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Convenzioni medici di famiglia e pediatri. Fimmg e Fimp alla vigilia della riunione con Sisac: “I nostri criteri per proseguire le trattative”


I sindacati scrivono alla Sisac e mettono nero su bianco i punti di distanza sulla trattativa per il rinnovo: eccessiva invasività del Distretto, percorsi disciplinari più simili a corti marziali e, soprattutto chiedono che venga tutelata libera professione del medico. LA LETTERA

11 LUG - “Tutela della libera professione, eccessiva invasività del Distretto nella vita dell’AFT, dequalificazione dell’identità della Medicina generale deprivata delle sue peculiarità formative, i percorsi disciplinari più simili a corti marziali, mancata previsione di un parallelismo risorse/risultati attesi e non solo. Questi sono alcuni dei punti di “distanza” che Fimmg e Fimp in vista della convocazione del tavolo di trattativa per il rinnovo della Convenzione dei medici di medicina generale e dei pediatri di famiglia (in programma rispettivamente domani 12 luglio e dopodomani 13 luglio) hanno trasmesso in documento congiunto (firmato del segretario Fimmg, Giacomo Milillo e dal presidente Fimp Giampietro Chiamenti) alla SISAC.
 
Nel documento congiunto Fimmg-Fimp i sindacati chiariscono “i criteri cui deve essere ispirata la proposta di testo che la SISAC deve riformulare per il proseguo delle trattative” sui cui i sindacati “sperano di avere prova tangibile della volontà della SISAC a proseguire le trattative”.
 
Nello specifico uno dei punti più rilevanti per i sindacati riguarda la tutela della libera professione. “L’autonomia organizzativa – si legge nel documento - risulta uno tra i punti più qualificanti di questo percorso là dove, a fronte di garanzie sugli standard erogativi, offre al Servizio efficacia ed efficienza tipiche di un sistema ad alta flessibilità e prossimità e nel contempo consente l’effettivo esercizio della libera scelta del cittadino e gratifica professionalmente il medico”.
 
Ma i sindacati come dicevamo elencano anche le aree su cui “risulta chiara la distanza da colmare su numerosi aspetti tra cui evidenziamo:
· l’invasività del Distretto nella vita dell’AFT;
· l’ambiguità di Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) per le quali non è chiaramente specificato il ruolo funzionale in ottica di raggiungimento di obiettivi di salute;
· la dequalificazione dell’identità della Medicina generale deprivata delle sue peculiarità formative, che si traduce in una mortificazione nelle regole per l’accesso;
· la continuità dell’assistenza che si declina in un semplice computo orario e non in contenuti assistenziali, sia per la Medicina Generale tramite il ruolo unico che per la Pediatria di famiglia attraverso il conseguente maggior carico di lavoro;
· i percorsi disciplinari più simili a corti marziali a disposizione del funzionariato aziendale che a sedi di giustizia, per giunta a supporto anche di comportamenti definiti inappropriati nella peggiore tradizione del recente D.M. o censurabili in base a malintesi ed approssimativi codici etici;
 · il riconoscimento del diritto costituzionale alla rappresentanza mortificato da una serie di limitazioni inapplicabili all’area del convenzionamento, studiate da dipendenti per vanificarne l’applicabilità;
· la mancata previsione di un parallelismo risorse/risultati attesi, assente persino con una diluizione temporale;
· la mancata predisposizione di strumenti adeguati ad affrontare il ricambio generazionale che diventa così mezzo per ridisegnare, in condizioni più sfavorevoli per la categoria, il modello di assistenza territoriale a vantaggio di altre figure professionali”.
 

Infine Fimmg e Fimp nella missiva evidenziano come “merita, tra le tante incoerenze, tra una visione conforme alle premesse fatte e la bozza proposta, un accenno alla carenza in essa di una visione etica della contrattazione e dei suoi prodotti: le pattuizioni convenzionali; spicca quindi l’assenza di strumenti adeguati a garantire entrambe le parti da disapplicazioni delle norme liberamente negoziate e sottoscritte”.
 
“Abbiamo assistito – denunciano - negli ultimi anni ad un singolare imbarbarimento dei rapporti causato da certe regioni che hanno operato secondo interpretazioni di parte dei dettati convenzionali, quasi fossero interpretazioni autentiche, le hanno spudoratamente applicate, recuperando a posteriori norme negoziate, a prezzo magari di concessioni intascate, e firmate forse con il retro pensiero poi di disapplicarle, contando sui costi esorbitanti e sui tempi biblici della giustizia per gli opponenti. E’ nostra intenzione, a scopo esemplificativo, utilizzare questo argomento per testimoniare con la riscrittura dell’articolo sul disciplinare cosa intendiamo per spirito costituente una nuova realtà di assistenza territoriale, dove gli attori giocano un pari ruolo negli impegni e nei doveri, prevedendo momenti comuni e condivisi per monitoraggio e interpretazioni”.

11 luglio 2016
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