Muore dopo intervento per dimagrire. Sicob: “La chirurgia bariatrica non è medicina estetica”
La donna, 45 anni, si è sottoposta a bendaggio gastrico in una clinica in provincia di Napoli, ma pochi giorni dopo l’intervento è deceduta. La Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche chiede ai media di “non diffondere messaggi sbagliati” per “non generare sfiducia e paura nei confronti di un percorso terapeutico che salva tante vite ogni anno e che viene descritto dai tanti pazienti come percorso di rinascita”.
10 GEN - La chirurgia bariatrica non è un intervento estetico. Non si tratta di bellezza, ma di salute. Lo sottolinea la Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche) in merito al decesso di una donna di 45 anni, nella provincia di Napoli, durante un intervento di bendaggio gastrico. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, la donna aveva avuto problemi (avuto un'embolia polmonare seguita da arresto cardiocircolatorio) anche nel corso di un precedente intervento, sospeso a causa di queste complicazioni.
I parenti della donna hanno presentato denuncia per presunta malasanità. La Sicob chiede intanto ai mass media di “trattare l’argomento con estrema sensibilità e chiarezza per non diffondere messaggi sbagliati”, ricordando che l’obesità è “una malattia come cronica, progressiva e recidivante con gravi possibili complicanze. Non si tratta di una questione di bellezza, ma di decisioni terapeutiche”.
“Sentiamo il dovere di precisare alcuni aspetti relativi alla ricostruzione della vicenda, pubblicati dalle testate giornalistiche che hanno riportato la notizia, a tutela della chirurgia bariatrica – dichiara in una nota il presidente della Sicob, prof.
Giuseppe Navarra - professionisti che si dedicano alla cura dell’obesità e, soprattutto, dei pazienti che decidono di affrontare l’intervento. Intanto esprimiamo profondo cordoglio alla famiglia della vittima, giovane madre, un caso che ci addolora enormemente. Siamo peraltro certi che la magistratura accerterà le dinamiche dell’accaduto, facendo chiarezza in modo rigoroso. Ma è fondamentale ribadire che l’obesità è una malattia cronica, progressiva e recidivante, riconosciuta come tale dall’Oms. Non si tratta quindi di una questione estetica, bensì di una condizione in grado di ridurre l’aspettativa di vita delle persone affette che può portare a gravi complicanze, tra cui diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari (ictus ed infarto del miocardio) e persino alcuni tipi di tumori”.
Tra le diverse opzioni terapeutiche, ricorda la Sicob, “qualora indicata da specifiche linee guida, la chirurgia rappresenta, ad oggi, il trattamento più efficace e duraturo dell’obesità. La decisione se sottoporre un paziente obeso ad un intervento bariatrico non è frutto della decisione di un singolo chirurgo, bensì di un approccio personalizzato a cui concorrono tutti gli attori del team multidisciplinare che include quanto meno psicologico, nutrizionista oltre all’anestesista ed il chirurgo”.
“Chiediamo con forza alla stampa e ai media di trattare questi temi con grande sensibilità -prosegue Navarra - tanto nei confronti dei pazienti e dei loro cari che dei professionisti impegnati nella cura dell’obesità. Diffondere notizie imprecise non solo può danneggiare ingiustamente la reputazione degli specialisti coinvolti, ma rischia anche di generare sfiducia e paura nei confronti di un percorso terapeutico che salva tante vite ogni anno e che viene descritto dai tanti pazienti come percorso di rinascita”.
La Sicob ribadisce il suo impegno “a garantire una comunicazione informata e trasparente oltre che a collaborare con le istituzioni per assicurare i più alti standard di sicurezza e qualità nella pratica clinica. È al fianco dei pazienti e dei chirurghi, certi che il dialogo e la corretta informazione possano contribuire a costruire una società più consapevole e giusta”.
“Il nostro pensiero – conclude il presidente - va ancora alla famiglia della signora Fiorentino, con la certezza che si farà luce su questa vicenda dolorosa nel pieno rispetto della verità e della dignità di tutte le persone coinvolte”.
10 gennaio 2025
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