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Il 1º maggio della sanità/1

di Costantino Troise (Anaao Assomed)

Quest’anno la ricorrenza coincide con una trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro di migliaia di medici e dirigenti sanitari che non decolla, dopo 8 anni di blocco e troppi mesi di stallo dovuti all’assurda pretesa di volere attribuire un incremento economico più basso di quello riconosciuto ad altri settori del pubblico impiego e della sanità.

30 APR - La festa dei lavoratori che si celebra domani in tutto il mondo, cade in un periodo di assoluta incertezza politica, di tagli reiterati e di profonda crisi del Ssn, in cui proprio il lavoro e i diritti correlati sono il bersaglio principale di quanti mirano alla sua implosione.

Quest’anno la ricorrenza coincide con una trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro di migliaia di medici e dirigenti sanitari che non decolla, dopo 8 anni di blocco e troppi mesi di stallo dovuti all’assurda pretesa di volere attribuire un incremento economico più basso di quello riconosciuto ad altri settori del pubblico impiego e della sanità.
 
Le conseguenze di questo vuoto di regole e di riconoscimenti sono davanti agli occhi di tutti.
Registriamo ogni giorno numerose denunce da parte dei colleghi delle insostenibili condizioni di lavoro, il cui inarrestabile peggioramento alimenta la fuga dei medici dagli ospedali ed inquina la relazione di cura con il paziente fino a determinare episodi crescenti di aggressività verbale e fisica, quali quelli che si registrano ogni giorno in tutte le aree del Paese.
 
Il disagio professionale non può trovare soluzione in assenza di uno strumento contrattuale che consenta di recuperare ruolo e dignità del lavoro che svolgiamo a garanzia di un diritto costituzionale. La sostenibilità del sistema sanitario pubblico è sotto scacco anche per il diffuso burnout del personale, la carenza di specialisti, le allettanti sirene del settore privato, l’invecchiamento progressivo della popolazione professionale, il proliferare di fondi sostitutivi sostenuti dalla fiscalità generale.
 
Senza contare  le migliaia di medici e dirigenti sanitari, giovani e meno giovani, che ancora vivono la quotidiana precarietà del proprio lavoro, senza garanzie, senza tutele, senza certezze per il futuro. Con loro, migliaia di colleghe donne che in troppi casi alla precarietà sommano pregiudizi e penalizzazioni intollerabili.

Il lavoro in sanità deve diventare, nella considerazione della politica, un valore da sostenere e difendere, l’unico in grado di mantenere e migliorare le condizioni di salute dei cittadini italiani.
 
Costantino Troise
Segretario Nazionale Anaao Assomed

30 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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