Primo soccorso. Sis 118: “Insegnare ai cittadini le manovre salvavita significa risparmiare vite umane”
Arresto cardiaco, trauma, ostruzione delle vie aeree, causano migliaia di morti ogni anno. Vittime che potrebbero essere evitare se anche i cittadini fossero in grado di intervenire immediatamente con le manovre salvavita di primo soccorso. Eppure ci sono voluti dieci anni prima che l’insegnamento del Primo Soccorso entrasse nella Scuola Italiana. Il congresso nazionale della Società Italiana del Sistema 118 (Sis 118), che si terrà a Roma dal 28 al 30 settembre, sarà l’occasione per fare il punto della situazione attuale.
16 GIU - Ogni anno, 60 mila persone muoiono per arresto cardiaco. Altre 20 mila per trauma e 55 per ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo.
“Se siamo arrivati a questi numeri - ha detto
Mario Balzanelli, Referente del Ministero della Salute presso il Miur per l’insegnamento del Primo soccorso nella Scuola - è perché scarsa attenzione si è prestata, istituzionalmente, nel nostro Paese, negli ultimi decenni, alle morti evitabili. Non si è compresa, in particolare, nella nostra Sanità, l’urgenza di conferire attenzione prioritaria a quella che potremmo definire, senza timore alcuno di essere smentiti, una vera e propria devastante strage quotidiana”.
Il congresso nazionale della Società Italiana del Sistema 118
Eppure grazie ad una lunga battaglia, oggi, nelle scuole italiane vengono insegnate le manovre di primo soccorso. È per fare il punto della situazione attuale che è stato organizzato il congresso nazionale della Società Italiana del Sistema 118 (Sis 118), che si terrà a Roma dal 28 al 30 settembre. Sarà
Pietro Pugliese, Vice Presidente Sis 118 a presiedere l’evento.
“Verranno illustrati in dettaglio, nel contesto di una specifica sezione dedicata – ha spiegato Balzanelli - gli aspetti scientifici e metodologici fondamentali che hanno ispirato il lavoro di stesura dei decreti attuativi di prossima presentazione interministeriale.La tipologia dei percorsi di formazione e di insegnamento individuati è stata modulata con l’obiettivo essenziale di assicurare, in futuro, una risposta concreta, efficace, condivisa e comunitaria al dramma devastante per cui si è partiti: ridurre in modo significativo le morti evitabili”.
“Si tratta, in concreto, di vite spezzate, di vite annientate, all’improvviso, in modo del tutto inatteso, riguardanti qualunque fascia di età, dai neonati agli anziani – ha sottolineato il Referente del Ministero della Salute presso il Miur per l’insegnamento del Primo soccorso nella Scuola - dovute a malore e a trauma. Un soccorso immediato e appropriato a chi sta morendo può avere valore determinante al fine di salvare la vita in immediato pericolo”.
La proposta di insegnamento del Primo Soccorso nella Scuola Italiana.
“Anche i cittadini – ha continuato Balzanelli - si sono chiesti negli anni: come faccio a soccorrere se nessuno mi ha insegnato a farlo? Fu così che, da Taranto, proponemmo a tutto il Paese una sfida particolarmente ardua: avvalerci dell’articolo n° 71 della Costituzione – ‘il popolo esercita l’iniziativa delle leggi’- per proporre, mediante lo strumento giuridico di una iniziativa legislativa popolare, l’obbligo di insegnamento del Primo Soccorso e delle Manovre Salvavita nella Scuola Italiana”.
Una sfida lunga dieci anni
“Dal 28 gennaio al 28 luglio 2005 - ha raccontato il Referente del Ministero della Salute - raccogliemmo, con il contributo entusiastico determinante dei Sistemi 118 di varie regioni, 93.000 firme, validate e autenticate, in tutta l’Italia. Richiedemmo, quindi, ai Comuni, di cui facevano parte i 93 mila firmatari, certificazione in merito al fatto che ciascuno di essi fosse iscritto nelle liste elettorali e avesse, quindi, diritto di voto. Completate queste operazioni, nell’ottobre 2008 depositammo in Senato le firme. Concordammo, con Senatori e Onorevoli, un percorso di accelerazione dell’iter legislativo e autorizzammo che il testo della nostra proposta fosse presentato anche da parlamentari bipartisan, sia alla Camera dei Deputati che al Senato (2008)”.
“In assenza di risultati concreti – ha spiegato ancora Balzanelli - incominciammo, a partire dal 2010, una costante azione di spinta, sollecitazione, sensibilizzazione delle massime istituzioni parlamentari in merito all’urgenza di non continuare a perdere, ogni giorno, nelle case, sulle nostre strade, negli ambienti di lavoro, centinaia di vite che si sarebbero potute salvare se solo fosse stato prestato loro, nell’imminenza del dramma, un primo soccorso adeguato”.
“Abbiamo presentato – ha detto Balzanelli- in modo accorato, richiedendo massima urgenza, queste istanze in una audizione tenuta nella Commissione Sanità del Senato (2012). A più riprese, sono state varcate le soglie dei Ministeri, delle Commissioni Sanità e Pubblica Istruzione, abbiamo incontrato personalmente Sottosegretari e Ministri. Finalmente, il 9 luglio 2015, l’ardua sfida, ad oltre dieci anni di distanza dal giorno dell’inizio, è stata vinta”.
L’art.1, comma 10 della legge sulla “Buona Scuola” sancisce l’”ingresso” dell’insegnamento del Primo Soccorso nella Scuola Italiana, affidando, in primis, il compito della formazione al Servizio 118 del Servizio Sanitario Nazionale. “L’Italia – detto Balzanelli con soddisfazione, si allinea oggi ai Paesi più evoluti a livello mondiale che da anni assicurano in età scolare la trasmissione di questo sapere fondamentale per la vita. Una vittoria storica. Una vittoria del popolo italiano. La formazione in tema di Primo Soccorso potrà essere considerata realmente di qualità solo quando, in concreto, si dimostrerà nel prossimo futuro – ha concluso - in grado di salvare vite”.
16 giugno 2017
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