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Emilia Romagna. Fimmg dichiara lo stato di agitazione. Scotti: “Un fronte che si allarga da Nord a Sud, vogliamo risposte o sarà sciopero”


La protesta, partita da Bologna, si allarga a tutta la Regione., ma investe anche altri territori a livello nazionale. Per il segretario nazionale del sindacato, Silvestro Scotti, “un fronte unico che si allarga sempre più e che merita risposte immediate e concrete, locali e nazionali”. In campo anche ipotesi di sciopero e iniziative da condividere con gli altri sindacati medici, “per l’ormai dilagante disagio di tutte le anime del Ssn”.

23 SET - “Lo stato di agitazione proclamato dai colleghi dell’Emilia-Romagna è l’ennesimo segnale di disagio che la medicina generale lancia per cercare ascolto rispetto a problemi che, invece, sembrano inascoltati dalle Regioni. Un fronte unico che si allarga sempre più e che merita risposte immediate e concrete a tutela della categoria e, soprattutto, a tutela del Servizio sanitario nazionale”. Queste le parole di Silvestro Scotti, Segretario Generale Fimmg, che definisce ormai “intollerabile la situazione che attanaglia la medicina generale in tutto il Paese. Situazione fatta di burocrazia, violenze e inaccettabili ritardi sul rinnovo contrattuale; ma anche l’esigenza di avere chiarezza rispetto agli investimenti per il territorio in Legge di bilancio”.

L’intervento del leader Fimmg sottolinea “un malessere diffuso”, dettato dalla “consapevolezza da parte dei medici di medicina generale di non poter accettare che alle difficoltà “sociali” della professione si aggiungano le lungaggini amministrative e programmatiche”. In particolare, le richieste di medici di medicina generale guardano alla mancata definizione dell’atto di indirizzo per l’ACN 2022 – 2024 e all’esigenza di prevedere un aumento del finanziamento finalizzato alla Medicina Generale nel Fondo sanitario nazionale.

Scotti ha già chiarito che i disagi espressi dalla periferia consolidati in stato di agitazione sono la premessa di uno stato di agitazione e poi di uno sciopero che durante il congresso nazionale di ottobre i medici di medicina generale sono pronti a dichiarare se non saranno arrivate risposte. Una protesta che si valuterà di condividere con i maggiori sindacati dell’area sanitaria, proponendo di mettere in campo anche manifestazioni congiunte per “l’ormai dilagante disagio di tutte le anime del Servizio sanitario nazionale”.

23 settembre 2024
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