"Per anni in Italia si sono bloccate le assunzioni degli infermieri, con il paradosso che non abbiamo assunto i nostri giovani laureati che sono andati all'estero. E' necessaria una valorizzazione economica e di sviluppo carriera".
Lo ha affermato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini e professioni infermieristiche (Fnopi), nel corso della trasmissione radiofonica "Giù la maschera" su Radio 1 Rai.
"La nostra è stata per anni una professione piatta - ha aggiunto -. Si entrava in un modo e si usciva nello stesso modo, se non per scatti di anzianità. Ci sono stati problemi di contrattazione e di stereotipi culturali che per molti anni son stati legai all'infermiere e soprattutto alle infermiere. Nel 2008 le regioni che hanno avuto blocco del turn over non hanno permesso un rinnovo della categoria. Nel 2009 l'età media degli infermieri italiani era di 45 anni. Ora si è innalzata. Quella della contrattazione collettiva è un tema che va avanti da 10 anni. Oggi lo stipendio degli infermieri italiani è il più basso tra i paesi dell'Unione Europa. Il problema delle basse retribuzioni trae origine dal fatto che, dal 2008, abbiamo avuto un contratto che è stato fermato per 10 / 12 anni. Stipendi che non sono stati riparametrati all'aumento del costo della vita".
Secondo Mangiacavalli, è necessario "lavorare sui modelli organizzativi. Bisogna superare il modello conservativo e conservatore italiano di vedere la professione infermieristica ancillare, cioè quella di assistere il medico. Ci sono professioni sanitarie che hanno una formazione più lunga e sono più attrattive. Una formazione inferiore mette a rischio gli stessi pazienti. Abbiamo bisogno di infermieri qualificati".
Sul fatto che mentre i giovani italiani vanno all'estero e che in Italia arriva personale da altri paesi per la presidente di Fnopi "il privato ha più possibilità di fare meritocrazie. Non possiamo arginare un fenomeno tipico del mercato globale. Quello che possiamo fare è mettere alcuni paletti insieme al Governo e al Ministero della salute affinché ci sia una garanzia di qualità per i cittadini. Abbiamo bisogno che i colleghi che arrivano in Italia abbiano questa formazione e qualificazione. E L'Ordine garantisce che gli infermieri hanno queste caratteristiche. In Irlanda il 50% degli infermieri arriva dall'estero, ma è stato fatto un grande lavoro sul welfare aziendale e sulla formazione del personale, in particolare sullo studio della lingua".