Anaao Giovani e ALS, le due realtà associative maggiormente rappresentative dei medici in formazione specialistica, plaudono al lavoro dei loro due membri con diritto di voto in seno all’Osservatorio Nazionale della formazione medica, lavoro che ha portato alla chiusura di 41 scuole di specializzazione, il quadruplo rispetto alle 10 chiusure della scorsa tornata di accreditamento. Di esse, 22 scuole non sono state accreditate per insufficienza di volumi di attività o per mancanza degli standard previsti dalla legge, 15 per insufficienza dei requisiti del personale docente, e infine 5 sia per carenze di personale che di attività.
Le 41scuole di specializzazione chiuse sono suddivide in maniera omogenea tra le facoltà italiane e tra le specializzazioni mediche. Tali chiusure, spiega una nota, sono state ufficializzate mediante i recenti decreti di accreditamento ed evidenziate nella pubblicazione odierna della suddivisione dei contratti riguardanti il Concorso SSM 2024: “Ricordiamo che la chiusura di una scuola di specializzazione ha come duplice conseguenza sia la non assegnazione di nuovi medici specializzandi alla struttura che la possibilità per i già iscritti di trasferirsi in qualsiasi momento senza il nullaosta del Direttore di scuola”.
Ecco l'elenco delle scuole chiuse:
“Nonostante l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica sia avvenuto con ben 9 mesi di ritardo - scrivono Anaao Giovani e Als - il nostro lavoro di rappresentanza ha portato a queste chiusure, prevenendo la formazione inefficiente di diverse centinaia di futuri specialisti. Tali 41 chiusure rappresentano solo il primo step della tornata di accreditamento, effettuata a marce forzate in poche settimane: basti pensare che esse sono scaturite dalla “semplice” verifica documentale degli standard assistenziali, cosa che ha messo in evidenza una o più carenze tra volumi di attività insufficienti, assenza di personale docente e mancanza di reparti.
Come ANAAO e ALS abbiamo da sempre evidenziato che la sola analisi documentale degli standard strutturali rappresenta un importante limite nella verifica della qualità formativa e, pertanto, è stato ideato e realizzato il questionario anonimo di valutazione. Composto da domande standardizzate, cui gli specializzandi devono obbligatoriamente rispondere annualmente, esso consente di individuare quelle realtà che, nonostante vedano formalmente rispettati tutti gli standard assistenziali, evidenzino il mancato rispetto delle cosiddette “normative non strutturali”.
Dai risultati dei questionari anonimi di valutazione, insieme alle segnalazioni che gli specializzandi hanno potuto effettuare soprattutto attraverso l’unica domanda a risposta aperta, le due Associazioni formalizzeranno nelle prossime settimane l’esecuzione di site visit a sorpresa per la verifica del rispetto delle normative inerenti le malattie, ferie, monte orario, smonto notte, trasferimenti, maternità, la presenza del tutor, e tanto altro.
“In attesa della riforma della formazione medica - proseguono - la verifica minuziosa e puntuale delle normative attuali rappresenta un’attività di rappresentanza fondamentale, svolta nel pieno rispetto della riservatezza che la normativa attuale impone. Purtroppo l’organo nazionale deputato a ciò, l’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica, è lo specchio delle incoerenze del nostro paese perché su 15 membri è composto da soli tre rappresentanti dei medici in formazione e ben 8 appartenenti al mondo Universitario (Direttori di Scuola di Specializzazione e Rettori), quando la legge ne prevede soltanto tre. In un Organo che dovrebbe verificare le eventuali illegalità degli Universitari non può esserci una maggioranza assoluta degli stessi universitari poiché non è moralmente accettabile a nostro avviso che i controllori corrispondano esattamente ai controllati.
Pertanto - concludono - è quanto mai urgente una concomitante riforma dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica che dovrebbe essere composto in maggioranza da membri tecnici terzi ed imparziali che, insieme a membri del mondo universitario e di rappresentanza giovanile, dovrebbero minuziosamente verificare gli standard e la qualità formativa, oltre alla documentazione fornita dai direttori di scuola che è quasi sempre una autodichiarazione, spesso non coerente con i dati oggettivi e validati di Agenas”.