Sit: “Vademecum cartacei addio. Ecco come facilitare la pratica clinica con un'unica app”
Nella app “Laborsadelmedico” e “App medicali nella borsa del medico”, volume curato dalla Società italiana di telemedicina e sanità elettronica, presentati al Senato, gli strumenti per far fronte ai problemi della pratica clinica quotidiana, dal calcolo di punteggi o di dosaggi fino alle note Aifa
10 SET - Raccogliere in un unico pacchetto gli strumenti necessari per far fronte a tutti i problemi della pratica clinica quotidiana, dal calcolo di punteggi o di dosaggi, alla decisione dell’approccio terapeutico da seguire, nel caso esistano opzioni diverse, o importanti elementi amministrativi di cui tener conto, come le note dell’Aifa.
È quanto offrono la app “Laborsadelmedico” e “App medicali nella borsa del medico” il libro curato da
Gianfranco Gensini presidente della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica.
Un pacchetto di app in grado di sostituire progressivamente i “vademecum” e i manualetti che tutti, da sempre, siamo abituati a vedere sulle scrivanie dei medici o nelle tasche dei loro camici, e anche un trattato organico che analizza in modo strutturato i temi e le questioni ancora aperte legate alla cosiddetta mobile health.
Le app, realizzate con il contributo incondizionato di Mediolanum farmaceutici, sono state presentate nel corso di una conferenza stampa nella sala Nassirya del Senato della Repubblica.
“Lo smartphone è ormai uno strumento quasi onnipresente nelle attività quotidiane, e con la convergenza dei diversi canali di comunicazione lo sarà ancora di più in futuro – ha affermato il senatore
Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italian
i – mi sembra quindi un esempio di lungimiranza aver sfruttato questa piattaforma per facilitare il lavoro del medico e per promuovere l’aderenza del paziente alle prescrizioni del curante: queste app sono ausili che tutti possono avere con sé in qualsiasi momento e questo è un vantaggio fondamentale”.
“Laborsadelmedico” ha speigato Gensini rappresenta “il primo frutto dello sforzo, devo dire ambizioso, di raccogliere in un unico pacchetto di app gli strumenti necessari per far fronte a tutti i problemi della pratica clinica quotidiana, dal calcolo di punteggi o di dosaggi, alla decisione dell’approccio terapeutico da seguire, ad esempio, in caso di affezioni per cui esistono opzioni diverse o importanti elementi amministrativi di cui tener conto, come le note dell’Aifa. Queste app, inoltre, potranno tornare utili al medico anche per affrontare problemi infrequenti, che si incontrano di rado nella clinica, e le cui soluzioni possono esser rammentate o chiarificate con qualche rapido ‘tap’”.
Il volume invece, prosegue ancora Gensini, nasce da un’idea condivisa con l’ingegniere
Velio Macellari presidente del comitato di consulenza tecnico-scientifica della Sit e
Ornella Fouillouzesegretario della Cts della Sit: “Il volume – ha aggiunto – attraverso circa quindici contributi, da parte dei professionisti più riconosciuti nelle diverse discipline, dal settore biomedicale all’informatica, dalla sicurezza alla privacy, fino alla ricerca e alla clinica, offre una visione approfondita, ma al contempo pragmatica e operativa, sul mondo delle app, sulle sue dinamiche e sulle sue potenzialità”.
Sempre più complete ed efficaci, le app medicali si inseriscono nel paradigma di assistenza sociosanitaria denominato dalla stessa Oms “mobile health” o “mHealth”: un settore in rapida evoluzione, che ha le potenzialità di modificare drasticamente il sistema di erogazione dei servizi sanitari. “Queste app sono talvolta così performanti da essere del tutto equiparate a dispositivi medici, ma allora come tali vanno trattate – ha spiegato Macellari,– devono essere identificate secondo le classi di rischio previste dalle direttive europee e corrispondentemente sottoposte ai corretti processi di certificazione”.
“È importante – ha poi aggiunto
Fouillouze – tener conto dei problemi di privacy che il loro uso comporta secondo la normativa europea, tra l’altro perché i dati sensibili utilizzati su queste piattaforme vengono spesso immagazzinati in un cloud estero. Queste app, inoltre, possono rivelarsi un mezzo di formazione formidabile per i diversi operatori della salute. In più, risiedendo su smartphone o tablet che devono esser connessi alla rete informatica dell’azienda sanitaria, le app medicali impongono di rendere più sicuri, con appositi software, i dispositivi mobili, per loro natura molto vulnerabili. Anche l’azienda sanitaria, infine, dovrà adottare idonee politiche gestionali per mantenere alto nel tempo il livello di security della sua rete”.
10 settembre 2015
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