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Contratto comparto sanità: le proposte di correzione di Cgil, Cisl e Uil all’esame dell’Aran


I sindacati confederali hanno inviato all'Aran una lista di 34 correzioni, integrazioni e riformulazioni di parti della preintesa secondo quanto discusso al tavolo di trattativa. Altolà dei sindacati autonomi: "Senza di noi non si tratta". E la Corte dei Conti resta in attesa del testo da certificare o meno, dopo la "delusione" dei magistrati contabili per l'impianto del contratto sulle Funzioni centrali (gli statali). LE RICHIESTE DI CGIL, CISL, UIL. 

04 APR - Contratto del personale sanitario in stand by. I sindacati confederali hanno inviato all’Aran le loro osservazioni: 34 tra aggiustamenti, coordinamenti del testo, correzioni di errori formali e modifiche secondo quamnto deciso durante la trattativa. I sindacati autonomi (quelli rappresentativi sono infermieristici) vogliono essere convolti nella revisione giudicando “illegittimo e contro i diritti fondamentali e democratici” riaprire un contratto che di fatto non hanno firmato chiedendo venisse riaperto e ritrattato in alcune sue parti.

E già oggi l'Agenzia potrebbe mettere mano al testo e fissare una riunione per recepire più o meno le "correzioni" dei sindacati alla preintesa del  23 febbraio.

Fatto sta che la Corte di Conti è ancora in attesa del testo da certificare o meno, anche se le premesse non sono tra le più soddisfacenti vista la “delusione” manifestata dai magistrati contabili per il contratto degli statali di cui quello del personale sanitario, almeno per i capitoli sulle retribuzioni, è pressoché fotocopia, non contendo quindi  - è stata la critica della Corte – parametri che incentivino davvero la produttività del personale, anche se tra tagli e risparmi di spesa la compatibilità economica  c’è.

Le “osservazioni” di Cgil, Cisl, Uil vanno dalla semplice correzione di rifermenti errati ad articoli del nuovo o dei vecchi contratti, a parti di cui si chiede la cancellazione perché inserite nel contratto dall’Aran senza in realtà essere state concordate.

Un esempio è la disapplicazione della riduzione fino a 35 ore medie settimanali dell’orario di lavoro prevista dal contratto del 1999 per il personale con orario articolato in più turni o secondo una programmazione plurisettimanale per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle attività istituzionali e l’ampliamento dei servizi all’utenza che, sottolineano i sindacati confederali, è presente invece anche nel contratto delle Funzioni centrali, già certificato dalla Corte dei conti.

O anche rispetto al servizio di pronta disponibilità cancellare la dizione non concordata “di norma” riferita ai turni notturni e nei giorni festivi.
E ancora, sempre ad esempio, cancellare la disapplicazione dell’articolo del contratto integrativo del 2000 riferito alla “tutela dei dipendenti portatori di handicap”.

Tra le modifiche chieste dai confederali, invece, c’è anzitutto lo ‘spostamento’ delle misure su salute e sicurezza del lavoro negli articoli che riguardano la contrattazione integrativa a cui vanno aggiunti anche tra l’elenco delle materie previste (e successivamente normate) anche i criteri per l’assegnazione dello straordinario alle articolazioni aziendali, con riferimento a situazioni di carattere eccezionale.

Per quanto riguarda gli incarichi funzionali, i sindacati chiedono di “ verificare la possibilità di inserire, ove necessario, la dicitura cat. D livello economico DS, al fine di evitare possibili errate interpretazioni” e  per quanto riguarda la tutela in caso di perdita della funzione di fare ancora riferimento alle previsioni del contratto del 1999 in cui si tutelava la posizione e la retribuzione se “da almeno tre anni” il dipendente ha sempre “ottenuto valutazioni positive con riferimento ai risultati raggiunti, allo stesso viene attribuita la fascia economica successiva a quella di inquadramento.

A conferma di questo, una ulteriore richiesta è di aggiungere all’articolo sul trattamento economico degli incarichi la dizione: “In presenza di reiterate valutazioni positive, il peso delle stesse, ai fini dell’attribuzione del medesimo incarico, diviene elemento preponderante anche in sede di prima applicazione”. Questo vale soprattutto per gli incarichi di coordinamento che di fatto, con la disapplicazione dell’articolo 4 del contratto del 2008 (e dell’accordo Stato-Regioni del 2007 con analoghi contenuti), sarebbe stato cancellato del tutto senza neppure ‘salvare’ chi finora ha conseguito il titolo secondo la norma di legge.

Poiché poi è disapplicato anche l’articolo 41 del contratto del 1999 (“diposizioni particolari”) che riguarda i contratti individuali, in cui erano previste una serie di tutele su permessi, concorsi, mansioni superiori ecc., i confederali chiedono di inserire la clausola : “Nella stipulazione dei contratti individuali le aziende e gli enti non possono inserire clausole peggiorative del CCNL, o in contrasto con norme di legge”.

Poi l’orario di lavoro. Niente recupero delle ore lavorate in maniera frazionata e, quindi, si chiede l’inserimento “chiaro” della specifica che le ore di mancato riposo “saranno fruite in un’unica soluzione, nei successivi sette giorni”.

E secca è la richiesta di cancellare l’obbligatorietà dello straordinario, previsione che i sindacati giudicano “irricevibile”, cassando del tutto la dizione “Il lavoratore, salvo giustificati motivi di impedimento per esigenze personali e familiari, è tenuto ad effettuare il lavoro straordinario”.

Chiesto anche di limitare il riferimento per quanto riguarda la retribuzione in caso di infortunio sul lavoro alle previsioni che riguardano la mancanza delle  sole voci di trattamento accessorio, senza ulteriori riduzioni che altrimenti renderebbero il caso analogo a quello delle retribuzioni per malattia e per quanto riguarda il tempo parziale i sindacati giudicano “arbitraria” la scelta di ridurre la percentuale di maggiorazione delle ore di lavoro supplementare eccedenti quelle fissate come limite massimo al 25% e chiedono il ripristino del valore precedente – e vigente, sottolineano - del 50 per cento.

Modifica sostanziale sul capitolo delle indennità è quella che prevede di cambiare la dizione “tecnico” con “sanitario”. Il problema è semplice: in caso di ‘particolari condizioni di lavoro’  la preintesa prevedeva nella versione originaria che “al personale infermieristico e tecnico” fossero assegnate una serie di indennità per ogni giornata di servizio effettivo. La dizione “tecnico” avrebbe coinvolto nell’indennità gli operatori sociosanitari (Oss) che avrebbero percepito così, con i circa 4 euro di indennità prevista,  un importo maggiore  degli infermieri.

Con la sostituzione invece della parola “tecnico” con “sanitario” le cose vanno a posto e agli Oss spetterà invece l’indennità mensile lorda di  28,41 euro prevista per chi opera su un solo turno nelle terapie intensive e nelle sale operatorie.

I sindacati chiedono infine di togliere la disapplicazione dell’articolo del contratto 2001 che riguardava l’”indennità di rischio da radiazione”, di tutelarsi da eventuali altri errori con l’aggiunta della frase “eventuali lacune che si dovessero verificare nell’ambito della disciplina del rapporto di lavoro per effetto delle disapplicazioni disposte dal presente e dai precedenti articoli, saranno oggetto di appositi contratti collettivi nazionali integrativi” e di reinserire nel contratto la struttura della retribuzione e le sue definizioni e quella della busta paga.

04 aprile 2018
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