Governo clinico: le reazioni dei medici
I medici sembrano accogliere con soddisfazione il ritiro dall'Aula di Montecitorio del testo sul Governo clinico. Un ddl che già dalla sua fase embrionale, in commissione Affari Sociali della Camera, aveva suscitato tra i professionisti sanitari critiche e perplessità, ribadite oggi dopo la sconfitta in Aula del ddl e il suo rinvio in Commissione.
10 GIU - Ecco una rassegna delle reazioni dei rappresentanti dei sindacati e delle organizzazioni mediche.
Cozza (Cgil): ritiro ddl è un'ottima notizia
“Il ritiro alla Camera della legge sul Governo Clinico da parte del Governo e della maggioranza è un'ottima notizia per i medici in esclusività di rapporto e per i cittadini che credono nel valore della sanità pubblica”. Lo afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, aggiungendo che il sindacato aveva da tempo auspicato che la la Camera bocciasse il ddl. “Questo risultato è per noi straordinario”.
In particolare, secondo Cozza, il ddl “voleva istituzionalizzare la libera professione nel privato dei medici pubblici, a danno di chi opera in esclusività di rapporto e con minori tutele e trasparenza per i cittadini anche rispetto alle liste di attesa”.
E poi “avrebbe dato ai direttori generali, nominati dalla politica, il potere assoluto nelle scelte dei medici ai quali affidare le unità operative”, oltre a consentire la possibilità di pensionamento dei medici a 70 anni, “a danno delle carriere professionali di tanti dirigenti e della stabilizzazione dei precari”.
Cozza auspica che “ora questa legge si chiuda definitivamente nel cassetto. Il Parlamento - se vuole essere utile ai cittadini che si rivolgono al servizio sanitario nazionale e ai medici che hanno scelto di lavorare solo nel pubblico - modifichi la manovra economica eliminando i tagli alla sanità pubblica”.
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Vincenti (Aocoi): "ddl di luce ed ombre. Si poteva fare molto di più”
"Purtroppo l'obiettivo dichiarato di migliorare la qualità del servizio pubblico valorizzando la professionalità è stato in parte disatteso", secondo Rodolfo Vincenti, presidente dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi). Il testo base, ad opinione di Vincenti, conteneva "luci e ombre e anche mancanze". Tra le note positive il presidente Acoi annovera "il riconoscimento del Collegio di direzione, come organo aziendale, e la centralità del Dipartimento, i più adeguati criteri per la scelta dei direttori generali e il divieto di utilizzare impropriamente l'art. 15 septies per ricoprire gli incarichi dirigenziali senza concorso". Ma nella sostanza l'obiettivo del ddl è stato mancato. "La scelta dei direttori di struttura complessa rimane ancora nelle mani dei direttori generali, nominati comunque dalla politica", attacca Vincenti osservando che "la commissione tecnica d'esame, infatti, sulla base delle valutazioni effettuate, presenta al direttore generale una terna di candidati (di "pari"), all'interno della quale il direttore generale nomina il vincitore. Purtroppo questa terna non viene individuata come graduatoria, in tal modo sarà molto semplice per la direzione esprimere un parere di scelta".
In conclusione, per Vincenti, "così come elaborato il ddl contraddice le recenti dichiarazioni del relatore On. Domenico Di Virgilio: la legge migliora l'efficienza del sistema premiando la meritocrazie. Non vorremo essere presi in giro così spudoratamente. Si poteva fare molto di più".
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