevede e norma modalità, requisiti e retribuzione per l’affidamento dell’incarico di professionista sanitario “specialista”.
Purtroppo, nonostante che ormai esista la norma contrattuale che permette di affidare l’incarico di professionista specialista, non è immediatamente spendibile se non in tempi medi e lunghi.
Infatti, l’iter di approvazione definitiva, come afferma lo stesso comunicato stampa del MIUR, è appena iniziato prevedendo il passaggio per l’auspicabile approvazione da parte degli organismi dei ministeri, il CUN esiste, il Consiglio superiore di sanità deve essere ricostituito, quindi vanno definiti gli ordinamenti didattici, emanati i conseguenti decreti interministeriali, andranno successivamente attivati i master nei vari atenei, i professionisti dovranno iscriversi e conseguire il relativo diploma…nelle aziende sanitarie andranno individuati quanti e quali incarichi di professionista specialista, stabilire le modalità di selezione per l’affidamento di tali incarichi.
Intanto, però, come stanno prevedendo le prime bozze che ho letto, i Contratti collettivi integrativi aziendali possono recepire la normativa contrattuale aziendale, stabilendo l’istituzione nell’Aziende Sanitarie degli incarichi professionali di “professionista specialista” regolando le modalità di attribuzione, verifica, conferma o revoca e la relativa graduazione anche economica…così da essere pronti quando scatterà la fatidica ora X…
Quindi stiamo solo alla prima fase del processo di istituzione e di attuazione degli incarichi di professionista specialista anche se questa prima fase costituisce un positivo avanzamento del processo stesso...
Una riflessione amara; ma se la questione delle ulteriori competenze specialistiche come di quelle avanzate non è solo la giusta e dovuta crescita professionale bensì costituisce una necessità strategica per fornire una sempre più adeguata risposta ai bisogni di salute vecchi e nuovi, anche in considerazione del mutato quadro demografico e nosologico, perché non solo non è stata posta come una della questioni centrali dal 1994 ad oggi e perché il Ministero della Salute non è riuscito a governare questo processo, anzi si è bloccato al primo stormire di rigurgiti corporativi?
E’ stata determinante, invece, la stipula di un contratto di lavoro perché, senza contraccolpi, la questione delle competenze avanzate e specialistiche delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione si sbloccasse positivamente…dimenticavo siamo una Repubblica fondata sul Lavoro (art.1 della Costituzione Repubblicana) ed una volta tanto il Lavoro ha prevalso…
Saverio Proia
22 dicembre 2018
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