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Chirurghi. Acoi: “Sale operatorie a rischio senza riorganizzazione ospedali e coperture assicurative”


“Serve una grande riforma del Ssn, che ne ripensi fortemente struttura e finalità” ha detto Presenti, presidente dell’Associazione al XXXII congresso nazionale a Firenze. Ai chirurghi è arrivato il saluto del ministro Lorenzin: “Umanizzare una medicina fortemente tecnologizzata è la sfida di oggi”.

23 MAG - “La sanità italiana è  in una situazione critica, per evitare il collasso ed il rischio di un blocco delle sale operatorie, è  indispensabile intervenire con urgenza sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e sulla garanzia delle coperture assicurative”.
Sono questi i temi fondamentali da affrontare per assicurare sicurezza e qualità delle cure offerte, sui quali  Luigi Presenti, presidente dell'Associazione dei Chirurghi Ospedalieri (Acoi) ha puntato i riflettori nel corso del XXXII Congresso nazionale, organizzato a Firenze.
“Le nostre proposte sono chiare – ha detto Presenti – riorganizzare le reti ospedaliere regionali sulla base di una nuova e seria analisi delle attività e del livello delle prestazioni che valutino con gli stessi indici i grandi ed i piccoli ospedali; garantire ai chirurghi la copertura assicurativa obbligatoria da parte delle aziende sanitarie, per garantire la qualità e la sicurezza delle prestazioni e il miglior trattamento possibile al paziente”.

Intanto i chirurghi dell’Acoi hanno incassato il saluto del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha sottolineato come il loro Congresso sia “un’importante occasione di dialogo e di confronto scientifico, per porre al centro i temi della qualità professionale, dell’innovazione, della trasmissione delle conoscenze”.

“Grazie a tecniche sempre più perfezionate – ha scritto il ministro nel saluto inviato al Congresso  – alla stretta collaborazione con altre discipline e all’informatizzazione degli strumenti si sono compiuti in questi ultimi decenni passi in avanti. Si sono così salvate tante vite e si è migliorata la qualità di vita di tante persone di ogni età e classe di rischio”. Oltre alla tecnica, Lorenzin ha poi sottolineato l’importanza primaria della professionalità del chirurgo, la sua preparazione, l’esperienza, l’abnegazione, la sensibilità e capacità di osservazione e di ascolto. Anche i pazienti sono cambiati: in passato essi si affidavano alle sapienti mani degli operatori, oggi sono molto più attenti, informati e consapevoli dei loro diritti”. È per questo che “l’umanizzazione di una medicina fortemente tecnologizzata è diventata banco di prova della qualità delle strutture sanitarie”.

Un  approccio condiviso da Luigi Presenti, presidente dell’Acoi:“La componente chirurgica conta circa un quarto del personale impiegato nel sistema sanitario nazionale, gli interventi chirurgici in Italia sono circa 8 milioni all'anno, e i chirurghi, in senso lato, vengono a contatto, nell'arco di un anno, nelle loro varie prestazioni, forse con la metà della popolazione italiana”. Presenti ha poi allargato il raggio dell’analisi, evidenziando come in Italia esistano “20 modelli di sanità diverse ed è questo un grande problema. In molte regioni un modello considerato virtuoso non viene preso in considerazione, oppure viene sperimentato e poi abbandonato”.

Per questo l’Acoi sostiene con  forza la necessità di “una grande riforma del Ssn, che ne ripensi fortemente struttura e finalità”. “Ma questo non deve essere un alibi per rinviare interventi correttivi urgenti, dalla ristrutturazione della rete ospedaliera secondo criteri di qualità e sicurezza, alla costruzione di un modello di formazione/certificazione professionale, dalla certezza sulla normativa delle coperture assicurative in tema di responsabilità professionale, ad una risposta forte alla piaga del lavoro precario dei giovani medici. Abbiamo bisogno – ha concluso Presenti - di regole condivise per valorizzare la qualità e migliorare il servizio”. 

23 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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