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Certificati online: Bianco (Fnomceo), “Serve nuovo approccio culturale e normativo"


È questa la convinzione del presidente della Fnomceo che, a due giorni dalla firma da parte del ministro per l’Innovazione Renato Brunetta sulla terza circolare riguardante gli invii dei certificati di malattia per via telematica, pur esprimendo la sua soddisfazione invita a mantenere i riflettori accesi sulle applicazioni nei vari contesti regionali.

25 FEB - È stata finalmente emanata  la cosiddetta “Terza circolare Brunetta”. Partorita dopo una lunga trattativa tra il ministero per l’Innovazione, i medici e le Regioni, la Circolare esplicita meglio, ammorbidendoli, i criteri di applicazione delle sanzioni, in caso di violazioni nell’invio dei certificati di malattia on line. A due giorni di distanza è intervenuto sull’argomento anche il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco.

Bianco ha voluto innanzitutto evidenziare come i risultati indiscutibilmente positivi degli invii dei certificati on line, riferiti dal ministro Brunetta, “sono il frutto della responsabilità dei medici, e non della paura delle sanzioni”. “È evidente – ha proseguito - che le finalità di questa innovazione, verso le quali anche la Fnomceo, così come tutte le rappresentanze delle categorie professionali, ha dimostrato il proprio consenso,  richiedevano un forte coinvolgimento e allineamento di tutte le responsabilità in campo. Ci pare che la Circolare, per libera scelta o per forza, ne abbia dovuto prendere atto”.
Ricordando poi il cammino tutto in salita della riforma, avviatosi in un clima di “lotta ai fannulloni”, Bianco ha rivendicato il ruolo della propria federazione che si è mossa “con responsabilità, avendo ben presenti, da una parte, la bontà degli obiettivi e, dall’altra, la complessità della loro attuazione, inasprita dall’inadeguatezza dell’approccio politico al problema”.
Il riferimento era ovviamente all’impianto sanzionatorio, che “in varie occasioni abbiamo stigmatizzato come inutilmente muscolare, che scommetteva cioè più sulla minaccia che sul senso di responsabilità dei professionisti”.

Ora però non è ancora giunto il momento per tirare i remi in barca, anzi, per il presidente Fnomceo, proprio ora bisogna tenere alta l’attenzione riguardo due aspetti fondamentali: “Seguire con estrema attenzione le applicazioni nei contesti regionali, e porre in evidenza un diverso approccio culturale e normativo ai contenuti e alle forme della certificazione medica”. In quanto “la certificazione richiesta o dovuta al cittadino – pur non negando gli oggettivi risvolti amministrativi - è in primo luogo un delicato atto medico, che non deve comportare minacce o lesioni al rapporto fiduciario e confidenziale tra medico e paziente.  Vanno dunque evitate tutte quelle soluzioni normative che privilegiano l’aspetto amministrativo rispetto a quello professionale. Fermi restando gli illeciti di carattere penale – ha concluso - un’inappropriata certificazione deve trovare riscontro disciplinare nel suo ambito naturale: quello deontologico”.  
 

25 febbraio 2011
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