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Manovra. Farmacisti europei scrivono al Governo italiano contro liberalizzazione fascia C con ricetta


L'associazione che rappresenta 400.000 farmacie in 31 Paesi europei scrive al Governo e al Parlamento italiano per chiedere il ritiro della norma sull'uscita della fascia C con ricetta dalla farmacia. “Non risolverà i problemi finanziari, ma destabilizzarà il settore e ridurrà la qualità del servizio” .

07 DIC - Assume contorni sempre più epici la battaglia della maggioranza dei farmacisti italiani contro il decreto legge del Governo Monti che stabilisce la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta. Gli “alleati” europei della Pgeu, raggruppamento che rappresenta 400.000 farmacie di comunità in 31 Paesi europei, si sono infatti schierati accanto ai farmacisti italiani e hanno inviato una lettera al Parlamento e al Governo italiano invitandolo a riconsiderare l’approvazione di queste misure “non necessarie e dannose”.

L’uscita della ricetta medica dalla farmacia, secondo la Pgeu, infatti non risolve in alcun modo i problemi finanziari italiani. “Al contrario – si legge nella nota inviata oggi al Governo italiano e al Parlamento - avrà l’effetto di destabilizzare il settore e di abbassare la qualità del servizio di distribuzione del farmaco con la conseguente inevitabile commercializzazione aggressiva dei farmaci con obbligo di ricetta medica”.

“Il decreto - continua la lettera del Raggruppamento delle farmacie europee - depaupera la farmacia italiana dei farmaci con ricetta, creando un unicum in tutta Europa. Il farmaco con ricetta è ovunque ancorato alla farmacia, anche nei Paesi più liberalizzati d’Europa. I farmacisti europei riconoscono il livello di pressione a cui i Governi sono attualmente sottoposti. Ad ogni modo riteniamo che l’adozione di misure che abbiano il solo effetto di minare la sicurezza dei pazienti, la solidarietà dei sistemi sanitari e la sostenibilità della presenza delle farmacie nel territorio, porterà alla creazione di più problemi di quanti ne possono risolvere. Il contributo economico delle farmacie italiane, come quelle degli altri Paesi europei, è inestimabile: i farmacisti – conclude la nota della Pgeu - sono la professione sanitaria più accessibile, sono il primo gradino della scala del sistema sanitario, un vero e proprio valore aggiunto per la sanità in questi tempi di crisi. Riteniamo che misure che privino le farmacie di questa funzione essenziale siano solo controproducenti”.
 

07 dicembre 2011
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