56° Congresso Sumai. Magi “Eliminare l’incompatibilità col privato per gli specialisti convenzionati”
Eliminare l’incompatibilità, ha spiegato Magi, “permetterebbe ai medici specialisti di lavorare sia nel pubblico che nell’accreditato, ampliando l’offerta e contribuendo all’abbattimento delle liste d’attesa”. Riprogrammazione dei posti di specializzazione, riforma della medicina territoriale, telemedicina e innovazione digitale, riorganizzazione dei percorsi assistenziali. Queste le altre priorità individuate dal segretario del Sumai. LA RELAZIONE
06 NOV - Con la relazione del segretario generale
Antonio Magi si sono aperti oggi i lavori del 56 congresso nazionale del Sumai Assoprof. Alla presenza del ministro della Salute,
Orazio Schillaci, Magi ha fatto una disamina dello stato attuale della sanità italiana su più punti arrivando a proporre cinque suggerimenti per migliorare la condizione del Ssn: Riprogrammazione dei posti di specializzazione, Riforma della medicina territoriale, Eliminazione delle incompatibilità, Telemedicina e innovazione digitale, Riorganizzazione dei percorsi assistenziali. Queste le cinque priorità individuate dal segretario del Sumai.
Nonostante “la sanità italiana abbia una lunga tradizione di accesso universale – ha aperto Magi – dal 2012 sta affrontando un progressivo deterioramento a causa di tagli lineari e un forte sottofinanziamento. Questa strategia di risparmio si è tradotta, in 12 anni, in un progressivo impoverimento del sistema, riducendo le risorse destinate a strutture, personale e tecnologie. Questi tagli non sono stati accompagnati da un'adeguata valutazione delle conseguenze e così oggi registriamo un aumento delle malattie croniche, la denatalità e l'invecchiamento della popolazione” con un impatto importante sulla domanda di assistenza sanitaria e sulla prevedibile mancanza di risorse umane necessarie.
“Oggi il definanziamento che ha subito la Sanità Italiana ci mette di fronte ad enormi difficoltà. Oltre all’inadeguatezza della risposta di salute abbiamo: “Retribuzioni dei Sanitari tra le più basse in Europa (siamo al terz’ultimo posto); Carichi di lavoro insostenibili, burocrazia aumentata per medici ed infermieri, violenze, denunce, premi assicurativi improponibili, precariato; Scarsa attrattività del SSN non solo per le nuove generazioni; Fuga dei Sanitari verso il privato e verso altri Paesi; Il divario tra le Regioni. Tutti questi elementi critici evidenziano pertanto l'urgenza di una riforma che ripristini l’equità e l'efficienza nel Sistema Sanitario Nazionale”.
“In coerenza con quanto sinora detto – ha aggiunto il segretario del Sumai – la spesa sanitaria privata dei cittadini tra prestazioni e farmaci gioca un ruolo sempre più rilevante nel sostenere il sistema specialmente attraverso la spesa out of pocket. Nel 2023, la spesa privata ammontava a 45.862 milioni di euro, con una crescita del 10,5% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza, secondo la Corte dei Conti, mostra come i cittadini siano sempre più costretti a contribuire personalmente alla copertura di cure sanitarie, alimentando ulteriormente le disuguaglianze regionali”.
La situazione della sanità territoriale “La sanità territoriale – sostiene Magi – è il fulcro di un sistema sanitario efficace, poiché consente di gestire la maggior parte dei problemi di salute in modo preventivo e continuativo, riducendo la pressione sugli ospedali. Purtroppo, in Italia si osserva un dislivello nella qualità e nella quantità dei servizi offerti anche nei diversi territori a causa di una politica nazionale e regionale ospedalo-centrica che ha messo a disposizione negli anni più risorse agli ospedali rispetto al territorio. Appare evidente che senza provvedimenti efficaci sulle retribuzioni che rendano maggiormente attrattivo il SSN e senza il reale potenziamento della attuale medicina territoriale che preveda all’interno di una equipe, medici di medicina generale, specialisti convenzionati interni ed altro personale sanitario saremmo destinati a fallire e gli ospedali rischierebbero di essere ancora una volta travolti e non solo nel caso di nuove emergenze sanitarie, ma quotidianamente per mancanza del necessario filtro territoriale”.
