Giornata Radiologia/2. Beux (Tsrm): “Lavoriamo per cambiare la realtà e le sue rappresentazioni”
di L.P.
"Dopo 4 anni di lavori, il tema della valorizzazione delle professioni sanitarie è concretamente sul tavolo del Ministro della Salute, sin dalla primavera del 2015, sotto forma di due documenti, uno per la valorizzazione dell’Infermiere, l’altro per quella del Tsrm, fermi da due anni e mezzo. Non solo non si è proceduto a dar soddisfazione alla necessaria valorizzazione delle professioni sanitarie, ma, anche solo con l’immobilismo, le si è agito contro"
09 NOV - Ieri, 8 novembre, si è festeggiato il
world radiography day, la giornata mondiale della radiologia, quindi anche del Tecnico sanitario di radiologia medica. La data ha un significato preciso: fa riferimento all'8 novembre del 1895, quando il fisico tedesco
Wilhelm Conrad Röntgen scoprì, casualmente, i raggi X.
Le rappresentanze istituzionali e scientifiche dei Tsrm italiani si sono date appuntamento a Roma, presso unasala del Senato della Repubblica, per un incontro al quale hanno aderito molte importanti personalità di Istituzioni, politica, sindacati e associazioni del mondo della sanità, tutte concordi nell'attribuire al Tsrm, figura professionale in possesso di laurea e di successivi titoli universitari, una centralità e un ruolo da protagonista sulla via del cambiamento e dell’innovazione del sistema salute.
Ad aprire l'incontro è stato
Alessandro Beux, Presidente della Federazione nazionale dei Collegi provinciali dei Tsrm, che ha evidenziato “come l’evento sia un buon indicatore del crescente senso di appartenenza a un gruppo professionale vivo, qualificato, motivato, determinato e al servizio della sostenibilità del sistema sanitario e delle persone che a esso si rivolgono o del quale hanno bisogno. L’attenzione che negli ultimi anni i Tsrm riservano alla giornata mondiale della radiologia è anche dovuta alla loro internazionalizzazione, nonché alle loro accresciute sensibilità e maturità Istituzionale”.
Di
Roberto Di Bella, componente del Comitato centrale della Federazione dei Tsrm, è stato il primo dei tre interventi preordinati (“Responsabilità professionale e diritti del cittadino sottoposto a esami radiologici”, scritto a quattro mani col collega
Massimiliano Paganini, del gruppo aspetti giuridici e medico-legali della Federazione) caratterizzanti, intervallati da saluti e precisazioni degli invitati. Di Bella ha sottolineato che “Quando si parla di diritti della persona assistita il rischio di cadere nella retorica è alto. La sanità è un sistema complesso. Negli ultimi anni l'esposizione dei pazienti alle radiazioni ionizzanti è cresciuta esponenzialmente. La tecnologia offre nuove opportunità. O si resiste o ci si adatta: c'è chi vuole portare le lancette della Storia indietro e chi come noi va incontro al cambiamento. Quando si parla di diritti del cittadino, di diritti della persona, si parla di diritti etici”. Ha quindi elencato quattro principi etici del Tsrm: il principio di autonomia; il principio di non maleficenza; il principio di beneficenza e il principio di giustizia (equità nell'accesso alle cure).
Sul principio di autonomia Di Bella ha specificato che: “Quando vi recate a fare un esame radiologico pur appartenendo a un’équipe, spesso il Tsrm è l'unico professionista che incontrate. Per questo il suo ruolo è assolutamente fondamentale”. Su questo punto insiste numerose volte, soffermandosi poi sul codice deontologico riguardo alla consapevolezza e alla scelta dell'utente per il trattamento: “14 colleghi sono finiti a processo proprio per la questione del consenso. Tutti assolti perché il fatto non sussiste, perché, come si evince dalle motivazioni delle sentenze, non facevano altro che il loro dovere”.
Per quanto riguarda il principio di non maleficenza Di Bella ha fatto presente che “il Tsrm quando sente “evitare danni alla persona”, pensa subito alle radiazioni ionizzanti che possono causare tumori o danni genetici, specie in persone a maggior rischio (per esempio, donne in gravidanza o soggetti in età pediatrica). Il Tsrm ha ben chiaro questo rischio, è preparato”, è insomma lui il professionista che deve occuparsene. “Eppure molte amministrazioni - prosegue Di Bella - affidano queste attività ad altre professionalità, magari ben preparate, ma a fare altro, non questo.
Generalmente, negli studi odontoiatri a fare le ortopanoramiche o le indagini con
cone beam CT non è un Tecnico sanitario di radiologia medica. Di ciò abbiamo più di una volta discusso con Carabinieri dei Nas”. Ha quindi spiegato che "Ogni anno vengono effettuate numerosissime prestazioni radiologiche non appropriate. A questo riguardo la giustificazione risulta fondamentale, e bisognerebbe che tutti i professionisti in grado di dare un contributo siano messi nella condizione di poterlo fare. Relativamente al recepimento della nuova Direttiva europea è, invece, in atto un tentativo di tenere il Tsrm fuori da questo processo”.
