Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 27 SETTEMBRE 2024
Lavoro e Professioni
segui quotidianosanita.it

Osteopatia. Santangelo (ANF): “L’osteopata non utilizza approcci farmacologici che sono di pertinenza del medico”  

di Elisabetta Caredda

Attivati i primi corsi universitari triennali in Osteopatia in varie regioni. Santangelo, dal direttivo dell‘associazione nazionale Fisiatri mette in chiaro: “Il decreto ministeriale sancisce che ‘Nell’ambito della professione sanitaria dell’osteopata, il laureato è quel professionista sanitario che svolge interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico’”.

23 SET - Questo anno è stato l’esordio nel campo universitario delle nuove lauree in Osteopatia, sono stati infatti attivati nel settore i primi corsi universitari triennali in varie regioni italiane. Interviene in proposito su Quotidiano Sanità Giovanni Santangelo, medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione e membro del direttivo associazione nazionale Fisiatri (ANF), che pone delle osservazioni dirette a delineare la figura dell’osteopata quantunque diversa da quella del medico fisiatra, e chiarire maggiormente la differenza tra i due ruoli perché sia di informazione soprattutto degli assistiti che sempre più oggi ne stanno chiedendo delucidazioni.

“La nuova normativa del MIUR e del Ministero della Salute – spiega il dott. Santangelo –, con il decreto Interministeriale n. 1563 dell’01.12.2023, ha avviato la definizione dell’ordinamento didattico del Corso di Laurea in Osteopatia: a partire da questo anno accademico sono dunque stati attivati i corsi triennali anche per questa nuova professione. Ma attenzione. Si badi bene che il decreto ministeriale sancisce che “Nell’ambito della professione sanitaria dell’osteopata, il laureato è quel professionista sanitario che svolge interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico. In riferimento alla diagnosi di competenza medica e all’indicazione al trattamento osteopatico, dopo aver interpretato i dati clinici, il laureato in osteopatia riconosce l’indicazione o la controindicazione al trattamento osteopatico ed effettua la valutazione osteopatica” (…). Dice anche che egli “predispone modalità di trattamento selezionando approcci e tecniche osteopatiche esclusivamente manuali, non invasive, ed esterne, adeguate al paziente ed al contesto clinico”. Da evidenziare che nel decreto è precisato che l’osteopata “reindirizza il paziente al medico inviante quando i sintomi persistono oltre i tempi previsti o peggiorano”.

“L’osteopatia – prosegue il fisiatra –, che è stata in Italia recentemente individuata e normata (art. 7 della legge 3/2018 e con il D.p.r.n. 131 del 7 luglio 2021) tra le professioni sanitarie, si avvale di un approccio esclusivamente manuale che ha come scopo il miglioramento dello stato di salute della persona. Il termine ‘Osteopatia’ è stato coniato dal suo fondatore, il chirurgo americano dr Andrew Taylor Still, che alla fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute. Ed anche secondo l’organizzazione mondiale della Sanità, l’osteopatia è una terapia che ha lo scopo di supportare la funzionalità fisiologica del corpo tramite l’utilizzo di una varietà di tecniche manuali non invasive”.

“In particolare, attraverso il trattamento manipolativo osteopatico della disfunzione somatica, l’osteopata si occupa di ripristinare la funzionalità perduta a causa di un trauma o di una condizione patologica. Egli non utilizza quindi approcci farmacologici o strumentali, che restano di esclusiva pertinenza del laureato in medicina e chirurgia, ma molto spesso collabora con diversi altri professionisti della salute per la gestione del benessere del paziente. Inoltre l’approccio terapeutico osteopatico comprende anche il passaggio di informazioni e conoscenze al paziente per aiutarlo a prendere coscienza della propria condizione di salute”.

“Ancora, l’osteopatia si occupa principalmente dei problemi strutturali e meccanici di tipo muscolo-scheletrico a cui possono però associarsi delle alterazioni funzionali degli organi e visceri, secondo il riconosciuto concetto della fascia. Il tessuto fasciale è infatti organizzato come una rete tridimensionale che avvolge, sostiene, sospende, protegge, collega e divide la componente muscolare, scheletrico e viscerale del corpo”.

“Poiché inoltre in osteopatia si ha una visione olistica del corpo umano, è valida anche l’idea contraria: un problema funzionale organico-viscerale può provocare dei dolori di tipo muscolo-scheletrico. E tale concetto rientra tra quelli che il medico perfezionato o masterizzato in medicina manuale (metodo Robert Maigne) utilizza per effettuare una diagnosi. L’osteopatia ha quindi un ruolo nella prevenzione e nel mantenimento della salute, e può essere anche integrata, qualora il medico specialista lo ritenga, nei percorsi di cura e riabilitazione della medicina convenzionale (D.p.r. n. 131 del 7 luglio 2021, allegato 1, art. 2)”.

“Ecco che appare quindi evidente che il ruolo dell’osteopata è ben difforme da quello del medico specialista e quindi di noi medici fisiatri: dei medici deve essere chiara la funzione diagnostica e prognostica mirata ad indirizzare il paziente verso le cure necessarie e/o terapie più appropriate. Risulta così palese l’esigenza di una corretta informazione al cittadino/paziente il quale deve sempre essere seguito e consigliato dal medico specialista per le necessità relative a patologie che necessitino di approfondimento diagnostico e terapia farmacologica. L’ostepatia, così come altre branche sanitarie della salute, possono risultare anche indispensabili nella fase successiva alla diagnosi che va ad integrare la terapia e cura del paziente. Ben vengano dunque gli studi universitari anche in questo settore che verranno ad essere più approfonditi, ma ci si ricordi però, non sostituiscono gli studi in “medicina e chirurgia”, né possono considerarsi sovrapponibili” – conclude Santangelo.

Elisabetta Caredda

23 settembre 2024
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lavoro e Professioni

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy