Decreto Appropriatezza. Bartoletti (Fimmg): “Burocrazia in un testo calato dal palazzo. Si può fare di meglio per migliorare il sistema”
Per il vice segretario del sindacato dei medici di Famiglia il decreto appropriatezza, pubblicato il 20 gennaio scorso, f”a si che nell'assistenza odontoiatrica, a parte le urgenze e il disagio sociale, sia di fatto tutta a pagamento”. Per i medici di famiglia “se vincolare la prescrizione di alcune tipologie di esami a uno specialista può essere in principio corretto, lo è meno per i lunghi tempi di attesa che potrebbero verificarsi”.
28 GEN - Il recente decreto appropriatezza, pubblicato 20 gennaio, introduce anche nelle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio, oltre che sull’assistenza farmaceutica, la codifica attraverso note limitative. Alcune tipologie di esame, si possono prescrivere a carico del sistema sanitario pubblico , solo in alcune condizioni. E per la Fimmg, sull’assistenza odontoiatrica, a parte le urgenze e il disagio sociale, “è tutto a pagamento”.
"Al di là del merito, che in linea teorica è condivisibile - ha affermato
Pier Luigi Bartoletti vice segretario Nazionale della Federazione Italiana Medici di Famiglia - ovvero indicare la “giustezza” della prescrizione di alcuni esami e limitarne l’utilizzo inappropriato, si cade, come spesso avviene, nell’errore di formulare norme giuste ma difficilmente applicabili nel vivere quotidiano delle persone e degli operatori che lavorano direttamente a contatto con i pazienti, senza filtri amministrativi, senza strutture di contorno di accoglienza e prenotazione, ovvero i medici di famiglia ed i pediatri di libera scelta. E l’inapplicabilità sostanziale di norme, pur giuste nel principio, ma formulate con criteri scientifici condite da bizantinismo burocratico determina spesso disservizi, incomprensioni, litigi e ne vanifica l’obiettivo".
"Se l’obiettivo è adeguare il sistema sanitario pubblico - continua Bartoletti” - utilizzando la professionalità degli operatori che ci lavorano, non è che aiuti molto “calare” dal Palazzo un elenco di prestazioni ed una serie di note,codicilli, codici e condizioni di erogabilità da “inzeppare” in una ricetta de-materializzata che ad oggi non prevede tale modalità di compilazione e quindi obbliga a scrivere a mano, in barba a tutte le regole della de materializzazione. Anzi assume il sapore di una presa per i fondelli. Se vincolare la prescrizione di alcune tipologie di esami a chi ne ha la particolare competenza, lo specialista, puo’ essere in principio corretto, lo è meno quando per andare da quello specialista pubblico debbo aspettare sei mesi, e così se ho un’allergia ai pollini primaverili mi continuo a soffiare il naso e sarò valutato in autunno quando sto bene. Se in questo Paese si tornasse a ragionare in modo normale, forse si tornerebbe ad accoppiare alla competenza tecnico-scientifica ed alle revisioni internazionali di letteratura, la sensibilità di chi tutti i giorni fa i conti con un sistema farraginoso e complicato. Invece no, si pontifica senza avere cognizione di causa".
28 gennaio 2016
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