Ricette in bianco ai farmacisti. Prassi illegittima secondo la Cassazione
La consegna da parte del medico di ricette in "bianco" al farmacista per prescrizioni di farmaci, seppur destinati a malati cronici, costituisce reato di "falso ideologico". Lo ha stabilito la Cassazione confermando la responsabilità degli imputati (un medico e due farmacisti) già condannati in Appello.
04 APR - La Suprema Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità della prassi delle ricette in bianco lasciate dai medici ai farmacisti, nel caso in cui i pazienti siano malati cronici. Per la Cassazione, infatti, la prescrizione farmacologica in bianco configura il reato di falso ideologico tenuto conto che “il farmaco non è un comune bene di consumo poiché oltre ad essere utile è un prodotto pericoloso anche in condizioni normali di utilizzazione, il cui acquisto deve pertanto essere effettuato sotto il controllo del medico”.
La sentenza n. 13315 della Corte di Cassazione si riferisce al caso di un medico della Asl di Frosinone e a due farmacisti della zona condannati, dalla Corte d’Appello di Roma nell’ottobre 2009, per reato di falsità ideologica in certificazioni amministrative e abusivo esercizio della professione. La Corte Suprema, stabilendo i risarcimenti per le parti civili, ha mantenuto in piedi la responsabilità degli imputati, seppur i reati si erano abbondatemente prescritti.
Nello specifico caso, il medico consegnava, ai titolari di due farmacie blocchetti di ricette già pronti, dallo stesso firmati e timbrati. A loro volta i farmacisti provvedevano a riempire la richiesta medica con l’indicazione dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale. Ai pazienti, dunque, bastava mostrare la scatola vuota dei medicinali per avere nuovi farmaci in regime di convenzione.
Avv. Paolo Leopardi
04 aprile 2011
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