Sulla riforma dell’accesso programmato a Medicina, l’Unione degli Universitari ha espresso oggi forti critiche ai disegni di legge, durante l’audizione in Commissione Cultura. Federico Amalfa ha spiegato: “Come Udu, condividiamo l’intento di superare un modello di accesso che si è dimostrato fallimentare. È infatti evidente la necessità di rivedere urgentemente le modalità di accesso ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria”.
“Le ragioni – ha continuato il rappresentante del sindacato studentesco – sono numerose. I precedenti metodi di selezione hanno mostrato significative carenze. Il test unico nazionale, usato fino al 2022, vedeva spesso la presenza di domande poco chiare o errate, causando numerose contestazioni legali. Anche il più recente sistema, basato sui test TOLC-Med e TOLC-Vet, ha avuto problemi seri, tanto da portare all'annullamento delle graduatorie di accesso ai corsi di Medicina e Chirurgia da parte del Tribunale Amministrativo. Ma noi critichiamo anche il sistema di accesso a Scienze della Formazione Primaria, Architettura e Professioni Sanitarie che non solo risulta superfluo, ma anche dannoso”.
I Ddl 915, 916, 942 e 980 – conclude l’Udu – presentano numerosi problemi, sia per la difficoltà di applicazione che per la loro vaghezza, rendendo incerta la garanzia del diritto allo studio vista la totale carenza di risorse aggiuntive. Crediamo anche che il possibile semestre comune con altri corsi danneggerebbe non solo gli studenti di Medicina e Veterinaria, ma anche quelli di Biotecnologie Mediche e Scienze Motorie, creando grossi problemi organizzativi agli atenei e al percorso formativo degli studenti. In generale, le proposte di riforma non ci convincono e creerebbero soltanto nuove complicazioni nel sistema di accesso all'istruzione universitaria”.