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Congresso Fimmg. Scotti: “Nel 2027 mancheranno più di 35mila medici di famiglia”. Lorenzin: “Investiamo sul capitale umano”

di E.M.

Risolvere il problema del ricambio generazionale. È questa la prima emergenza della medicina generale che si prepara a giocare la partita dell’accordo collettivo nazionale. Un accordo che secondo il presidente del Comitato di settore Massimo Garavaglia e del coordinatore degli assessori alla sanità Antonino Saitta potrebbe essere chiuso entro la fine dell’anno. LA RELAZIONE DI SCOTTI

04 OTT - Saranno 35.224 i medici di famiglia che nel 2027 andranno in pensione e 5.080 gli studi medici che dovranno così chiudere i battenti, con una conseguenza devastante: lasciare senza assistenza territoriale più di 15milioni di cittadini. Numeri importanti che manderanno in crash il sistema. Sempre che non vengano attuate azioni risolutive per risolvere il problema del ricambio generazionale. Una criticità che deve essere risolta a stretto giro. Anzi a strettissimo giro, ed esattamente con la sigla dell'Acn che potrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Un condizionale d’obbligo. L’esito è infatti tutt’altro che scontato, nonostante la volontà espressa dalle Regioni di chiudere la partita entro fine anno, confidenti anche di un Fondo sanitario nazionale che rispetti l’incremento del miliardo in più già previsto dal Def.
 
È questo lo scenario della medicina generale e i numeri del rischio default snocciolati, anzi illustrati attraverso un video eloquente, da Silvestro Scotti, Segretario generale nazionale della Fimmg nella sua relazione alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel corso del 74° Congresso nazionale Fimmg a Domus de Maria (Cagliari).
 
“Non una relazione di analisi, ma di riflessione”, ha detto Scotti che ha incassato più volte gli applausi della platea. “Dobbiamo cogliere l’attimo per cambiare il modello di relazione tra istituzione e un’associazione professionale – ha affermato –  e il tema è cercare di risolvere il problema del ricambio generazionale. Ma anche quello di garantire un ruolo unico riconosciuto del medico di medicina generale come offerta omogenea su tutto il territorio. Possiamo quindi chiudere l’accordo solo se le criticità saranno risolte, a partire da quella della carenza dei medici”.
 
E la disponibilità del ministro della Salute e delle Regioni verso i medici di famiglia non è mancata.
Il ministro Lorenzin, in un lungo intervento a braccio, ha infatti riconosciuto l’importanza strategica dei medici di medicina generale nella continuità delle cure sul territorio e l’influenza positiva che il capitale umano ha sull’economia del Paese. E ha quindi auspicato il rinnovo della convenzione.
 
“Il Piano nazionale della prevenzione, il Piano nazionale della cronicità, la realizzazione dei nuovi Lea, tutta la visione di impostazione tra territorio e ospedale passa attraverso i medici di famiglia – ha sostenuto – ma deve essere chiaro a tutti il ruolo dei Mmg, che non vedo in contrasto con gli specialisti ospedalieri. Sono due settori che devono lavorare insieme. E un ruolo importante che ci aspettiamo dai medici di famiglia, oltre quello di primo pinaio nella terapia e nella cura, è la capacità di fare prevenzione. Il Piano nazionale vaccini, vince se la battaglia passa dai Medici di medicina generale e dai Pediatri di libera scelta. Da chi è in contatto con la famiglia”.
 
Un passaggio fondamentale è l’Acn, ha riconosciuto Lorenzin. “Quello che c’è è vecchio e va riattualizzato per adeguarlo ai cambiamenti che vi chiediamo di realizzare – ha aggiunto rivolgendosi ai medici –. Siamo in un momento straordinario perché tutta la Pubblica amministrazione è in una fase di crescita. Ci sono anche più risorse, certo non sono infinite e vanno riutilizzate in modo accorto. Il miliardo in più previsto dal Def sarà un’ottima base di partenza per il confronto in sede di legge di Bilancio. Credo potremo aumentare le risorse anche se i margini sono stretti. Credo anche che potremo lavorare sugli investimenti infrastrutturali. In sede di bilancio, sempre con senso di grande responsabilità, cercheremo quindi di far valere le regioni del servizio sanitario nazionale per la salute dei cittadini”.
 
E ancora, per il Ministro bisogna investire sul capitale umano. “La medicina si fa con tecnologie e farmaci, ma anche con le persone e con i professionisti. Il capitale umano – ha sottolineato –  è quindi fondamentale. Per questo dobbiamo, passo dopo passo nella prossima legge di bilancio, arrivare ad una completa trasformazione verso l’alto dei processi di formazione e valorizzazione del capitale umano nel primo settore produttivo del nostro paese, quello biomedicale. Uno dei brend più importanti del Made in Italy. Questa è la vera sfida”.
 
Tante le aperture sulla Convenzione. Massimo Garavaglia, presidente de Comitato di settore ha riconosciuto che il periodo è complicato esprimendo però la sua ferma intenzione nel voler portare a casa la convenzione, entro Natale. “Su questo c’è il nostro impegno – ha detto – non sarà facile, ama è importante perché abbiamo davanti la grande sfida della cronicità. Una sfida che si vince se lavoriamo tutti insieme. Certo, c’è il problema delle risorse. Il Fsn è sottostimato ma la battaglia che faremo con il ministro è riportarlo a un livello dignitoso. Non chiediamo la luna ci accontenteremo che il miliardo in più che era previsto resti. Questo consentirebbe di chiudere in maniera positiva non solo la convenzione ma anche il contratto. E mettere così un po’ di benzina per far funzionare il sistema”.
 
“Siamo in una situazione favorevole che conviene utilizzare” ha sottolineato Antonino Saitta coordinatore degli assessori alla salute delle Regioni. “Le questioni poste dalla Fimmg – ha sottolineato – sono condivisibili, abbiamo una scadenza, quella della Convenzione, che ci impegneremo a rispettare. La riorganizzazione del sistema passa anche attraverso l’attuazione del Piano cronicità che grazie all’Acn potrà essere realizzato. E non si può che ripartire dai medici di famiglia, la porta di ingresso al Ssn. Non ci sono altre soluzioni”.
 
Tante le testimonianze che si sono alternate nel corso della kermesse. “I medici di famiglia sono il baluardo della salute di questo Paese” ha detto il presidente di Assogenerici Enrique Hausermann che ha chiesto con forza che la salute venga posta al centro della politica. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria ha ricordato che grazie agli sforzi fatti, l’Italia ha raggiunto obiettivi ragguardevoli: “Ma c’è bisogno ti mettere il ruolo del medico al centro, lasciare una libertà prescrittiva nelle sue mani ed anche portare avanti progetti di ricerca con la collaborazione dei medici di famiglia”.
La Presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani, ha invece posto l’accento sulla necessità di combattere la violenza verso le donne medico plaudendo al lavoro svolto da Tommasa Maio, Segretario nazionale Fimmg Settore Continuità Assistenziale che ha consegnato nelle mani del Ministro un dossier sullo stato dell’arte della sicurezza negli ambulatori. E anche sulla necessità di recuperare autorevolezza per le professioni.
 
Ester Maragò

04 ottobre 2017
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