Sono anni che si parla delle Case di Comunità e della necessità, in questo ambito, della presenza di Psicologi. Lo ha fatto anche il direttore di Agenas Mantoan in un suo intervento molto apprezzato al Forum Risk di Arezzo lo scorso anno. Lo stesso DM 77, il decreto sulla sanità territoriale fa questa previsione, citando la professione psicologica in diversi articoli.
Poi si arriva a fare il gruppo di lavoro sulle Case di Comunità e l'Agenas si dimentica tutto questo e inserisce nel gruppo sindacati e ordini professionali di diverse professioni e dimentica gli psicologi. Dal punto di vista professionale potremmo parlare di negazione o rimozione ma ci sono in ballo i bisogni dei cittadini, che credo siano molti e molto significativi come tutti sanno. Tra l'altro parliamo della seconda categoria professionale della dirigenza del SSN dopo i medici.
Capisco che di fronte ad un tema serio ed impegnativo la via più semplice è appunto la rimozione o la negazione ma non credo sia una strategia che possiamo condividere. Soprattutto perchè come Ordine siamo un ente pubblico ausiliario dello Stato e quindi ci sentiamo dalla parte dei cittadini. Se fosse una scelta voluta si dovrebbe pensare che non si vogliono Psicologi nelle Case di Comunità oppure che saranno altre professioni a decidere, per noi e al nostro posto, quali sono i bisogni di tipo psicologico e quali le risposte in barba alle leggi, al rispetto delle competenze e al buon senso. Preferisco quindi pensare che la scelta non sia voluta e che l'Agenas non pensi che la psicologia sia un lusso per chi può pagare anziché una componente fondamentale dell'assistenza pubblica ed invito pertanto l'Agenas a tener conto di questa esigenza.
Colgo l'occasione per invitare il Ministro della Salute a tener conto di questa esigenza nella integrazione della Commissione per la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Non sta a me ricordare che su 64 articoli dei LEA ben 17 chiamano in causa competenze ed attività della professione psicologica, parliamo di oltre un terzo degli articoli. Sarebbe ben strano che nella commissione che si deve occupare di questo non ci sia neanche una competenza di carattere psicologico. Sono quindi fiducioso che, in base ad evidenti motivi di appropriatezza tecnico-scientifica e rispetto delle competenze, sempre sottolineati dal Ministro Schillaci, questa lacuna sarà superata.
David Lazzari