“I Lea sono lo strumento di attuazione dell’articolo 32 della Costituzione, perché garantiscono a tutti i cittadini il diritto fondamentale alla salute attraverso livelli di assistenza essenziali e omogenei. Chiunque, con qualunque motivazione, ne ha impedito per anni o dovesse impedirne ancora l’aggiornamento opera a danno dei cittadini e a discapito dell’interesse generale. Su questo non ammetteremo più alcun indugio, tanto meno da parte delle istituzioni corresponsabili dell’attuazione della Costituzione. Rimbalzare i decreti fra Stato e Regioni non è più una opzione, a maggior ragione che, pur con i Lea sospesi dal 2017, sempre dal 2017 vengono erogati fondi a essi destinati sul cui utilizzo chiediamo chiarezza e trasparenza”.
Così Cittadinanzattiva che, insieme ad altre venti organizzazioni civiche e di pazienti - A.Fa.D.O.C. APS (Associazione Famiglie Deficit Ormone della Crescita e altre patologie rare), A.M.O.R ODV (Associazione Malati in Ossigeno-ventiloterapia e Riabilitazione), A.Ma.R.V. ODV (Associazione Malati Reumatici del Veneto), A.N.N.A. APS (Associazione Nazionale Nutriti Artificialmente), ACMT-Rete Odv per la Charcot-Marie-Tooth, AISF ODV (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica), ANMAR ODV (Associazione Nazionale Malati Reumatici), AS.MA.RA ONLUS - SCLERODERMIA ed altre Malattie Rare, Associazione Italiana Gaucher ODV, Associazione Pazienti BPCO, Azione Parkinson, Cometa A.S.M.M.E. (Associazione Studio Malattie Metaboliche Ereditarie), Comitato Macula, Cuore Nostro, FAIS odv (Federazione delle Associazioni di Incontinenti e Stomizzati), Famiglie SMA, FAND (Associazione Italiana Diabetici), Lega Italiana Sclerosi Sistemica, UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), WALCE Onlus - ha inviato in queste ore 20 esposti alle altrettante Procure regionali della Corte dei Conti per fare chiarezza sull’utilizzo dei 3 miliardi e 446 milioni di euro erogati, dal 2016 al 2023, dallo Stato alle Regioni affinché queste ultime garantissero ai cittadini dei rispettivi territori le prestazioni sanitarie previste dai Lea del 2017, a tutt’oggi non ancora esigibili.
Nell’esposto, si chiede chiarezza e una rendicontazione puntuale su come i fondi, destinati all’entrata in vigore dei Lea, siano stati effettivamente utilizzati, sulla legittimità di un eventuale “spostamento di uso”, sulla effettiva sussistenza delle ragioni addotte per ritardare l’applicazione del DPCM 12 gennaio 2017.