Parla il farmacista di Roma che ha estratto la pistola davanti ai rapinatori: “Ho subìto 100 rapine. L’altra sera non sono riuscito a stare fermo”
“Non posso passare la mia vita a fare il vigilante, il mio lavoro è un altro. Per questo preferisco alzare le mani piuttosto che sparare. Ma l’altra sera, con mia moglie in pericolo, non potevo rimanere fermo”. Maurizio Manara racconta al Corriere della Sera come è andata martedì nella sua farmacia in via dei Colli Portuensi quando, sparando in aria, ha messo in fuga due uomini che volevano rapinarlo. “Bulli, ecco cosa sono. Solo bulli”.
11 NOV - In 40 anni di lavoro ha subìto un centinaio di rapine. Ma l’altra sera, di fronte a due uomini che hanno fatto irruzione nella sua farmacia a Roma per rubargli l’incasso,
Maurizio Manara ha deciso di reagire. Ha estratto la pistola (regolarmente detenuta), ha sparato in aria e messo in fuga i rapinatori. “Non posso passare la mia vita a fare il vigilante, il mio lavoro è un altro. E per questo preferisco alzare le mani piuttosto che sparare. Ma l’altra sera, con mia moglie in pericolo, non potevo rimanere fermo”, ha spiegato al
Corriere della Sera.
Manara confessa di avere avuto paura, “sarei un incosciente a non averla. Ma non lo faccio vedere, maschero bene. È una cosa fondamentale, ma quello che non dimenticherò tanto facilmente adesso è lo sguardo di mia moglie. Era terrorizzata. Ho il porto d’armi da quando ho diciott’anni ma non avevo mai premuto il grilletto. In vita mia l’ho estratta solo altre due volte, ed è bastato per farli scappare. La verità è che quasi tutte le volte che i banditi sono venuti a farci visita ho alzato le mani e li ho lasciati fare”.
A fare irruzione nella farmacia un’ora prima della chiusura sono stati due uomini con il casco da motociclista. Uno impugnava un cacciavite. “Ho deciso di affrontarli, pistola in pugno. Il primo appena l’ha vista è scappato fuori a gambe levate, il secondo invece continuava a fare lo smargiasso. ‘Vediamo chi dobbiamo ammazzare stasera’, aveva detto poco prima a mia moglie. E nonostante impugnassi la pistola, lui con il cacciavite mi continuava a venire incontro. ‘Allora? Dov’è la cassaforte? La vuoi aprire?’, ripeteva. A quel punto ho sparato un colpo in aria e quello si è smaterializzato in un attimo. Bulli, ecco cosa sono. Solo bulli”.
11 novembre 2016
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy