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Carenza medici. Dagli anestesisti pedriatici Siaatip no a ipotesi assunzione nel Ssn degli specializzandi

di Dario Galante (Siaatip)

Ancora una volta si cercano soluzioni alternative senza affrontare il problema alla radice attraverso una programmazione seria delle piante organiche che manca ormai da decenni.

01 SET - La SIAATIP esprime seria preoccupazione circa l’ipotesi di “assunzione” nel SSN degli specializzandi iscritti all’ultimo anno di corso e ritiene assolutamente inaccettabile qualsiasi soluzione, sia pure “tampone” e “temporanea”, alla carenza degli organici.
 
Ancora una volta si cercano soluzioni alternative senza affrontare il problema alla radice attraverso una programmazione seria delle piante organiche che manca ormai da decenni.
 
Nel caso specifico della nostra specializzazione (ovvero dell’anestesia e rianimazione, non entriamo nel merito delle altre) le perplessità e i rischi legati all’assunzione degli specializzandi non sono assolutamente da sottovalutare e ci permettiamo di sottolineare quanto segue:
 
1.Si è sempre affermata la necessità di avere personale dalle competenze qualificate e certificate con casistica clinica documentata.
 
2.Il Diploma di Specializzazione è l’unico documento finale e legalmente valido tramite il quale l’Università riconosce formalmente le competenze acquisite.
 
3.Chi dovrà certificare (e con quali responsabilità) che uno specializzando ancora in formazione può essere in grado di affrontare casi clinici in piena autonomia e competenza?
 
4.Nel caso di pazienti pediatrici o pazienti ostetriche per i quali sono state emesse molte linee guida, raccomandazioni e norme di buona pratica clinica quale responsabilità medico legale dovrà assumersi lo specializzando assunto?
 
5.In riferimento alla Legge Gelli che raccomanda di seguire percorsi clinici certificati e linee guida come si pone l’utilizzo di personale che ancora non ha ottenuto il diploma di specializzazione e quindi non è riconosciuto come specialista della disciplina?
 
6.Il paziente dovrà essere portato a conoscenza che il suo medico non è specializzato e quindi dovrà firmare un consenso informato ad hoc ed avrebbe tutto il diritto di rifiutarsi.
 
7.Quale sarà la posizione delle compagnie di assicurazione in caso di incidente e/o controversia? Quale rivalsa ci sarà da attendersi? A chi sarà “assegnata” la responsabilità e l’eventuale risarcimento per aver assunto un non specialista?
 
8.Quale responsabilità avrà l’università nel concedere l’autorizzazione all’assunzione nel SSN e all’esecuzione di procedure cliniche specialistiche senza aver prima fatto conseguire un titolo che è alla base dei fondamenti stessi dell’università (per mera ipotesi e in linea teorica uno studente in formazione potrebbe anche non superare l’ultimo anno, l’esame finale e non conseguire il titolo).
 
9.Quale responsabilità avrebbe l’eventuale tutor, da alcuni ipotizzato, da affiancare al medico specializzando neoassunto? Noi riteniamo che il tutor non sia figura realizzabile in molte realtà ospedaliere dal momento che è proprio la grave carenza di organico a poterlo non rendere disponibile o presente durante ogni procedura clinica. Ne deriva che lo specializzando assunto dovrebbe procedere da solo e in piena autonomia.
 
10.Il medico specializzando assunto rischierebbe di creare un precariato a lungo termine con ritardi nelle assunzioni in ruolo degli specialisti.
 
Molte altre perplessità sarebbero da sviscerare ma su tutte teniamo a sottolineare che la nostra disciplina farebbe non uno ma molti passi indietro.

Per decenni abbiamo decantato, da più parti, l’importanza delle competenze della nostra disciplina, abbiamo lottato per portare a 5 anni la durata del corso di studi ritenendola indispensabile ad un’adeguata formazione, sono state emesse centinaia di linee guida a sostegno della specificità del nostro lavoro, si è lottato per il riconoscimento delle nostre competenze nell’area dell’emergenza e urgenza e così via.
 
Se l’ipotesi di assunzione nel SSN degli specializzandi iscritti all’ultimo anno di corso dovesse passare sarebbe come negare tutto questo e affermare che la nostra disciplina, ma lo riteniamo anche per tutte le altre specialità, possa essere svolta senza possedere un titolo che risulta invece essenziale al pari della tutela dei pazienti che hanno diritto a ricevere cure e garanzie certe da medici con titoli riconosciuti e acquisiti per legge.
 
Ci auguriamo che il buon senso prevalga insieme al giusto ed urgente adeguamento degli organici.

Dario Galante
Presidente SIAATIP (Società Italiana di Anestesia, Analgesia e Terapia Intensiva Pediatrica)


01 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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