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50° Congresso Sumai. Magi: “Ecco la nostra proposta per il rilancio del Territorio”

di Stefano Simoni

La presa in carico del paziente sul territorio, anche in fase acuta, nel caso di un previsto ricovero entro le 24 ore prima dell’ammissione alla degenza e poi, in ospedale, dallo specialista e l’infermiere ospedaliero. Elemento imprescindibile: l’attivazione di percorsi clinico-assistenziali per la fase post-acuta. Questa la proposta di Magi per il rilancio del Territorio fatta a Salerno dove si è aperto il 50 Congresso del Sumai Assoprof. LA RELAZIONE

25 OTT - Rilancio del Territorio, maggiore attenzione verso i giovani e riapertura dei tavoli per il rinnovo economico dell’Acn e del Ccnl. Questi i tre punti su cui Antonio Magi, segretario generale Sumai Assiprof, ha focalizzato la sua relazione in occasione della giornata di apertura del 50° Congresso Nazionale della sigla sindacale in corso di svolgimento a Salerno. 
 
“La foto di gruppo del Servizio sanitario nazionale, delle cure sempre meno sotto l'ombrello dello Stato, ci consegna un sistema che rischia di lacerarsi. Con sperequazioni sempre più evidenti e pericolose. Adesso addirittura c’è chi vuole convincerci del fatto che i cittadini che spendono per l’assistenza sanitaria di tasca propria (solo chi può) siano una grande opportunità per il Ssn”.

La proposta del Sumai
Per Magi il rischio è che si ritorni “a 37 anni fa con un sistema mutualistico e con i fondi sanitari integrativi voluti fortemente e sponsorizzati da alcuni gruppi economici. Chiediamo quindi al Governo e alle Regioni quale organizzazione sanitaria hanno scelto per gli italiani. La nostra proposta per il rilancio del territorio è la seguente: che il paziente venga preso in carico sul territorio anche in fase acuta nel caso di un previsto ricovero (dove viene precocemente valutato da una equipe composta dal Mmg, dallo specialista ambulatoriale e dall’infermiere) entro le 24 ore prima dell’ammissione alla degenza e poi in ospedale dallo specialista e l’infermiere ospedaliero, che lo prenderanno successivamente in carico per identificarne il possibile fabbisogno assistenziale nella fase post-acuta di dimissione”.
 
Piano di Assistenza Individuale
Al termine della valutazione si procede alla definizione del Piano di Assistenza Individuale.  Elemento imprescindibile per la riuscita del processo è l’attivazione di percorsi clinico-assistenziali per la fase post-acuta di carattere domiciliare (Adi), in strutture residenziali o semiresidenziali (RSA, Centri diurni Alzheimer con letti sollievo etc.) e di Assistenza  Domiciliare Ospedaliera (Ado). Naturalmente il tutto va concordato con l’Azienda Territoriale.
 
PDTA strumento di governance
“Per facilitare i percorsi assistenziali di integrazione ospedale-territorio – ha aggiunto Magi – bisogna sfruttare le tecnologie informatiche a disposizione per effettuare il monitoraggio e le conseguenti valutazioni clinico assistenziali dei pazienti attraverso la realizzazione di un network di telecomunicazioni che vede coinvolti paziente, MMG, specialista territoriale e ospedale. In questo modo l’assistenza territoriale costituisce un sistema che integra, con i PDTA, gli attori dell’assistenza primaria e quelli della specialistica ambulatoriale convenzionata interna, sia territoriale che ospedaliera e, in una prospettiva più ampia, anche le risorse della collettività (welfare di comunità). La costruzione di PDTA centrati sui pazienti è garanzia di effettiva presa in carico dei bisogni “globali” e di costruzione di una relazione empatica tra il team assistenziale e la persona con cronicità ed i suoi caregiver di riferimento.
 
Inoltre il PDTA può essere considerato uno strumento di governance, perché si costruisce attraverso l’individuazione e la valorizzazione di tutti i componenti della filiera assistenziale, indipendentemente dal loro posizionamento nel percorso, contrastando logiche di centralità di servizi e di professionisti, esaltando la multi-centricità ed il valore dei contributi di ognuno”.
 
Giovani
La presa in carico dei cronici, dei PDTA, dell’integrazione territorio-ospedale e di tutto il Servizio sanitario nazionale pubblico però rischia di crollare se “chi va in pensione non verrà sostituito con l’ingresso di nuovi specialisti. In caso contrario infatti assisteremo ad una tale carenza di specialisti, tra convenzionati e dipendenti, da determinare il fallimento del Sistema. “Senza contare il contemporaneo pensionamento di gran parte dei medici di medicina generale che, nel caso di un perdurare dell’attuale immobilismo, seppellirà per sempre il Ssn".

Dunque secondo il segretario del Sumai Assoprof “non è più rinviabile riapertura del naturale turnover, e proponiamo alle Regioni e alle Aziende Sanitarie, senza aggravio di spesa, di ricoprire immediatamente i turni resisi vacanti principalmente in quelle branche che oggi risultano carenti, rispetto al fabbisogno, ed avviare così il processo di presa in carico mediante la pronta attivazione dei PDTA per coprire la necessaria attività di tipo prestazionale, riducendo così le liste di attesa”.
 
Operazione ad isorisorse
Il tutto infatti può essere fatto “ad isorisorse, in quanto uno specialista convenzionato che va in quiescenza ha un costo medio orario superiore del 40-50% rispetto ad un giovane neo-assunto, pertanto con il costo di 38 ore di uno specialista che oggi va in pensione si possono attivare, con la stessa copertura economica, circa 60 ore di specialistica assumendo un giovane specialista”.
 
Riapertura dei tavoli per il rinnovo economico dell’Acn
Dunque a questo punto l’intenzione del Sumai Assoprof è chiara: puntare sul Ssn e sui giovani per il suo rilancio. “Attendiamo quindi in prima battuta, nella prossima Legge di Stabilità, non solo la certezza di tutti i fondi necessari per i rinnovi contrattuali della dirigenza e delle convenzioni ma anche risposte concrete a partire dallo sblocco del turnover, dalla stabilizzazione dei precari, anche nella nostra area, tornando alla legalità mediante il superamento di tutti gli attuali contratti anomali e libero-professionali e a tempo determinato vietati dalle norme vigenti.

Per il Sumai è necessario approfittare della riapertura dei tavoli per il rinnovo economico dell’Acn e del Ccnl ridando fiato ad una categoria convenzionata o alla dirigenza che ha visto, con lo stop di questi ultimi 8 anni, diminuire il potere di acquisto di tutti i medici specialisti e odontoiatri, dei medici veterinari, dei professionisti biologi, psicologi, chimici, dei medici Inail, del Sasn e della medicina dei servizi, tutto ciò a fronte di condizioni di lavoro che sono decisamente e inequivocabilmente peggiorate dall’ultimo rinnovo economico”.
 
L’occasione che si prospetta nel rinnovare la Convenzione è anche quella di puntare su una vera riorganizzazione del territorio avendo come riferimento il Piano Nazionale delle Cronicità, valorizzando tutte le figure professionali che vi operano.
 
Stefano Simoni

25 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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