Sul principio di beneficenza le parole di Di Bella hanno voluto sottolineare la costante presenza del Tsrm a fianco del paziente: “Tutti i giorni siamo impegnati a sostenere i pazienti, anche i più fragili, anche quelli che hanno paura del mezzo di contrasto o di entrare nel tunnel di una risonanza magnetica”.
Il secondo intervento preordinato è stato quello dei Tsrm
Oscar Brazzo e
Leonardo Capaccioli, dal titolo “Il Tsrm nel sistema sanitario: dalla norma alla pratica”. Ha illustrato la storia del Tsrm dalla prima esperienza di Röntgen, “un colpo di fortuna”, alla sua professionalizzazione e specializzazione, nel mondo come in Italia. In modo anche graficamente efficace sono state presentate tutte le prestazioni, non solo tecniche, in cui è coinvolto il Tsrm e ne sono state illustrate sia la normativa che la prassi: dal fatto che il Tsrm opera su prescrizione medica e non su delega, alla sua responsabile partecipazione al processo di giustificazione, fino all'informativa e al relativo consenso, temi già toccati da Di Bella, che ricadono su tutti i professionisti sanitari, Tsrm compresi.
Sull'anemnesi Brazzo ha un aneddoto: “Mi è capitato il caso di una diciassettenne che in presenza dei genitori aveva dichiarato alcune cose e poi, in separata sede, mi ha dichiarato di essere incinta; quella raccolta informativa mi ha messo nella condizione di condividere col medico specialista un dato molto importante, anche ai fini della giustificazione e dell’ottimizzazione dell’indagine radiologica”. Per finire vengono mostrate immagini radiologiche realizzate esponendo le persone a dosi diverse, dimostrando che la qualità dell'immagine non è dettata dalla quantità di radiazioni a cui la persona viene sottoposta. “Queste immagini dimostrano - ha sottolineato Beux - che ciò che è previsto dal principio Alara è concretamente realizzabile: si possono ottenere immagini accurate e utili ai fini diagnostici con una dose contenuta. Questo, all’interno di un processo che vede coinvolti numerosi altri professionisti (radiologi, fisici, prescriventi, etc…), è il prezioso ed esclusivo contributo del Tsrm all’ottimizzazione delle indagini, ciò che giustifica la sua imprescindibile presenza”.
Il terzo e ultimo intervento preordinato è stato quello di
Fabio Paolicchi, Tsrm del significativo
Dose Team 4 You di Pisa. Si tratta di un team multidisciplinare, una collaborazione tra Tsrm, fisici sanitari, medici radiologi e qualsiasi altra professione entri a contatto con la radiodiagnostica (collabora anche un epidemiologo del Cnr); si occupano anche di formazione e sono un modello virtuoso a cui tutti devono guardare. La sua relazione aveva come titolo “Lavorare in team: il ruolo del Tsrm”. Partendo dall'opera e dalle ricerche del cardiologo interventista
Eugenio Picano, Paolicchi ha sottolineato come “abbiamo macchine a più alte prestazioni rispetto a 15 anni fa, che necessitano di professioni capaci ed esperti. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una crescita rilevante delle radiazioni su paziente, è per questo fondamentale che il loro uso sia appropriato e ottimizzato. Dobbiamo comunicare ai pazienti in maniera adeguata”. Come spiegare questa crescita esponenziale delle radiazioni? “Alcuni sostengono che le nuove macchine rilascino più radiazioni, ma questa è una assoluta falsità, perché, al contrario, ne rilasciano meno, a patto che gli operatori che le usano siano adeguatamente qualificati e organizzati”. La vera soluzione per ridurre le radiazioni è quella di “lavorare in team. Con una attenzione più elevata verso il paziente, specialmente verso quello pediatrico. Le nostre sono prestazioni che salvano vite, è importante dirlo, ma possono anche essere nocive”.
Paolicchi ha poi richiamato la direttiva 59/2013/Euratom: “Un'occasione, un'opportunità per rivedere i processi, adeguare le tecnologie, per assicurare al paziente delle prestazioni ottimizzate”. Ciò che più preme al Tsrm di Pisa è la “partecipazione multidisciplinare. Tra medico radiologo, fisico sanitario, tecnico di radiologia, per la costituzione di un vero e proprio
dose team. Il medico radiologo ma ha una limitata conoscenza degli strumenti, il fisico sanitario ha una scarsa conoscenza clinica. Il Tsrm è essenzialmente una terza figura, che si pone in mezzo, un vero e proprio ponte, un esperto della tecnologia. La vera possibilità di ridurre le dosi sul paziente è lavorare insieme”. “La direttiva europea - ha concluso Paolicchi - richiede anche di comunicare con il paziente informazioni sulla dose e sui rischi che si ricevono. E noi dobbiamo essere pronti a questo, anche in ambito pediatrico”.
