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Manovra. Dal Sunifar ecco i quattro punti importanti per la crescita di ruolo delle farmacie  


“Ci sono almeno altri quattro punti della Finanziaria 2025 che questo Governo ha voluto per rafforzare il settore e proseguire nella crescita di ruolo delle farmacie” spiega  Gianni Petrosillo, Presidente del Sunifar puntando i riflettori sui quattro passaggi strategici per le farmacie

15 GEN -

“Volendo escludere l’incremento di 1,3 miliardi di euro del fabbisogno sanitario standard, meglio noto come Fondo Sanitario Nazionale, misura che comunque interessa in via indiretta anche il settore farmaceutico, ci sono almeno altri quattro punti della Finanziaria 2025 che questo Governo ha voluto per rafforzare il settore e proseguire nella crescita di ruolo delle farmacie”.

Così Gianni Petrosillo, Presidente del Sunifar che ha puntato i riflettori sui quattro passaggi strategici per le farmacie.

Il primo punto (comma 317) prevede la completa dematerializzazione di tutte le prescrizioni farmaceutiche a carico del SSN, dei servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’aviazione civile (SASN), nonché a carico dei cittadini. La norma è dichiaratamente finalizzata al rafforzamento delle misure di monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché ad assicurare una maggiore efficacia del Fascicolo sanitario elettronico (FSE), completandone il set dei dati per ogni assistito con le informazioni sui consumi farmaceutici. In questo senso, anche per efficientare l’attività di controllo da parte dei sanitari, compresi i farmacisti, del corretto e coerente utilizzo dei farmaci da parte del cittadino (aderenza, farmacovigilanza ecc.).

Quella della dematerializzazione non è norma nuova e la novità sta nell’estensione a “tutte le prescrizioni”. Ora, fatta esclusione per le ricette redatte in regime privato, per cui le disposizioni sulla dematerializzazione sono più recenti, la percentuale di dematerializzazione delle ricette SSN a livello nazionale ha ormai già raggiunto il 90 per cento, con sensibili variazioni regionali. Si potrà anche far di meglio, ma credo sia praticamente impossibile giungere alla completa dematerializzazione, per le inevitabili interruzioni dei sistemi di accoglienza, sia centrali che regionali, nonché per i casi di impossibilità materiale da parte del medico di inviare i dati della prescrizione ai sistemi (visita presso il domicilio del paziente, mancanza di connessione ecc.), a meno che non si voglia mettere in discussione il principio, a mio parere inviolabile, del diritto del cittadino di ricevere assistenza sia in ambito privato sia in regime convenzionato con il SSN.
Il tema della ricetta dematerializzata merita un excursus sull’ulteriore novità del 2025, secondo cui cessa la trasmissione degli estremi della ricetta con le modalità sancite con ordinanza della Protezione civile del marzo 2022. Così non si presenteranno più in farmacia il solo numero di ricetta elettronica (inutilizzabile con i sistemi o connessioni in blocco) e verrà meno anche la notifica degli estremi della ricetta direttamente da cittadino a farmacia. In pratica, si torna ai canali di trasmissione del promemoria come previsti dal DM 25 marzo 2020.

Il secondo punto (comma 324) ridetermina le quote di spettanza delle aziende farmaceutiche e dei grossisti, fissandole rispettivamente al 66 e al 3,6 per cento. Non è assolutamente un cambio del prezzo ex-factory, ma unicamente il trasferimento della quota dello 0,65 per cento del prezzo al pubblico da parte dei produttori a favore dei grossisti, senza possibilità che tale quota venga poi trasferita alle farmacie. È parimenti fatta salva l’ulteriore quota dell’8 per cento, da continuare a riconoscere da parte dell’industria a favore della filiera, per i farmaci che non hanno mai goduto di copertura brevettuale. Inutile soffermarsi a lungo nel definire quanto sia strategica la misura che riporta significative risorse a un segmento della filiera fortemente penalizzato in quest’ultimo decennio e indubbiamente strategico nel supportare le farmacie con un servizio tempestivo e capillare.

Anche il terzo punto (comma 326) mira al rafforzamento del settore con l’erogazione di un contributo, per gli anni 2026 e 2027, a favore delle aziende farmaceutiche, pari a una quota di 0,05 euro per ogni confezione di farmaco appartenente alla classe a), avente prezzo al pubblico fino a 10 euro e distribuito alle farmacie territoriali. Il valore del contributo è limitato 50 milioni di euro per ciascuno degli anni del biennio, a valere sul FSN. Si tratta anche qui di un aiuto a un comparto sensibilmente penalizzato dall’andamento dei prezzi dei farmaci del cosiddetto “mercato maturo”, se consideriamo che ormai poco meno del 90 per cento dei farmaci sono inseriti nelle liste di trasparenza a subire una tendenza alla riduzione del prezzo tale da renderne ormai problematica la produzione.

Il quarto e ultimo punto (comma 328) riguarda un’ulteriore proroga al 2025 della sperimentazione della farmacia dei servizi, con relativo rifinanziamento di ulteriori 25,3 milioni di euro, a confermare l’interesse del Governo (e del Parlamento, visto che la norma ha avuto sostegno bipartisan) al processo di avanzamento dei ruoli delle farmacie nel quadro della riforma dei modelli organizzativi territoriali del SSN. Avanti, quindi, con la realizzazione dei cronoprogrammi regionali, ma questa volta con l’obiettivo preciso di chiudere la sperimentazione per passare alla stabilizzazione dei nuovi servizi erogati dalle farmacie. Infatti, entro e non oltre il 30 settembre 2025, il Comitato paritetico e il Tavolo tecnico, come previsto dalla legge n. 205/2017, dovranno “valutare gli esiti della complessiva attività sperimentale ai fini della rendicontazione delle spese e dell’eventuale stabilizzazione dei nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito delle attività di cui al decreto legislativo n. 153 del 2009”. D’altro canto, la bozza di Convenzione recentemente siglata tra SISAC e OO.SS. maggiormente rappresentative delle farmacie ne ha già sancito i principi fondamentali



15 gennaio 2025
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