Sentenza Tribunale Milano. Cimo: “Si riconosce che la responsabilità nei confronti del cittadino è della struttura sanitaria”
Così il presidente Cassi ha sottolineato come ora, non potendo più scaricare sui Medici le proprie inefficienze, le aziende dovranno attivare tutti gli strumenti di prevenzione degli eventi avversi a partire dalle unità di gestione del rischio clinico. "E' un altro importante tassello verso la valorizzazione dei professionisti e della professione medica".
14 OTT - "La
sentenza del Tribunale di Milano sulla tipologia di responsabilità in capo al Medico dipendente sancisce un principio che CIMO da anni sostiene: la responsabilità contrattuale nei confronti del cittadino danneggiato è della struttura, quella del Medico è extracontrattuale, perché non deriva da un obbligo diretto contratto nei confronti dell’assistito. Adesso, grazie alla legge Balduzzi, si modifica un orientamento giurisprudenziale che aveva penalizzato il medico dipendente a vantaggio dell’azienda sanitaria. Per il cittadino non cambia nulla. Per il medico molto: non è più lui a dover dimostrare che non ha sbagliato ma quest’onere si trasferisce giustamente alla struttura". Così il presidente Cimo,
Riccardo Cassi, ha commentato la recente sentenza del Tribunale di Milano.
"Non potendo più scaricare sui Medici le proprie inefficienze, adesso le aziende dovranno attivare concretamente tutti gli strumenti di prevenzione degli eventi avversi a partire dalle unità di gestione del rischio clinico. Dovranno inoltre curare di più le condizioni di lavoro, l’aggiornamento e le competenze dei propri professionisti, ed eliminare le scelte clientelari per affidare incarichi di direzione. Se tutto questo, assieme alla riduzione della medicina difensiva, diventa l’effetto collaterale della sentenza, come ci auguriamo - ha concluso Cassi - mettiamo un altro importante tassello verso la valorizzazione dei professionisti e della professione medica che Cimo richiede da tempo".
14 ottobre 2014
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