Avviare immediatamente le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei medici, veterinari e dirigenti sanitari per il triennio 2022-2024. È perentoria, a meno di 24 ore dalla firma della pre-intesa del Ccnl 2019-2021, la richiesta della Federazione Cimo-Fesmed, a cui aderiscono le sigle Anpo, Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed.
Se, infatti, le trattative che si sono concluse ieri hanno consentito di raggiungere importanti risultati per quanto riguarda la parte normativa, resta l’amaro in bocca per la parte economica, finanziata nel 2018 e quindi prima della pandemia, del conflitto in Ucraina e dell’aumento dell’inflazione. Gli aumenti previsti dal nuovo contratto sono dunque anacronistici, a causa del ritardo con cui i contratti vengono rinnovati: il Ccnl firmato ieri è scaduto già da quasi due anni.
“Tutto questo si traduce in una notevole perdita di potere d’acquisto per i dipendenti, oramai irrecuperabile, che in futuro occorre evitare riallineando la firma dei contratti al periodo cui si riferiscono, e non con anni di ritardo – commenta Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed -. Augurandoci che la Legge di Bilancio preveda realmente, come annunciato, i fondi necessari per il rinnovo dei contratti della sanità, siamo certi che nessuno voglia perdere altro tempo”.