La programmazione Il segretario del SUMAI Assoprof ha illustrato cosa intende per programmazione. “La programmazione sanitaria è quel processo strategico e operativo indispensabile che consiste, attraverso i dati a disposizione, di pianificare l’offerta di servizi e prestazioni in base ai bisogni della popolazione. Include la definizione degli obiettivi di salute, l’allocazione delle risorse, la formazione del personale e l’organizzazione dei servizi in modo da rispondere alle esigenze attuali e future della società”.
“Una programmazione efficace - ha aggiunto - richiede di considerare i cambiamenti demografici, come la denatalità, l’invecchiamento della popolazione e quelli epidemiologici, come la crescita delle malattie croniche monitorando costantemente l’evoluzione della domanda sanitaria e adattare l’offerta di conseguenza. In questo contesto i medici specialisti ambulatoriali rivestono un ruolo essenziale nel monitoraggio e nella gestione delle condizioni croniche, contribuendo a prevenire le complicanze e a migliorare la qualità della vita dei pazienti. Per una corretta programmazione è altresì fondamentale tenere conto della distribuzione geografica della popolazione. Le zone rurali e le aree interne, caratterizzate da una maggiore dispersione della popolazione e da un accesso limitato ai servizi sanitari, richiedono una pianificazione specifica per garantire un’assistenza adeguata“.
“La carenza di strutture e di personale in queste aree rende necessario l’impiego di soluzioni innovative, come modelli aggregativi funzionali in alternativa a quelli strutturali, anche attraverso l’uso della telemedicina, per ridurre le disuguaglianze territoriali”.
Inoltre, per Magi è necessario mettere in atto “Strategie di programmazione a lungo termine come lo sviluppo di una rete di medicina territoriale, l’uso dei big data e dell’intelligenza artificiale, la Formazione e l’aggiornamento del personale, l’integrazione tra ospedale e territorio”.
Il fabbisogno sanitario “Il fabbisogno sanitario è l’elemento chiave per la corretta pianificazione dei servizi sanitari. Per affrontare efficacemente le esigenze di una popolazione è necessario partire da una valutazione precisa del fabbisogno reale che tenga conto della struttura demografica, dell’incidenza delle patologie, della diffusione delle malattie croniche e delle disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure. Il fabbisogno sanitario è definito, dal Ministero della Salute, come l’insieme delle risorse necessarie a garantire la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la riabilitazione dei cittadini. In pratica ciò si traduce nell’individuazione del numero e della tipologia di servizi necessari, nella stima del personale sanitario e dei mezzi tecnologici indispensabili per rispondere alla domanda di assistenza”.
“L’analisi del fabbisogno reale - secondo Magi - deve quindi essere continuamente aggiornata poiché la domanda di servizi sanitari è influenzata da diversi fattori: tra queste l’evoluzione demografica, l’andamento epidemiologico, prevalenza delle Patologie Croniche ed Oncologiche e loro Impatto Economico. Il fabbisogno sanitario inoltre include un’equa distribuzione di risorse umane e specialistiche che nel nostro Paese sappiamo essere piuttosto disomogenea e con forti carenze. Questa disomogeneità è aggravata dalla tendenza dei medici a concentrarsi nelle aree metropolitane dove le opportunità di formazione e carriera sono maggiori. Di conseguenza le zone rurali e le aree interne del Paese spesso rimangono prive di un numero sufficiente di specialisti con un impatto negativo sulla salute delle popolazioni locali. Per riequilibrare la distribuzione delle risorse umane è necessario: Offrire incentivi economici e opportunità di formazione per incoraggiare i medici a lavorare nelle aree carenti, sviluppare servizi di telemedicina, creazione di reti territoriali”.
Progettazione di un sistema sanitario sostenibile “La progettazione di un sistema sanitario sostenibile e moderno – sostiene ancora Antonio Magi - passa necessariamente attraverso l’adozione di nuove tecnologie. Quindi l’intelligenza artificiale (IA) e la telemedicina”. Queste, se correttamente usate come strumenti di ausilio al professionista, “rappresentano alcune delle innovazioni più promettenti, in grado di trasformare l’assistenza sanitaria, migliorare l’efficienza dei processi e offrire soluzioni personalizzate ai pazienti”.
