Sblocco contratto Ssn. Niente di fatto dopo incontro con D'Alia: "Non ci sono risorse"
I medici e i dirigenti della Cosmed confermano lo stato di agitazione. Il ministro della Pa conferma che non ci sono soldi. Apprezzata invece apertura sul precariato ma i sindacati dicono basta a una concezione improduttiva del lavoro pubblico e ribadiscono la richiesta di sblocco del contratto.
06 GIU - Nulla di fatto per lo sblocco dei contratti della Pa dopo l’incontro tra i Sindacati e il Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D’Alia.
“Nell’incontro – riporta un’informativa della Cosmed - con le Confederazioni il Ministro ha ricordato il provvedimento di proroga dei contratti a termine dal 1.7.2013 al 31.12.2013 e la proroga della validità delle graduatorie auspicando una soluzione definitiva del problema dei precari nella pubblica amministrazione. In tal senso il Ministro ha annunciato una ricognizione sull’entità del lavoro atipico nelle amministrazioni centrali e l’apertura di un tavolo con regioni ed enti locali.
Sul blocco dei rinnovi contrattuali, pur consapevole della demotivazione del personale che scaturisce dal provvedimento, ritiene che la finanza pubblica non possa sostenere il costo di un rinnovo contrattuale pari a 7 miliardi di euro in un triennio”. Insomma, i soldi per i rinnovi sembrano non esserci. Ma, evidenzia la Cosmed “il Ministro si è impegnato genericamente a collaborare con atti di indirizzo a sbloccare le trattative ferme all’Aran. Infine ha ribadito la necessità di invertire una concezione improduttiva del lavoro pubblico spesso divulgata negli ultimi anni”.
Preso atto delle dichiarazioni del Ministro la Confederazioni di medici e dirigenti ha ribadito la sua posizione in merito a varie tematiche che riguardano i lavoratori nella Pa. Anzitutto la Cosmed ha ribadito “la necessità di ritirare il provvedimento di proroga del blocco contrattuale al 2014. L’iniqua condizione dei dipendenti della P.A. non solo senza contratto da 4 anni, ma vincolati dal DL 78/10 che congela le retribuzioni individuali e la contrattazione centrale e periferica. Non solo non si aumentano i salari, ma si saccheggiano i contratti precedenti. Infine si è determinata una condizione di sospensione del rinnovo dei contratti pubblici a tempo indeterminato. Da ultimo non si è provveduto nemmeno agli adempimenti preliminari per il varo del prossimo rinnovo del CCNL: non si dispone infatti né di un modello contrattuale condiviso né della determinazione delle aree di contrattazione”.
“Del resto – evidenzia la Cosmed - difficilmente senza modifiche legislative della legge Brunetta si potrà raggiungere un accordo sulle aree capace di sbloccare le procedure contrattuali”. Altro tema evidenziato riguarda “l’esclusione del pubblico impiego dalla detassazione del salario di produttività che la dice lunga sul pregiudizio nei confronti dei lavoratori pubblici”.
Infine, per la Cosmed “occorre un segnale sul piano politico per sbloccare la vergognosa condizione del precariato in particolare nella dirigenza pubblica e nel SSN. Sul precariato si è apprezzata l’apertura ricordando la necessità di un tavolo specifico della dirigenza anche per normare definitivamente, dopo 10 anni dalla Legge Biagi, quali forme di lavoro flessibile sono compatibili con il pubblico impiego, interrompendo una jungla normativa tutta tesa a danneggiare i giovani mantenendo e alimentando il precariato. Dopo molti maltrattamenti e leggi speciali a carico dei dipendenti pubblici, la riproposizione dei contenuti dei decreti Tremonti e Monti segnerebbe una definitiva rottura con i lavoratori dei servizi pubblici e un duro colpo alla credibilità del nuovo Governo.Occorre infine chiarire come si pone questo Governo nei confronti del protocollo del 3 maggio 2012”.
Nella replica il Ministro ha specificato di non poter assumere impegni su materie che comportano uso di risorse o modifiche normative, ma che sul precariato provvederà ad aprire entro 15 giorni un tavolo di confronto per pervenire a risultati concreti almeno entro l’anno.
La Cosmed ha denunciato però “la strumentalità delle posizioni del Ministro della Pubblica Amministrazione e conferma lo stato di agitazione delle categorie professionali rappresentate dalle organizzazioni sindacali aderenti”.
06 giugno 2013
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