All'evento non sono mancati i contributi di personaggi esterni, da
Maria Amato, deputata e radiologa, che parla di “lavoro di squadra, di armonia e rispetto tra le professioni, equilibrio tra uomo e tecnologia avendo sempre chiaro l’obiettivo: la salute del paziente. La mano della prima radiografia è della moglie di Röntgen, un atto d’amore, come un atto fatto con amore deve essere un gesto di cura, usando uno strumento pericoloso, un’immagine bella e diagnostica. All’attenzione, alla cura, all’arte dei Tsrm sono affidate queste due caratteristiche della immagine”, a
Donata Lenzi, componente della XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, che ha ancora una volta riconosciuto pubblicamente “il gesto responsabile e lungimirante dei Tsrm che si sono resi disponibili ad accogliere tutte le professioni sanitarie non ordinate. Il legislatore ha voluto riconoscere le legittime richieste dei Tsrm, modificando al Senato la denominazione, ora Ordine dei Tsrm e delle professioni sanitarie tecniche, della prevenzione e della riabilitazione, e alla prevedendo alla Camera che fino alla piena funzionalità degli albi delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di cui all'articolo 5 sono garantite le attuali rappresentatività e operatività dei tecnici sanitari di radiologia medica in seno ai neocostituiti Ordini, e relativa Federazione nazionale, dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”.
Da
Francesco Ripa di Meana, Presidente Fiaso, che ha sottolineato come “in questi anni le aziende sono state il luogo dell'innovazione. Io sono medico, ma non possiamo pensare alle vecchie divisioni: negli ospedali il letto è stato sottratto alla proprietà del primario. Le aziende sono per la responsabilità e non per i mansionari” a
Tonino Aceti, di Cittadinanzattiva - Tribunale per i Diritti del Malato, che ha segnalato il tema delle liste d'attesa, “difficoltà presente anche in radiologia”, e si è chiesto come poter risolvere questo problema: “una strada può essere aumentare le risorse. Ma per me bisogna ragionare sul tema delle innovazioni organizzative e sulla valorizzazione di figure professionali quale il Tsrm”, dicendosi, quindi, “in linea con i vostri ragionamenti”. Al che Beux evidenzia come, “a seguito di specifica richiesta delle Regioni dell’ottobre 2011 e dopo 4 anni di lavori, il tema della valorizzazione delle professioni sanitarie è concretamente sul tavolo del Ministro della Salute, sin dalla primavera del 2015, sotto forma di due documenti, uno per la valorizzazione dell’Infermiere, l’altro per quella del Tsrm, fermi da due anni e mezzo. Non solo non si è proceduto a dar soddisfazione alla necessaria valorizzazione delle professioni sanitarie, ma, anche solo con l’immobilismo, le si è agito contro”.
E' intervenuto anche
Mario Marazziti, Presidente della XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati: “la vostra professione è una delle professioni che pone il tema del lavorare in team: se risolviamo i problemi della vostra professione risolviamo molte criticità presenti nel Ssn”. Il Presidente continua affrontando il tema della legge sul rischio clinico e il ddl Lorenzin che “potrà contribuire ad accrescere la dignità della vostra professione sanitaria. Era arrivata dal Senato una legge sostanzialmente chiusa, ho pensato che valesse la pena di elaborare un testo che la rendesse una legge aperta, che permettesse alle professioni di ordinarsi anche dal basso”.
Gli interventi finali sono stati della Presidente della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica,
Emilia De Biasi, che ha affrontato soprattutto il tema del ddl Lorenzin: “Arriverà in Commissione martedì o mercoledì prossimo (14-15 novembre), per essere portato in aula a fine novembre, dopo la Legge di Bilancio" e dei rappresentanti sindacali
Gianluca Mezzadri (Cgil) e
Adamo Bonazzi (Fsi), con preziosi contributi sul rinnovo del contratto che, finalmente, vedrà anche riconosciute le esperienze acquisite nel tempo, negli atenei e/o nei luoghi di lavoro, dando attuazione a quanto previsto dalla legge 43/2006 in tema di professionista sanitario specialista e prevedendo la figura del professionista sanitario esperto. Resta aperto il tema relativo alle risorse economiche con le quali valorizzare questi profili e alle modalità attraverso le quali riconoscerli nel modo più obiettivo e obiettivo e diffuso possibile.
Sono anche pervenuti dei messaggi scritti dai Presidenti Aiop,
Gabriele Pelissero, Aris,
Virginio Bebber e dal Coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni
Antonio Saitta.
Lorenzo Proia
09 novembre 2017
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