Interconnessione tra ospedale e territorio “Un sistema sanitario sostenibile deve garantire una stretta interconnessione tra gli ospedali e i servizi territoriali. L’attuale frammentazione dei percorsi assistenziali è una delle principali cause di inefficienza e di sovraccarico delle strutture ospedaliere ma che non si può certo risolvere, come accade in molte realtà regionali, con l’ospedale che va nel territorio“.
“Il modello di sanità integrata sostenuto dal Sumai Assoprof “prevede la creazione di reti di assistenza che coinvolgano medici specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale, ospedali e servizi domiciliari. In questo modello, l’ospedale con la sua equipe di professionisti si occupa dei casi più complessi e acuti che necessitano di ricovero, mentre i servizi territoriali con le loro equipe di professionisti, gestiscono i pazienti cronici non bisognosi di ospedalizzazione offrendo un’assistenza continua e personalizzata”.
Specialistica ambulatoriale e medicina generale “I tagli finanziari e una gestione non ottimale delle risorse hanno evidenziato le criticità del territorio In questo contesto la cooperazione tra medicina generale e specialistica ambulatoriale in un lavoro in equipe, è diventata, ora più che mai, un fattore determinante per migliorare l’efficienza della sanità territoriale. La telemedicina oltre ad eliminare le distanze tra medico e paziente, andrebbe a favorire anche il rapporto ed il confronto tra specialisti ambulatoriali, specialisti ospedalieri e medici di medicina generale portando ad una maggiore appropriatezza ed efficienza”.
Per Magi, inoltre, “modelli come le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), previste nei rispettivi ACN, favoriscono l’integrazione tra i vari professionisti sanitari, migliorando la qualità dell’assistenza e riducendo i tempi di attesa. Nonostante ciò, la carenza di medici specialisti e di medicina generale rappresenta una delle criticità del sistema sanitario italiano che vanno affrontate e superate”.
Specialistica ambulatoriale e specialistica ospedaliera “La distinzione tra specialistica ambulatoriale convenzionata interna e ospedaliera è fondamentale per comprendere come queste due forme differenti di assistenza sanitaria specialistica possano invece completarsi a vicenda. La specialistica ambulatoriale opera principalmente a livello territoriale, mentre quella ospedaliera si concentra sui trattamenti più complessi che richiedono il ricovero e strutture e attrezzature avanzate. La specialistica ambulatoriale, se ben utilizzata, riduce la pressione sugli ospedali e garantisce un’assistenza più tempestiva e vicina ai pazienti (di prossimità). Per garantire un’efficienza ottimale, è essenziale che vi sia una stretta cooperazione tra specialisti ambulatoriali e ospedalieri questo è possibile con una reale condivisione dei dati clinici, la continuità assistenziale e un sistema informativo unificato che consenta il rapido trasferimento di informazioni tra ambulatori e ospedali”.
Specialistica ambulatoriale e specialistica privata accreditata La specialistica ambulatoriale convenzionata interna include i medici specialisti che operano direttamente all’interno del SSN e offrono prestazioni garantite a tutti i cittadini. La specialistica privata accreditata tramite strutture sanitarie private che forniscono servizi su base convenzionata, ricevendo finanziamenti pubblici e operando sotto le direttive del SSN. Svolge un ruolo fondamentale nel sistema sanitario, posizionandosi insieme alla specialistica a diretta gestione con funzione specificatamente di tipo prestazionale. Questa forma di medicina specialistica, garantendo un'elevata qualità delle prestazioni, può contribuire in maniera importante per ridurre la pressione sulle liste d’attesa”.
Incompatibilità tra Medici Specialisti Convenzionati Interni e Privati Accreditati Il tema dell’incompatibilità e il suo superamento sono centrali nel ragionamento del segretario del Sumai. “Attualmente - ricorda Magi – esiste una norma che prevede l’incompatibilità impedendo ai medici specialisti di lavorare contemporaneamente sia in strutture pubbliche che in quelle private accreditate.
