Giudizio positivo, da parte della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, sulla Legge di delegazione europea nella parte in cui recepisce la nuova direttiva sulla tutela dei lavoratori contro i rischi da esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni. Con due raccomandazioni: la consultazione periodica, per registrare e recepire eventuali variazioni, delle Schede Dati Sicurezza e delle Etichette previste dal “Regolamento CLP”, sulla classificazione etichettature e imballaggi di sostanze e miscele, ai fini della compilazione del Documento di Valutazione dei Rischi. E, soprattutto, un periodo di addestramento specifico per i lavoratori esposti al rischio di sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche, che hanno cioè effetti nocivi sulla salute riproduttiva. Addestramento che dovrebbe essere effettuato a integrazione e completamento di un percorso di informazione e formazione, come previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sui luoghi di lavoro.
È quanto è emerso questa mattina dall’audizione della Fnomceo sulla Legge di delegazione europea 2022/2023 (Ddl 969) e in particolare sull’articolo 8, volto a recepire la direttiva (UE) 2022/431, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni.
A rappresentare la Federazione di fronte alla Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, Domenico Della Porta, Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali dell’Università degli Studi di Salerno e Primario di Medicina del Lavoro e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro sempre a Salerno.
“Considerando le evidenze emerse negli ultimi anni – ha spiegato Della Porta – si è ritenuto di aggiornare la direttiva 2004/37/CE, relativa alla gestione delle sostanze cancerogene e mutagene in ambiente di lavoro, con l’inserimento anche delle sostanze reprotossiche. È stata quindi emanata il 09/03/2022 la direttiva UE 2022/431 del Parlamento europeo e del Consiglio, il cui recepimento è previsto entro febbraio 2024, e prevede misure di gestione del rischio più stringenti e tutelanti in caso di esposizione a reprotossici in ambiente di lavoro, per i quali si esprime un parere di idoneità per la tutela della salute da parte dei prestatori d’opera”.
“Si giudicano positivamente – ha continuato – i profili generali della disciplina oggetto delle suddette estensione e modifica, declinate nell’art.8 dell’A.S. n.969, che concernono l’individuazione e la valutazione dei rischi, l’esclusione o riduzione dell’esposizione (anche con la previsione di relativi valori limite), le informazioni da fornire all’autorità competente, le misure per i casi (prevedibili o non prevedibili) di aumento dell’esposizione, l’accesso alle zone di rischio, le misure igieniche e di protezione individuale, l’informazione e la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti, la consultazione e partecipazione degli stessi, la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti, la conservazione della documentazione”.
“Si raccomanda, altresì – ha concluso – la consultazione delle Schede Dati Sicurezza SDS e le Etichette previste dal Regolamento CLP, peraltro riportate nelle note al Titolo IX, per la elaborazione del DVR e la redazione del Protocollo Sanitario a margine della Sorveglianza Sanitaria; e un periodo di addestramento specifico per i lavoratori esposti al rischio sostanze CMR (Cancerogeno Mutageno Reprotossico) per consentire l’acquisizione di particolari capacità mediante l’osservanza di regole prestabilite o suggerite dall’esperienza. L’addestramento viene effettuato a integrazione e completamento di un percorso di informazione e formazione in materia di salute e sicurezza del lavoratore. Come previsto dal comma 5 dell’art 37 del D Lgs. 81/2008, modificato a dicembre 2021 dalla Legge 215/21”.
Della Porta ha premesso di essersi soffermato, nella sua relazione, sui rischi specifici del comparto sanità. Anestetici, disinfettanti, come quelli a base di formaldeide, farmaci citossici sono i principali prodotti, utilizzati in ambito sanitario, che contengono sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche.
“Eventuali intossicazioni acute – ha affermato Della Porta – dall’uso delle predette sostanze, presenti in combinazione in prodotti usati nel predetto comparto, possono accadere solamente per cause accidentali, in quanto la normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, se correttamente applicata, protegge adeguatamente i lavoratori e le indicazioni segnalate dall’etichetta, se messe in atto con tempestività, riescono a contenere i danni”.
Per quanto riguarda l’esposizione a lungo termine, anche se l’approccio più funzionale è quello di eliminare per quanto possibile queste sostanze dal ciclo produttivo e quindi dagli ambienti di lavoro - tanto che si parla oggi di ospedali “formaldeide free” - è evidente come non sempre sia possibile. Entra quindi in gioco la prevenzione secondaria, con un ruolo importante del medico competente e dei protocolli di sorveglianza sanitaria, in particolare per quanto riguarda la reprotossicità e dunque la tutela della salute riproduttiva.