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Il futuro dei 19mila medici europei dopo Brexit. Ecco cosa ne pensa il Presidente del General Medical Council Terence Stephenson

di Terence Stephenson

Anche se il ritiro dall’Europa avrà inevitabilmente conseguenze sul modo in cui regolamentiamo i medici, sappiamo che il voto a favore dell’uscita dall’UE non dovrebbe ripercuotersi sullo stato di registrazione dei medici non britannici già presenti sul registro. Ma al momento c'è una grande incertezza

13 LUG - Pubblichiamo la lettera inviata ai medici britannici dal presidente del General Medical College.
 
Caro collega,
la votazione di questa settimana da parte della BMA delle disposizioni contrattuali riviste per i medici in formazione ha confermato che la stragrande maggioranza di essi continua a nutrire preoccupazioni sulle proposte. Inoltre, è stata una riprova del fatto che i sentimenti dei medici coinvolti sono davvero profondi.
   
Il GMC riconosce l’esistenza di tali preoccupazioni. Tuttavia, spero che tutte le parti cercheranno di risolvere le questioni in sospeso attraverso un dialogo costruttivo e senza ulteriori sconvolgimenti per i pazienti. È importante che il Governo britannico continui a cercare come poter migliorare le vite dei medici in formazione e accolgo con particolare favore tutti gli sforzi per cercare di porre fine al divario che caratterizza lo stipendio dei professionisti medici a seconda del loro sesso.
 
Questa disputa ha evidenziato una serie di altre questioni radicate, come discrepanze nei turni e natura inflessibile del modo in cui vengono formati i medici, che richiedono un’urgente attenzione – non solo dai governi dei paesi del Regno Unito, ma anche dalla professione stessa e da coloro che si occupano dell’educazione e formazione dei medici.    
   
Al momento, c’è una grande incertezza. A seguito dell’altro voto del referendum, a favore dell’uscita del Regno Unito dall’UE, i medici e gli altri professionisti sanitari arrivati da altre parti dell’Area Economica Europea (UE più Islanda, Liechtenstein e Norvegia) nutrono una comprensibile ansia. Anche se il ritiro dall’Europa avrà inevitabilmente conseguenze sul modo in cui regolamentiamo i medici, sappiamo che il voto a favore dell’uscita dall’UE non dovrebbe ripercuotersi sullo stato di registrazione dei medici già presenti sul registro. 
   
Cercheremo anche di affrontare il modo in cui, in futuro, i medici dell’Area Economica Europea accederanno al registro medico britannico, la maniera in cui noi e altri paesi potremo convidere le informazioni sui medici per mantenere l’integrità del registro e le conseguenze per i medici britannici che desiderano lavorare in Europa una volta che il Regno Unito non sarà più uno stato membro.   
   
Naturalmente, le risposte dipenderanno dal risultato delle trattative britanniche circa il nostro futuro rapporto con l’UE. Tuttavia, una cosa è chiara: i medici del resto d’Europa hanno dato e continuano a dare un contributo fondamentale ai servizi sanitari britannici e alla ricerca medica per cui questo paese è così stimato.
   
Sono almeno 19.000 i medici dell’Area Economica Europea che lavorano nel Regno Unito, circa l’8% dei medici abilitati alla professione nel paese.
   
La nostra priorità, come sempre, sarà quella di assicurare una forte protezione ai pazienti britannici, nonché informazioni precise, utili e aggiornate ai medici. La terremo aggiornato sugli sviluppi della questione e collaboreremo con lei per far sì che questa professione rimanga una di quelle di cui tutti possiamo andare fieri.
Distinti saluti,
 
Professor Terence Stephenson
Presidente del General Medical Coucil
 
Traduzione in italiano a cura della nostra redazione

13 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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