Questa situazione crea una separazione artificiale tra due settori che, in realtà, offrono lo stesso servizio di assistenza sanitaria, ormai integrati (le prenotazioni vengono effettuate ad entrambi dai CUP Regionali) e che potrebbero migliorare notevolmente la qualità e l’efficienza del sistema sanitario ampliando l’offerta specialistica con il Ssn. L’incompatibilità limita la flessibilità operativa del sistema sanitario e contribuisce a mantenere separati due settori che potrebbero collaborare in modo più efficace aumentando l’offerta di medici specialisti nel Ssn”.
Superamento dell’Incompatibilità “Il superamento dell’incompatibilità consentirebbe ai medici di operare in entrambi i contesti, pubblico e privato accreditato, aumentando così la disponibilità di medicina specialistica, aumentando l’offerta per i pazienti e migliorando la continuità delle cure. Grazie alla possibilità di lavorare su più fronti, i medici potrebbero sfruttare meglio le risorse e le competenze acquisite in un contesto per migliorare l’assistenza nell’altro, contribuendo a una maggiore efficienza del sistema sanitario. Il superamento dell’incompatibilità tra specialistica ambulatoriale convenzionata interna e specialistica privata accreditata potrebbe rappresentare un primo passo significativo verso un sistema sanitario più flessibile ed efficiente. Integrando meglio i due settori, si favorirebbe una maggiore disponibilità di specialisti e una più stretta collaborazione tra pubblico e privato, a beneficio della continuità assistenziale e della qualità delle cure offerte ai cittadini”.
ECCO, DUNQUE, LE PROPOSTE DEL SUMAI ASSOPROF PER UNA SANITÀ MIGLIORE “Riprogrammazione dei posti di specializzazione in modo da garantire una distribuzione equilibrata delle competenze specialistiche sul territorio. È necessario prevedere incentivi per i giovani medici che scelgono specialità in cui si riscontrano carenze critiche, come anestesia, medicina d’urgenza, radioterapia, anatomia patologica, chirurgia generale e via dicendo.
Riforma della medicina territoriale che punti a potenziare gli ambulatori specialistici e a promuovere un modello di assistenza integrata.
Eliminare le incompatibilità, riforma a costo zero, abbiamo visto che l’eliminazione permetterebbe agli specialisti convenzionati interni di lavorare sia nel pubblico che nell’accreditato, ampliando l’offerta di medici in un momento in cui la carenza di personale specialistico sanitario, in particolare di medici specialisti, è uno dei problemi più gravi del SSN.
Uso della Telemedicina e innovazione digitale, questi strumenti possono essere utilizzati per la consulenza a distanza, ma anche e soprattutto per il monitoraggio dei pazienti cronici, migliorando la qualità delle cure e riducendo gli spostamenti inutili sia del personale medico che dei Pazienti.
Riorganizzazione dei percorsi assistenziali, collaborazione tra medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali e ospedali così i pazienti verrebbero seguiti da un’équipe multidisciplinare, sia nelle strutture Case della Comunità, ma anche negli Ospedali di Comunità e nell’Assistenza Domiciliare Integrata, garantendo una presa in carico completa e personalizzata. Tale approccio può migliorare l’efficacia delle cure e ridurre i ricoveri”.
“Le proposte avanzate dal SUMAI Assoprof – conclude Magi – mirano a contribuire alla costruzione di una sanità più efficiente, sostenibile e centrata sul paziente. Per realizzare questa visione, è essenziale un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle regioni, dei professionisti sanitari e delle organizzazioni sindacali. Solo attraverso una collaborazione attiva sarà possibile sviluppare una programmazione sanitaria basata su dati epidemiologici accurati, pianificare il fabbisogno di personale in modo efficace e progettare un modello di assistenza che metta al centro le esigenze delle persone. Il SUMAI Assoprof continuerà a lavorare per promuovere una sanità in cui i medici specialisti ambulatoriali possano svolgere appieno il proprio ruolo, contribuendo a garantire cure di qualità per tutti i cittadini”.
06 novembre 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni